Confidenze di Gesù ad un Sacerdote (Mons. Ottavio Michelini).
Gesù è la Luce che splende nelle tenebre e fa pena dover
constatare, anche ai nostri giorni, come le tenebre non vogliano aprirsi ad
accoglierla.
Questo libro è un piccolo raggio che parte dal Cuore
misericordioso di Gesù e vorrebbe aiutare tutti a raccoglierne le confidenze e
a compierne i desideri.
Come le precedenti « Tu lo sai che Io ti amo », sono pagine
che non andrebbero lette di un fiato. Meditate, ci fanno intravvedere la nostra
grandezza e responsabilità di Sacerdoti; senza avvilirci, nonostante il tono
frequente dell’ammonimento, ci spronano a vivere più coraggiosamente la nostra
fede e la nostra missione.
È « lo strumento », di cui il Signore si serve per parlare
all’anima di quei preti e vescovi che, liberissimi di credervi o meno, lo
vogliano almeno ascoltare?…
Ecco la lettera con cui quel sacerdote accompagnava i primi
scritti, già pubblicati:
4 novembre 1975
San Carlo Borromeo
Rev.do Padre,
come d’accordo, le mando ciò che Lui, Gesù, mi ha detto in
merito al sacerdozio e ai sacerdoti. Il suo linguaggio è semplice, preciso e
conciso; semplici sono anche le cose dette, ma è difficile spiegare la luce di
cui le sue parole sono permeate. Per me è impossibile trasmettere queste cose
nel modo con cui mi vengono dette.
15 novembre 1575
AMARTI SENZA CONFINI
Signore, io sono meno che verme, una manciata di cenere. Dio
mio, sono soltanto peccato.
Da Te invece tutto ho ricevuto: da Te la vita, la grazia e
la luce. Tu solo sei Grande, sei il Santo; Tu l’Onnipotente e l’Onnisciente; Tu
solo l’Onnipresente.
Signore, se io ti amo, è perché Tu mi hai donato l’amore.
Se io spero in Te è perché mi hai donato la speranza.
Signore, se io Ti credo è perché Tu m’hai donato la fede.
Signore mio, Tu sei il Tutto, io il nulla; Tu la Luce, io le tenebre; Tu la
Vita, io sono la morte; Tu la verità, io l’errore. Signore, io sono la
stoltezza, Tu sei la Sapienza.
Mio Dio, hai posato dall’eternità lo sguardo misericordioso
su di me, simile a verme che striscia nella polvere.
Vieni, o Gesù mio, con il Padre e lo Spirito Santo, vieni
nella tua « gocciolino d’acqua cadente verso il basso ». Essa ti vuole amare
senza limiti e senza confini, ma non lo potrà se tu non vieni in essa.
Sii dunque Tu l’anima della mia anima, donami il tuo Spirito
che è fuoco che arde e che trasforma, che illumina e riscalda, che purifica e
vivifica.
Sii l’anima del mio cuore, del mio corpo, di tutta la mia
vita. Solo così, Gesù, posso veramente amarti senza confini.
Così voglio amarti per il tempo che non ti ho amato, per
coloro che dal principio non ti hanno amato, per chi attualmente non ti ama, per
quelli che non ti ameranno fino alla consumazione dei secoli; ti voglio amare
per i dannati che per l’eternità ti porteranno odio.
Cuore misericordioso di Gesù, abbi pietà di me. Sono uomo
peccatore.
17 novembre 1975
AMICI DEL SS. SACRAMENTO
« Figlio mio, scrivi Io, Gesù, voglio una istituzione che
sviluppi, in tutti i modi la fede, la devozione, l’amore e il culto a Me,
realmente presente nel Mistero di fede e di amore per eccellenza, l’Eucaristia.
1. A questa Pia Unione tutti possono aderire, fanciulli e
fanciulle, giovani e ragazze, uomini e donne, senza discriminazione di età.
2. La sua finalità è di favorire in se stessi e negli altri,
in tutti i modi approvati dalla Chiesa, la fede e l’amore a Me, realmente
presente nel Mistero Eucaristico.
3. L’impegno è
– La visita quotidiana a Me in Chiesa, oppure una visita e
comunione spirituale fatta in casa se non è possibile recarsi in Chiesa.
– La Santa Comunione (almeno) settimanale.
– L’ora di adorazione almeno mensile.
– L’adunanza una volta al mese.
4. È bene tenere un piccolo registro con il nome degli
aderenti.
5. È compito del Parroco, o di chi ne fa le veci, dirigere
il gruppo, sviluppare nelle adunanze la catechesi dell’Eucaristia, stimolare
con l’esempio e con la parola l’amore a Me del SS. Sacramento.
6. Questa Pia Unione sarà chiamata: Amici del SS.
Sacramento.
Io, Gesù, desidero vivamente questo; non si perda tempo ».
Alcuni sacerdoti hanno già accolto l’invito e qualche
associazione, nel silenzio e nel fervore, sta già germogliando.
Si tenga presente che
– La Pia Unione sarà diretta da un Consiglio formato dal
Direttore, da un segretario, un economo (per le offerte che possono venire;
non si molesti però nessuno nel chiedere) e da due o tre consiglieri, nominati
dall’assemblea degli aderenti.
– L’argomento delle adunanze sarà sempre e soltanto
eucaristico, oltre alle proposte e discussioni sui mezzi più adatti a far
vivere la Pia Unione.
Satana non vuole certo questa Pia Unione e non mancherà di
creare intralci. Bisogna resistere e controbattere, bruciando i tempi con la
preghiera, specialmente con il Rosario.
Gesù (e con Lui la Mamma Celeste) guarda con compiacenza
tutti coloro che prenderanno seriamente a cuore il Suo invito. Questa Pia
Unione non è che un aggiornamento delle Confraternite del SS. Sacramento.
17 novembre 1975
L’AMORE DEGLI INNOCENTI
« Scrivi, figlio mio. Ti avevo annunciato che sarei tornato
sull’argomento, ed eccomi fedele
In ogni creatura umana vi sono tre fisionomie, due delle
quali sono note.
a) La fisionomia del volto è visibile a tutti. Vediamo il
volto di tutti, fatto sullo stesso modello, eppure sono tutti diversi l’uno
dall’altro.
b) Vediamo, meno chiaramente, la fisionomia interiore
dell’uomo, cioè quella dell’anima, del temperamento, del carattere,
dell’intelligenza ecc.
c) Poi vi è la fisionomia ancor più interiore all’anima,
cioè quella della sua vita o morte soprannaturale.
Questa terza fisionomia è percepita da pochi. L’anima
permeata dalla Grazia Divina, rivestita della sua candida veste nuziale, è
meravigliosa. Questo splendore lo vede Iddio perchè fa parte di Lui. Lo
intravvedono pure alcune anime molto avanti nella vita della Grazia, cioè della
perfezione. Ma come le fisionomie corporali non sono uguali, come non sono
uguali le fisionomie interiori, cioè i caratteri degli uomini, così non sono
uguali le fisionomie soprannaturali.
Ecco le tre fisionomie: quella del Corpo, quella dell’Anima
e quella della Grazia.
La Grazia è la vita divina delle anime. Ma Io sono l’Amore.
La Grazia è quindi l’Amore di Dio partecipato alle anime.
Diverso splendore
Ogni anima in Grazia ha in sé il mio Amore con intensità di
splendore diverso, perché diverso è in ogni anima il mio Amore.
Si può amare poco, poco. Si può amare assai, si può amare
moltissimo e si può amare in forme diverse.
Chi non ama invece è nella morte, non ha in sé luce
interiore. È la più tremenda sventura, poiché per l’anima che non ritrova
l’amore che fu infuso in lei con il Battesimo, è la morte eterna, è l’Inferno.
Sì, dilla forte questa parola « Inferno », a cui quasi più
nessuno crede! Si può amare assai e si può amare molto, ma sempre con l’anima.
Anche con i sensi si può amare, come nell’amore nuziale che è amore casto e
santo se ben diretto sul giusto binario. Si può amare moltissimo, interiormente
ed esteriormente, senza sensualità.
È l’amore degli innocenti, è l’amore dei puri, è l’amore
degli angeli, è l’amore dei progenitori prima della colpa.
Il bambino che abbraccia affettuosamente la mamma esclude
nel suo amore puro ogni vischiosità.
Bisogno di espandersi
L’anima pura e casta, inabissata nell’amore di di Dio e del
prossimo e che del Comandamento dell’Amore ha fatto la legge della sua vita,
non è capace di contenere nel suo interno l’amore. Esso esplode anche sulla
materia che lo imprigiona ed ha bisogno di espandersi come naturalmente si
espande luce e calore dalla fiamma.
Questo amore forte, puro, innocente non è capito che da
poche anime. Perciò i pochi fortunati che lo possiedono debbono soffocarlo non
di rado, perché potrebbero essere motivo di scandalo. Sono pochissime le anime
consacrate che raggiungono questa pienezza di amore.
Ma siccome l’anima dell’amore è sempre la sofferenza, ecco
che a volte soffocandolo per un giusto motivo, lo alimentano maggiormente
perché dell’amore viene rinforzata l’anima, che è appunto la sofferenza.
Chi ama così non sente gli stimoli dei sensi. Può essere
anzi un errore volere arrestare il naturale corso dell’amore soprannaturale
per motivi di un rispetto umano non giustificabile, come tra i primi cristiani
che si salutavano con il bacio, anche fra persone di sesso diverso. Nessun
inconveniente ne derivava finché erano casti e puri.
Parola che non muta
– Ma, Signore, in questo nostro mondo, nel mondo di oggi
dove vizio e corruzione, oscenità e impurità dominano sovrani, non ritieni
questa dottrina pericolosa?
– No, figlio mio.
La mia parola è la parola viva, è la parola che non muta con
il mutare delle vicende e dei costumi degli uomini.
La mia parola è come un raggio di luce che tocca il fango;
lo illumina ma non ne rimane contaminato.
Se oggi questo non è compreso, lo sarà domani nella mia
Chiesa rigenerata a novella vita e splendore.
Ti benedico come sempre. Ricorda quanto hai scritto oggi.
Per te e anche per tante anime è importante.
Voglimi bene. Non dimenticarti ciò che tanto spesso ti
chiedo.
19 novembre 1975
ANCORA ACCANTO A ME
Scrivi, figlio mio.
Ti ho già parlato di mia Madre corredentrice. Essa lo fu in
realtà dal momento in cui si consacrò a Dio, offrendo tutta se stessa, la sua
purezza, la sua volontà.
Questa offerta si fece sempre più viva, più luminosa, più
cosciente. Cresceva in Lei la Grazia con il crescere dell’età.
Divenne poi ufficialmente corredentrice nel momento che
pronunciò il suo Fiat, provocando in sé il virgineo concepimento di Me Verbo di
Dio. Intensificò la sua azione di corredentrice in ogni giorno della sua vita
facendo realtà pratica la sua offerta iniziale.
Corredentrice nei suoi sette dolori, lo fu in modo sublime
quando accompagnò Me sul Calvario e quando, sotto la Croce, rinnovò il suo
Fiat accettando di offrire Me e se stessa, come vittima al Padre per la
liberazione dell’umanità caduta sotto gli artigli di Satana.
Corredentrice è e continuerà ad essere per sempre.
Presenza della Madre
Il mistero della Croce si rinnova e si perpetua nel mistero
della Messa.
Quindi reale è la presenza di mia Madre nella santa Messa
come reale fu la sua presenza sul Calvario.
Non certo presente nell’Ostia, ma accanto all’Ostia
consacrata, come accanto a Me fu, sotto la Croce.
Ora, figlio, accanto alla Madre mia, sul Calvario vi era
Giovanni, e la presenza di Giovanni viene continuata dalla presenza nella santa
Messa del sacerdote celebrante.
Unica e reale fu, è e sarà la presenza della Madre mia nella
S. Messa. Reale è e sarà la presenza del Sacerdote nella S. Messa. Ma questa
presenza del sacerdote può essere diversa, perchè diverse sono le
disposizioni con cui i sacerdoti celebrano.
Vi sono sacerdoti (non molti, ma ve ne sono) che sono
presenti come Giovanni con una santa, attiva partecipazione, con una chiara
offerta, generosa, coraggiosa di se stessi al Padre mio, in unione con Me.
Pensa, figlio mio, a queste S. Messe! Che unità sublime,
stupenda, meravigliosa, nell’amore e nella sofferenza che è anima dell’amore,
in una trinità sublime, meravigliosa.
Unità e trinità d’amore offerta al Padre mio che,
soddisfatto, si riconcilia con l’umanità tramite il nuovo Adamo, la novella Eva
ed il popolo di Dio nella persona di Giovanni, cioè del sacerdote.
Un danno immenso
Ti dissi, figlio, che nella quasi totalità i miei ministri
colpevolmente ignorano questo loro rango nel più alto Mistero della fede e
della religione.
In tal modo privano sé stessi ed il popolo che rappresentano
di innumerevoli grazie, mutilando e mortificando, per quanto sta in loro, il
disegno di amore infinito della Trinità Divina, mortificando ancora l’unità e
la trinità d’amore del Calvario, essendo la loro presenza puramente materiale.
Viene praticamente a mancare, pur essendo materialmente presente, la
partecipazione del popolo che il sacerdote rappresenta.
Da qui devi arguire la gravità della incosciente presenza di
molti miei ministri nel santo Sacrificio della Messa.
Devi capire il danno immenso recato al popolo di Dio,
defraudato di tanti doni a lui destinati tramite il sacerdote, mediatore e
depositario della Redenzione.
Il Sacerdote (e sono tanti, figlio!) da canale attraverso
il quale deve scorrere la mia grazia, diventa diga che si erge tra il mio Cuore
aperto ed il popolo che egli rappresenta.
Pensa ancora la vergogna ed il rossore che proveranno
alcuni sacerdoti nel Giudizio finale, vedendo la loro grandezza, la regale
dignità e potenza che mai per colpa loro vollero capire, e alla quale
abdicarono a favore di altre cose di nessuna importanza e che riempiono ora la
loro vita di fumo anziché di luce.
Sono amareggiato
Figlio, gridalo forte, gridalo a tutti quei sacerdoti che
sono fuori del piano della salvezza, che sono non strumenti di redenzione ma
fuochi vacui.
I miei sacerdoti non trovano i cinque minuti per prepararsi
alla Santa Messa, non trovano i cinque minuti per un poco di ringraziamento!…
Ed è logico che sia così. Di che cosa potrebbero ringraziarmi se dalla Santa
Messa non hanno tratto nessun frutto? Poi trascorrono tutta una giornata e
parte della notte in cose infeconde, inutili e non di rado peccaminose.
Di questa spaventosa realtà come Satana poteva non
approfittare?
Dillo a tutti senza reticenze che le conseguenze
catastrofiche si debbono in gran parte ai miei ministri. Che meraviglia se
domani il loro sangue tingerà di rosso la terra?…
Te l’ho detto: ben altra sarebbe la situazione della mia
Chiesa, se i miei Sacerdoti avessero coltivato in sé la vita interiore delle
loro anime. Sono amareggiato.
Non a Me si dovranno imputare le grandi sofferenze dell’ora
che si avvicina.
Ti benedico, e con te benedico quelli che ti sono cari.
20 novembre 1975
INVITO ALLA PREGHIERA
Scrivi, figlio mio.
Più volte ho lamentato la crisi di fede che contagia la mia
Chiesa, al vertice e alla base.
La mia Chiesa langue, la mia Chiesa soffre perché
gravemente sono contagiati i miei ministri. Quando non si alimenta il corpo, le
forze vengono meno; il corpo indebolito non reagisce contro i nemici che lo
aggrediscono e che, più o meno lentamente, lo uccidono.
La lampada non alimentata si spegne.
Anche la lampada, non alimentata, della fede si spegne e
nell’anima allora si fa buio, si fa notte. Anche il più piccolo filo d’erba,
anche il fiore se non sono alimentati presto muoiono.
Che cosa è un filo d’erba inaridito?
Che cosa diviene un fiore fresco e profumato lasciato senza
alimento?
Poche foglioline ingiallite e secche, un gambo sottile e
fragile che si spezza al contatto con un altro corpo.
Angelo imprigionato
Che cosa è l’anima del cristiano senza fede? Che cosa è
l’anima del sacerdote che non prega? È quanto di più fragile, di più
vulnerabile esista. Immersa nel buio si perde, ed è inesorabilmente travolta
della concupiscenza dello spirito o da quella dei sensi, spesso e dall’una e
dall’altra.
È l’angelo imprigionato da Satana nella putredine dei sensi
o nella impurità dello spirito, nell’errore e nell’eresia.
Che cosa è l’anima del sacerdote che è in crisi di fede per
mancanza di vita interiore?
È lo zimbello ed il trastullo di Satana che su di lei sfoga
il suo odio, la sua gelosia, imbrattandola di tutte le lordure e di lei fa una
schiava.
È la rivincita disperata di Satana che sfoga tutta la sua
bava velenosa su quella povera e sventurata anima che non ha voluto usare i
mezzi validissimi di difesa che Io ho messo a sua disposizione.
Ossigeno dell’anima
Il primo mezzo di difesa è la preghiera.
– la preghiera che eleva l’anima fino a Dio.
– la preghiera che è il respiro dell’anima.
– la preghiera che è l’ossigeno dell’anima.
– la preghiera che unisce l’anima a Dio in un modo intimo e
profondo.
Quando un’anima è unita a Me, di che può temere?
Quando un’anima si aggrappa a Me fortemente, chi la potrà
strappare da Me, dal mio Cuore? L’anima che non prega è come un frutto bacato
nessuno avverte il marcio crescente all’interno. Ma alla fine il frutto cadrà a
terra e si sa come finiscono questi frutti: nel letamaio.
Io, Figlio di Dio, ho pregato giorno e notte pur non
avendone necessità. Ho voluto far precedere l’esempio all’insegnamento, ma per
moltissimi cristiani e sacerdoti il mio esempio a nulla è valso. Se uno si
rifiuta di mangiare, non può imputare a Me il diminuire in lui delle forze
fisiche; se uno si rifiuta di pregare, non può imputare a Me lo spegnersi in
lui di ogni energia spirituale. Chi non prega è come un naufrago fra le onde
tempestose di un mondo che non è di Dio. Se non nuota, come può salvarsi?
Un numero impressionante di sacerdoti, che hanno lasciato
cadere nel vuoto i miei inviti alla preghiera, come potranno salvarsi? Non
avvertono che la loro febbrile attività è sterile, non è benedetta da Dio?
Molte volte addirittura è controproducente.
Non credono neppure più nei Sacramentali di cui non fanno
quasi più uso, salvo sempre le eccezioni. Vivono al di fuori della viva Realtà
spirituale; sono come ipnotizzati dal Maligno.
Si accendano dei fuochi!
Figlio, credono solo in se stessi, credono nelle riviste
vuote e nei giornali. A queste fonti bevono avidamente.
Basterebbe uno sguardo calmo e retrospettivo nella vita
della Chiesa per rendersi conto che senza la preghiera nessun Santo si è
santificato. Nessun martire (e sono milioni) ha testimoniato con il sangue la
fedeltà a Me, alla Fede senza essere sorretto dalla preghiera.
A questo non guardano. Ma di che cosa alimentano la loro
anima? La vita della Grazia in molti è spenta!
Quanta cecità! Che notte profonda…
È terribile; hanno rifiutato e rifiutano la luce e la vita
gli eletti a portare luce e vita alle anime. Figlio mio, Io sono l’Amore che
essi rifiutano, Io sono la vita che essi spengono, Io sono il fuoco. Che
voglio, se non che questo fuoco arda?
Per questo voglio che si accendano tanti fuochi nei paesi e
nelle città. Guai a quei pastori che si opporranno a questa mia volontà!
Voglio, ad esempio, gli amici di Me Eucaristia, come ti ho
detto.
Ti ho eletto per una grande cosa: per portare la mia parola
ai successori degli Apostoli, ai sacerdoti, ai miei fedeli!
È un’ultima possibilità di salvarsi e di salvare le anime!
Non hanno creduto a Me, a mia Madre. Non crederanno;
persisteranno molti nella loro cecità, ma Io voglio che sappiano che l’ora è
vicina!
Ti benedico, figlio mio.
21 novembre 1975
BATTAGLIA IMPORTANTISSIMA
Figlio mio scrivi.
Sta scritto: « Meditare Novissima tua et in aeternum non
peccabis ».
Queste parole, uscite dalle labbra della Sapienza, sono date
al popolo di Dio come norma di vita. Sono state come sorgente di luce perchè
l’uomo, caduto nelle tenebre, potesse camminare sicuro verso il traguardo
finale della sua esistenza umana. Ora questo precetto, così importante e così
efficace, è stato accantonato con altri in nome della evoluzione dei tempi,
richiedenti forme nuove di vita e di costumi.
Sarebbe bastato un poco di discernimento per vedere, in
questo desiderio sfrenato del nuovo, un astuto inganno del Nemico dell’uomo.
Il precetto di meditare, giorno e notte, le grandi verità
della fede ci viene da Dio; la bruciante sete di novità ci viene dal Maligno.
Se i consacrati in modo particolare avessero richiesto lume,
non l’avrei negato loro; ma, abbagliati dal Nemico, si sono da lui lasciati
convincere con tutte le conseguenze che tu stesso puoi vedere.
Dio vuole guidare l’uomo al raggiungimento della salvezza
eterna della sua anima, ma quando l’uomo rifiuta quel poco di collaborazione
che può dare, Dio l’abbandona a se stesso.
Dio vuole salvo l’uomo, ma con il suo consenso. Dio lo vuole
salvo, però non contro le sue scelte.
Cercare Dio nel silenzio
In un precedente messaggio, ti ho detto chiaramente che
solo nel silenzio dell’anima Dio fa sentire la sua voce.
Ma chi, figlio mio, oggi cerca Dio nel silenzio? Gli uomini
in genere ed anche i miei ministri si sono alleati a Satana nell’opera di
avvilimento della dignità umana. Non solo nell’avvilirla, si aiutano nel
distruggerla, tanto da non riconoscersi più.
L’uomo non sa più chi è. A tanto è arrivata l’opera nefasta
del materialismo, incarnato da Satana.
Coloro che dovevano impegnare tutte le energie possibili per
impedire una così drammatica situazione, non solo non l’hanno fatto, ma hanno
accettato di allearsi con le tenebrose potenze del Male, aggravando e
accelerando il processo di disintegrazione di tutti i valori spirituali e
soprannaturali ché facevano e fanno grande l’uomo, creatura libera e
intelligente, fatto ad immagine e somiglianza di Dio.
Figlio mio, già ti dissi che l’ora delle tenebre è vicina e
che l’umanità conoscerà la più tremenda lotta scatenata nel mondo dall’Inferno
che tutto farà per non perdere quella vittoria che è convinto di tenere in
pugno.
Ti ho detto che questa battaglia troverà riscontro solo
nell’immane lotta combattuta in Cielo tra i figli della luce e quelli delle
tenebre. Intravvedi ora la ragione di questa mia affermazione?
Molti, anche fra i miei consacrati e fra gli stessi
successori degli Apostoli, non sanno che questa ora, dalla caduta di Adamo ed
Eva, Satana con le sue legioni l’ha sempre desiderata, l’ha agognata e
perseguita con tutti i mezzi a sua disposizione. Ritiene questa battaglia una
rivincita sicura su Dio, su Me Redentore, sulla Chiesa frutto della mia
Redenzione, su Me e sulla mia Chiesa, perché Io ho strappato a lui l’umanità
fatta sua schiava.
Che tutti sappiano
Voglio che tutti sappiano i prossimi avvenimenti, te lo
ripeto ancora, come i più gravi della storia del genere umano.
Ma perché non si vogliono convincere, mentre palesi ne sono
i segni e avvertiti sono stati dalla Madre mia?
Ora, pur di chiudere gli occhi alla luce, si parla della
Misericordia. Perché non ne parlarono prima, quando a Fatima, a Lourdes e
altrove la Misericordia così prodigiosamente si è manifestata per richiamare
al pentimento e alla preghiera?
È presunzione rifiutare Dio e poi parlare della sua
misericordia.
La misericordia di Dio è come la calamita; deve trovare il
suo punto di attrazione e non di repulsione.
Io non voglio la sventura.
Piegherò la stoltezza e la malvagità umana in un’opera di
purificazione per il trionfo e della Misericordia e della Giustizia.
Chi ha rinunciato alla luce per farsi figlio delle tenebre,
non può avere parole di verità e di luce.
Meditare novissima tua et in aeternum non peccabis!
Ma nessuno più medita, fatta eccezione di pochi. Sono
illusi, sono come fanciulli che rincorrono la farfalla variopinta e, fattala
prigioniera, aprendo le loro mani si accorgono che della farfalla non è rimasto
che un verme. Povera umanità che, sempre più disillusa e smarrita, non sa
ancora trovare la retta via…
Prega, figlio mio; ti benedico.
22 novembre 1975
NON HANNO CAPITO MOLTO
« Molti sacerdoti e perfino alcuni successori dei miei
Apostoli, non hanno capito molto della storia dell’umanità.
I cristiani poco o nulla capiscono, ma sono meno
responsabili perché nessuno ha provveduto a illuminarli.
Poche sono le anime dei miei consacrati che posseggono la
visione esatta della storia del mondo! Questa storia si impernia tutta nella
lotta tra Satana e Dio. Da Satana e dalle sue tenebrose legioni Dio è
combattuto nelle sue creature.
Satana sa bene che non può affrontare Dio direttamente,
allora lo combatte, indirettamente, nel genere umano.
Che cosa è, figlio, la storia del Mistero della salvezza, su
cui i teologi spremono il cervello per trovare anche in questo campo qualche
novità, e si arrabattono in tutti i modi per complicare le verità da Me
rivelate?
Che cosa hanno capito della semplicità e profondità della
mia dottrina, cioè delle Sacre Scritture, del mio Vangelo?
La storia della Chiesa che cosa è se non l’antagonismo
aspro tra il bene e il male?
Ti ho detto, figlio, che la storia dell’umanità ha due punti
focali
1. La Creazione dell’uomo con tutti i suoi doni naturali,
preternaturali e soprannaturali. È importante tener presente questo per capire
la gravità della caduta dei progenitori, Ecco Satana che finalmente ha trovato
l’oggetto su cui sfogare il suo odio, il suo veleno, le sue sfrenate e
disperate passioni
– l’uomo ricco fatto povero
– l’uomo sapiente fatto ignorante
– l’uomo forte reso debole
– l’uomo felice reso infelice
– l’uomo immortale reso mortale
Non potendo prendersela con Dio, ora può disperatamente
infierire sull’uomo, su tutto il genere umano.
Quando poi venne a conoscenza dell’Incarnazione di Me,
Verbo di Dio, concepì il folle piano di annientare Me e la mia Chiesa, di
rendere nulli i frutti della mia Redenzione.
Stolto e perverso piano di guerra! Guerra tessuta di
innumerevoli battaglie, servendosi di tutto e di tutti quelli che si prestano
alla sua azione devastatrice, a servire il suo sfrenato orgoglio.
2. Il secondo punto focale della storia umana è –
L’incarnazione, la Passione e la Morte di Me, Figlio di Dio fatto Uomo. È pure
la passione, la morte e la risurrezione del mio Corpo Mistico, cioè della mia
Chiesa, uscita dal mio Cuore Misericordioso.
Storia autentica
Questa è l’autentica storia del genere umano, che si palesa
progressivamente, e l’ultima pagina sarà scritta alla fine dei tempi.
Dunque è storia in atto, che rivela in maniera chiara la
lotta senza tregua fra il bene e il male, tra la luce e le tenebre, tra l’amore
e l’odio, tra la fede e l’ateismo, tra la gioia e il dolore, tra la luce e le
tenebre.
Dietro il bene, la luce, la verità, l’amore, sta Dio; al
contrario, dietro il male sta Satana.
Ora, figlio, con infinita amarezza si vede come da parte
della mia Chiesa, per colpa di molti miei pastori e sacerdoti, non sia stata
impostata, come dovevasi contro le instancabili e insidiose forze dell’Inferno,
la difesa dei valori della Redenzione, e come non siano stati approntati i
mezzi di difesa contro gli assalti del Nemico.
Questa è responsabilità dei pastori e dei sacerdoti che oggi
si dibattono, come fossero precipitati in sabbie mobili. E ancora, mentre la
casa brucia e la frana è in atto, si perdono in mille attività improduttive perché
fuori della realtà, perché non inquadrate nella visione realistica della
situazione.
Ti confermo che la guerra in atto sfocerà nella più paurosa
battaglia mai combattuta finora sulla terra, che non ha riscontro se non nella
battaglia celeste degli Angeli ribelli contro gli Angeli della luce.
Assolutamente voglio che tutti sappiano quello che non Io ma
gli uomini alleati di Satana stanno follemente attuando.
Non Io! Non a me quindi deve imputarsi questa prossima
lotta. Io, Giustizia e Misericordia, dalla malvagità altrui saprò invece trarre
una Chiesa nuova, un mondo rinnovato.
Saprò dare a questa Chiesa e a questo mondo un lungo periodo
di pace e di giustizia.
Saprò salvare dalle pene dell’Inferno tutti coloro che, in
umiltà e pentimento, accoglieranno in tempo questi messaggi, testimonianza del
mio amore.
Ti benedico, figlio mio, e con te benedico tutti coloro che
crederanno.
23 novembre 1975
LE GRANDI VERITA’
Dalle labbra della Sapienza è uscito il monito “Meditare
novissima tua et in aeternum non peccabis”.
Lo Spirito Santo ha voluto porre dinnanzi alle vostre anime
quattro grandi realtà
Morte – Giudizio – Inferno – Paradiso. Dunque si muore.
Questa della morte è una realtà concreta, una realtà di cui
indirettamente fate esperienza quotidiana: un giorno farete anche l’esperienza
personale.
Ebbene, figlio, potrebbe sembrare non vero, ma in realtà
nessuno se ne cura; si vive più o meno allegramente, come se non si dovesse
morire.
Chi è che conduce gli uomini, i cristiani, i sacerdoti a
dimenticare il monito dello Spirito Santo, quello di riflettere sulla morte,
dalla morsa della quale nessuno potrà sfuggire?
È Satana! Sempre lui che circuisce l’anima umana con le sue
astuzie e seduzioni, con le sue menzogne: Sicut leo rugiens quaerens quem
devoret. Siete stati messi in guardia.
Vi è stato detto che ruggisce, ma non vi può mordere se non
nel caso che voi vi esponiate volontariamente ai suoi tiri.
Su questo argomento disponete di tanta luce. Le Sacre
Scritture, la vita dei Santi e dei Martiri è tutta una storia di lotte tremende
tra l’uomo e il Principe delle tenebre. Ricordate l’Angelo di Tobia che libera
Sara, e mille altri episodi.
L’Angelo custode
In questa lotta, a fianco dell’uomo che Io non ho voluto
solo, perché altrimenti la lotta sarebbe stata impari, ho messo un mio Angelo,
un Angelo sempre pronto ad intervenire ogni qualvolta ne è richiesto.
Purtroppo l’incredulità fa sì che pochi ricorrano a lui.
Quante volte i miei Angeli, vostri custodi, sono costretti
dalla incredulità umana alla passività quasi assoluta! Quante volte sono
costretti a ritirarsi per non assistere allo scempio che l’uomo fa di se
stesso! Povero uomo che vai brancolando nelle tenebre, quando Io ti ho
tracciato una strada di luce i… Mezzi di difesa? Ma sono tanti!
Ci sono i Sacramenti, i Sacramentali, la preghiera. Ma
nessun mezzo vale quando l’anima è nel buio, e oggi moltissime anime sono nel
buio più profondo. La mancanza di fede porta tenebre nelle anime.
Se non farete penitenza
La più grande crisi di fede, dalla creazione dell’uomo ad
oggi, è l’attuale.
Un formalistico costume di vita cristiana fa illudere molti
di essere sulla giusta via. Parecchi sacerdoti credono di essere sulla giusta
via, come lo credevano i sacerdoti, gli scribi e i farisei nei tempi in cui Io
fui sulla terra, nella mia visibile Umanità.
In tutti i tempi e in tutti i luoghi, la lotta tra il bene
ed il male porta lo stesso immutabile sigillo. Se l’umanità atea di oggi non si
alza in piedi e non cerca di scuotere la polvere e il fumo che ne annebbia
l’anima, in gran parte perirà.
Non saranno i sarcasmi e le ironie degli pseudoteologi, dei
sacerdoti insipienti e superbi, non saranno le arti dei manipolatori di
corruzione in tutti i settori della vita privata e pubblica, ad evitare le
rovine che l’uomo stoltamente sta provocando. Dillo forte che il tempo è
contato; gridalo forte, come Giona : « Se non farete penitenza, perirete ».
Dillo forte che Dio non si può irridere impunemente.
Gridalo forte che l’ora delle tenebre non è voluta da Dio
ma dagli uomini stessi.
Gridalo forte che la Madre mia tanto ha fatto per
allontanare dal mondo la catastrofe.
Ricordali a tutti: Lourdes, Fatima e mille altri interventi,
molte volte soffocati proprio per opera di coloro il cui compito era quello di
giudicare con maggior obbiettività e minor rispetto umano. Hanno avuto paura
del giudizio del mondo…
Qui sta la loro colpa: non la verità, ma se stessi hanno
messo davanti. E ora parlano solo della Misericordia di Dio e non delle loro
responsabilità.
Anche nel pronunciarsi su questi messaggi, ancora una volta
verrà rifiutata la luce ?…
Io li voglio tutti salvi, ma essi oppongono resistenza.
Amano l’oscurità. Nelle tenebre periranno. Tu non temere; continua ad essermi
fedele. Sei nel mio Cuore e qui nessuno non ti potrà toccare, neppure sfiorare.
Ti benedico, figlio mio; voglimi bene e cammina diritto
davanti a Me. Sono la Via che molti si rifiutano di battere.
24 novembre 1975
LA VOLONTA’ DI DIO
«Figlio, scrivi come Io voglio i miei vescovi, i miei
sacerdoti, i miei fedeli.
Se quelli di questa generazione non accetteranno la
trasformazione della loro vita, che da tempo e con tanta insistenza ho chiesto,
provvederò Io alla necessaria riforma di vita.
A Me i mezzi non mancano; non provvedono loro a uniformarsi
alla volontà divina, provvederò Io, affinché il volere divino sia compiuto.
Vi meravigliate, leggendo la Bibbia della durezza di cuore
dei sacerdoti e dei dotti del popolo di Israele; ma voi non siete di meno.
Tardi e duri di cuore, che aspettate ancora? Non vi sono bastati i segni che vi
furono dati?
Io voglio la mia Chiesa fatta nuova, purificata dal
sudiciume da cui attualmente è pervasa.
Non illudetevi. Vi ripeto che sono il Dio della
Misericordia, ma della mia Misericordia che avete fatto? Perché non volete
capire che in Me Misericordia e Giustizia sono la stessa cosa?
Non avete il potere di distruggere la mia Giustizia, come
non avete il potere di distruggere l’Inferno di cui non volete più sentir
parlare.
Forse Io cesso di essere la Misericordia quando, per
giustizia, sono costretto ad escludere dalla Casa del Padre mio i reprobi, gli
impenitenti? E che Giudice sarei se usassi lo stesso metro coi buoni e coi
cattivi?
Allora, annullata la giustizia, secondo il vostro
peccaminoso modo di ragionare, si dovrebbe annullare il Giudizio sia
particolare, sia universale e si dovrebbe ammettere che la vita terrena non è
terra di esilio e tempo di prova, e le cose dovrebbero continuare così come
stanno. Non ci sarebbe più la separazione del grano buono dalla zizzania, dei
reprobi dai giusti. I miei insegnamenti sarebbero inquinati da errori…
Gesù
La volontà di Dio
No, figlio mio. Io non posso errare. Voi vi siete dati un
modello di vita che contrasta e con la mia dottrina e con i miei esempi.
Io sono la via. Chi vuole venire dietro di Me, vescovi,
sacerdoti, fedeli, debbono seguirmi.
In un precedente messaggio « La strada » è chiaramente
detto: « Io ho iniziato con l’umiltà, con la povertà, con l’obbedienza al Padre
mio, usque ad mortem ».
Io mi sono adeguato alla volontà divina del Padre, ma chi
oggi si studia di compiere la volontà di Dio?
Neppure si cerca di conoscerla.
Come dunque debbono essere i miei pastori, i miei sacerdoti,
i miei fedeli? Ma vi è qualcosa di più limpido e di più chiaro nel mio Vangelo?
Eppure non vedono, ottenebrati dalla superbia o dall’una e dall’altra delle
due concupiscenze.
Vengo alla luce di questa vita terrena; i miei Angeli non
vanno a comunicarlo ai potenti e ai ricchi della terra, ma ai pastori, gente umile
e casta, gente giusta e onesta.
Vengono i pastori a porgermi il loro saluto, a donarmi il
loro amore.
Nato con atto di infinita umiltà, attorno a Me ho voluto i
semplici, gli umili e puri di cuore. Così debbono essere, così voglio i miei
vescovi, i miei sacerdoti, i miei fedeli e così saranno nella Chiesa
purificata.
Il Padre mio mi ha dato Giuseppe come Padre putativo, l’uomo
giusto.
Che vuole dire uomo giusto? Uomo santo che pratica la
giustizia, uomo umile, uomo puro.
Ma se i vescovi ed i miei sacerdoti volessero un poco
riflettere, dovrebbero capire chiaramente ciò che Dio vuole da loro.
Semplicità e purezza
Non parlo della Madre mia, Regina di tutte le virtù, della
Madre mia che unica fra tutte le donne, e benedetta fra tutte, fu fatta partecipe
(nel modo precisato nei precedenti messaggi) del mio Sacerdozio. Ella è quindi
modello di ogni virtù per vescovi e sacerdoti.
Come fu la Madre mia, così dovrebbero essere tutti i miei
vescovi e sacerdoti!
Basterebbe meditare per imparare.
Fra i miei apostoli vi fu uno particolarmente prediletto,
Giovanni. Ebbe le confidenze del mio Cuore misericordioso. L’umiltà, la
semplicità e la purezza di Giovanni rapirono il mio Cuore.
Fra i miei apostoli un altro, di cuore superbo e di animo
impuro, nonostante la mia misericordia finì disperato nell’Inferno. Non volle
cogliere gli impulsi del mio amore e della mia misericordia, ma ascoltò la voce
insidiosa delle più turpi passioni.
E poi chi furono i Santi? Furono i veri miei amici.
Potrei continuare a citare i miei insegnamenti in merito, a
richiamare alla tua memoria fatti ed esempi, ma stimo questo sufficiente.
Ti benedico, figlio mio. Offrimi le tue sofferenze per
unirle alle mie perchè si faccia luce nell’animo di chi vive nelle tenebre.
25 novembre 1975
IL FIORE PIU’ BELLO
Qual’è il più bel fiore del Paradiso e della terra? Qual’è,
figlio mio, l’opera più bella della creazione?
Qual’è figlio mio, ciò che maggiormente è caro alla Trinità
divina?
E’ il Cuore Immacolato della Madre mia e Madre vostra,
oggetto dell’amore eterno di Dio, Uno e Trino.
Ebbene, di ciò che è più caro al suo Cuore, Dio ha voluto
fare dono a voi.
Fiore stupendo ed olezzante ha in sé i profumi di tutte le
virtù, fiore che non ha concorrenti né in cielo né in terra, tanto distanzia
per la sua bellezza gli Angeli e tutte le creature della terra.
Dio ha guardato a Lei da sempre, Dio l’ha amata e l’ha fatta
oggetto delle sue compiacenze da sempre; Dio l’ha voluta accanto a sé
nell’attuazione del Suo infinito disegno di amore. Corredentrice, Madre,
Regina, l’ha fatta potente.
D’innanzi a Lei si piegano le gerarchie angeliche e le
generazioni umane la chiamano beata.
Dio ha amato gli uomini al punto di dare per essi il Figlio
suo e, dopo il Figlio, la Madre. Ma gli uomini non sempre hanno dimostrato e
dimostrano di avere capito il dono di Dio.
Fiore fatto di candore immacolato, di purezza, di amore e di
generosità. Fiore unico, in Cielo e in terra altri d’eguali non ve ne saranno
mai. Questo è il vero capolavoro di Dio, al confronto del quale tutto è scialbo
e tutto è poco.
Ebbene, questa Madre ha una capacità d’amore che non ha
limiti. Coloro che non ammettono questo, perché dicono di non credere ai
numerosi interventi della Madre mia a favore dell’Umanità pellegrinante sulla
terra, non sanno che cosa è l’amore; il loro cuore è arido, la loro mente è
oscurata a tal punto da non vedere.
Non conoscete l’Amore
Già ti dissi che fede speranza e amore non possono mai
essere separate; sono (un poco come le Persone della SS. Trinità) distinte ma
unite da essere una in tre. Come potrebbe essere altrimenti? Sono virtù
soprannaturali partecipate all’animo di ogni cristiano da Dio stesso, per cui
il cristiano diventa figlio di Dio, partecipe della Sua natura ed è quindi
somigliante a Dio.
Poveri figli miei, poveri sacerdoti, che grama vita è la
vostra; non conoscete l’amore! Che triste vita è la vostra; non conoscete la
causa motrice della gioia, della speranza! Non conoscete la forza che fa
vincere le prove e le difficoltà; che natura corrotta è la vostra!
Mondo e demonio mettono di continuo ostacoli sul vostro
cammino; per questo siete spesso a terra. Perché siete irrequieti e ribelli?
Perché ove non è amore, ivi è risentimento che degenera, anche nei ministri
miei, non di rado in odio.
No, figli, non vi sono zone neutre, o si è nell’area
dell’amore infinito di Dio, o si è nell’area del Nemico di Dio e dell’uomo,
cioè di Satana.
Dunque non credere, o anche solo dubitare dei numerosissimi
interventi miei e della Madre mia a favore dell’Umanità (interventi sempre
avvenuti a seconda della necessità dei tempi) è come negare l’essenza di Dio
che è amore, e la realtà del Fiore più bello della terra e del cielo, che è il
Cuore Immacolato della Madre mia.
L’amore tende necessariamente all’oggetto amato, l’amore si
riversa sull’oggetto amato. Non capire questo è non capire la natura
dell’amore.
Ho già lamentato il comportamento della Gerarchia su questo
punto a cui non si è dato la necessaria importanza. Non si è indagato
sufficientemente e oggettivamente. I giudizi dati da molti Vescovi sono stati
condizionati da paure, da timori personali, la paura di compromettersi, ecc.
Non si è cercata la verità, la sola verità, spogliandola da ogni elemento
estraneo. Sempre il terribile io affiora in ogni azione, la paura della
responsabilità; insomma se stessi prima, gli interessi di Dio e delle anime
dopo…
Quanto tempo perduto, quante anime ostacolate, quante
condanne ingiuste! Di quanto bene sono state private molte anime! Tremenda è la
responsabilità di coloro che hanno autorità d’indagare, di giudicare con
verità e giustizia e non con viltà ed ingiustizia. Con menzogna agiscono quando
antepongono la propria persona ai veri interessi di Dio. Con ingiustizia se
recano danno alle anime con ingiuste condanne.
Amore senza misura
Figlio, vorrei farti capire, con un paragone, il grandioso
piano d’amore del tuo Signore: Immagina due genitori che hanno un unico figlio
che follemente amano, che forma l’oggetto, lo scopo della loro vita. Ebbene un
giorno viene loro domandato di dare il loro figlio per salvare dalla morte
tante altre creature umane.
Questi genitori, pur amando di un amore non descrivibile il
figlio, sottoscrivono la sua morte. Il figlio, che a sua volta ama
smisuratamente i genitori, acconsente di sacrificarsi per tanti suoi
fratelli. Amore senza misura del padre e della madre per il figlio, amore
senza misura del padre e della madre per i condannati a morire senza il
sacrificio del figlio, amore senza misura del figlio per i genitori e per i
fratelli minori da salvare.
L’Amore tende a donare e a donarsi. Dio ama infinitamente il
Figlio e lo dona per la salvezza dell’Umanità, il Figlio ama infinitamente il
Padre e accetta di morire per l’umanità.
Il Padre celeste e la Madonna amano rispettivamente il loro
Figlio e lo danno per salvezza degli uomini.
L’amore del Figlio per il Padre celeste e per gli uomini
s’incontra nel Cuore suo misericordioso, così come l’amore della Madre mia e
vostra per Dio Uno e Trino e per voi s’incontra nel suo Cuore Immacolato. Ma
che sanno di questo mistero d’amore i miei increduli sacerdoti?
Ecco la loro aridità spirituale, ecco perchè non vogliono
soffrire! La sofferenza è l’anima dell’amore…
Questo lo hanno capito le anime vittime. Ma i sacerdoti che
ne sanno e che cosa hanno da dare alle anime, se sono privi di amore?
Che cosa hanno da dare se non se stessi? Ecco perché cercano
sempre se stessi, anche se a parole ipocritamente parlano d’amore. Le loro
parole ricercate saranno sempre fredde e prive di qualsiasi forza di
penetrazione. Sono dei mercenari che nulla fanno senza accontentare se stessi,
che non sanno cosa voglia dire adeguarsi alla volontà divina, poiché questo
importa amore.
Sono egoisti. Per forza: sono orgoglio, quindi egoismo; sono
mercenari che in un prossimo domani, quando i lupi entreranno in mezzo al
gregge per sbranare le pecore, fuggiranno a migliaia e migliaia, lasciando
dietro di sè solo rovine. Tradiranno Dio e i fratelli; non vedranno che se
stessi.
Come potrebbero amare se mai hanno conosciuto l’amore? E
ciò per colpa loro, figlio, per colpa loro, perché hanno lasciato cadere nel
vuoto gli impulsi della mia Grazia.
Che tremenda visione, che zona oscura sono questi miei
sacerdoti e figli nella mia Chiesa. Quanto freddo e gelo intorno ad essi!
« Qui non diligit manet in morte ». Sono, sì, nella morte
perché l’anima senza amore è morta; sono nell’oscurità tanto da non vedere, da
non credere ciò che le anime semplici credono e vedono; sono peso morto per la
mia Chiesa, sono membra incancrenite del mio Corpo Mistico, sono una sofferenza
e un danno incalcolabile per loro e per le anime. Sono tralci staccati dalla
vite, sono come il fico maledetto che produceva solo foglie e mai frutti.
Poveri figli! Orgoglio e presunzione li hanno dirottati su
di un binario fermo, sono incapaci di ascendere verso le conquiste del bene:
non hanno la forza di salire sulla cima della Santa Montagna. Bisogna
scuoterli; bisogna risvegliarli da quel sonno di morte da cui sono
attanagliati.
– Come, o Signore?
« Figlio mio, lo sai: umiltà, preghiera e sofferenza!
Con l’umiltà si abbatte la superbia, con la sofferenza si
accende il fuoco, con la preghiera si costringe Dio alla pietà e alla
misericordia.
Figlio, ecco perchè voglio che i Vescovi intendano dar vita
nelle Parrocchie all’istituzione dei miei amici, alla « Pia Unione Amici di
Gesù Eucaristia ». Debbono capire che questa è una questione di fede e di
amore. È ben più importante di tante altre attività accendere il fuoco
dell’amore, accendere i bracieri di fede e di carità.
Ovunque è possibile, non importa il numero degli aderenti.
Importa che in tutte le parrocchie gli amici di Me, presente nel Mistero della
fede e dell’amore, diventino i miei alleati per salvare le anime in pericolo.
È necessario perché nell’ora di tenebre che si avvicina le
anime fedeli sappiano dove possano temprarsi, alimentarsi. Abbiano un punto
sicuro per non smarrirsi nell’oscurità della notte.
Costa poco, perciò lo facciano fin che ne hanno il tempo.
Ora basta, figlio mio, chi ha orecchi per intendere, intenda.
Ti benedico, offrimi le tue sofferenze, sta con Me. In
questa notte hai fatto veglia e mi hai consolato col tuo amore.
26 novembre 1975
IL NEMICO DA AFFRONTARE
Io, Verbo eterno di Dio, Parola del Padre, ho parlato agli uomini,
ho annunciato la verità.
La verità irradia luce, e di luce vi era necessità perché le
ombre di morte erano scese sull’umanità colpevole, avvolgendola e
imprigionandola come in una morsa tremenda e velenosa.
La lotta ha avuto presto inizio. È la lotta tra luce e
tenebre, tra verità e menzogna, tra vita e morte. I progenitori colpevoli
corrono a nascondersi nel folto della vegetazione, hanno paura; sentono il
bisogno di coprirsi, hanno vergogna; avvertono i primi effetti della loro
colpa.
Ma Io, Parola di Dio, Luce del mondo, irradiai verità e luce
sui progenitori avvolti nelle tenebre di morte e, ottenuta la loro confessione,
preannunciai la vittoria per mezzo di Maria. « Hai insidiato la donna, la
donna ti schiaccerà il capo, striscerai sulla terra, morderai la polvere e
sarai maledetto fra tutti gli animali che popolano la terra ».
Ecco la guerra entrata nel mondo, ecco l’inizio del duello,
senza posa e senza tregua, che avrà il suo epilogo alla fine dei tempi col
Giudizio Universale. Quello sarà il grande giorno che consacrerà, col sigillo
divino, la grande vittoria di Me, Parola di Dio e Luce del mondo, sulla
menzogna.
Voi, figli miei, dalla creazione e caduta dell’uomo ad oggi,
non avete capito ancora che tutta la storia dell’umanità s’incentra in questa
guerra. Ho detto tutta la storia dell’umanità. Tutti gli sforzi delle tenebrose
potenze del male consistono proprio in questo: sviare dall’animo umano la reale
visione di questa lotta drammatica e senza tregua tra Me, Parola di Dio fatta
Carne, e Satana con le sue legioni.
Tutta la storia del Mistero della salvezza si si impernia
qui. La storia del Corpo Mistico s’incentra qui. La storia dell’umanità ha qui
la sua ragione di essere. Ma che tutto questo non sia compreso da molti Vescovi
e da molti, molti sacerdoti è paradossale!
Ecco perché siamo arrivati a questa catastrofica situazione.
Se coloro che debbono vigilare non conoscono il pericolo da cui guardarsi, a
che cosa si riduce la loro vigilanza?
Se coloro che debbono guidare, non conoscono la strada
giusta, che guide sono?
Se coloro che debbono combattere non usano le armi giuste,
sono destinati alla sconfitta. Così fu all’inizio: Adamo ed Eva avevano in
abbondanza forza e potenza per vincere l’insidia del nemico, ma erano inesperti
sul modo di difendersi contro l’insidia della menzogna che essi non
conoscevano.
Non potete ignorare
Ben più grave è per voi che non potete ignorare, dopo secoli
e secoli di questa lotta, di quale tempra sia il nemico che dovete affrontare.
Adamo ed Eva cercarono una giustificazione alla loro colpa;
la addossarono all’insidiatore tentando, dopo aver peccato, di scaricare la
colpa sull’avversario.
Così faranno molti vescovi e molti sacerdoti, nel vano
tentativo di allontanare da loro la responsabilità. Hanno avuto e hanno paura
di prendersi le loro responsabilità. Motivi di prestigio personale li ha fatti
cedere al Nemico, e questo infinite volte; prima il prestigio personale, prima
la dignità…
Fatti palloni fatui sospesi in aria, in nome del prestigio
sono venuti meno agli impegni che dovevano avere il primo posto.
Hanno ceduto al rispetto umano e ad altre piccinerie non
degne di un pastore di anime.
Non hanno usato loro per primi le armi giuste! Umiltà,
povertà, sofferenza, preghiera… Come potevano usarle gli altri? Diranno che
hanno pregato. Però la preghiera doveva avere il primo posto e il maggior
tempo, in realtà era stato messa all’ultimo posto.
Ho invitato sacerdoti e vescovi ad un confronto; lo facciano
prima che sia troppo tardi, un confronto tra la loro vita e la mia vita sulla
terra, tra il cammino da loro percorso ed il mio cammino. Lì potranno vedere,
senza pericolo di ingannarsi, la realtà.
Se ne avessero davvero il coraggio, dovrebbe emergere da
questo leale raffronto tutto il pus che hanno dentro.
Non valgono gli esempi dei grandi vescovi? e per i sacerdoti
il santo Curato d’Ars non dice nulla? Negletto e disprezzato, passava ore e ore
a pregare, ma la grazia divina in lui era tale da convertire anche le pietre.
Non voi dovete adattarvi ai tempi, ma i tempi debbono
adattarsi a voi. Quale responsabilità l’avere abdicato alla lotta! Se voi siete
vescovi e sacerdoti, lo siete in virtù di questa lotta. Senza questa lotta non
avreste ragione di essere. E molti l’ignorano. Figlio, ti benedico, Non temere,
guarda Me e avanti nel tuo cammino, fino al grande incontro! Allora le spine
diventeranno rose meravigliose sconosciute sulla terra d’esilio.
27 novembre 1975
NON SIAMO LONTANI
Figlio, mi hai manifestato il desiderio di conoscere e
comunicare con il santo Martire Ottavio, ecco
« Sono Sant’Ottavio, martire romano. Desidero che tu sappia
che in Paradiso non si vive una vita d’inerzia, ma una vita intensamente
attiva.
In Paradiso si ha la pienezza della vita. Entra nella
normalità il desiderio di comunicare tra noi il Corpo è unico, unico vi è il
Capo; anche le attività, finché i pellegrinanti sulla terra non deviano in
cose dannose all’interno corpo e lesive dei diritti di tutte le membra, prima
fra tutte quella del Capo.
Fratello mio, non ti è mancato mai, dalla nascita, e non ti
mancherà fino alla fine dei tuoi giorni terreni, l’aiuto che ci è stato
consentito.
Più grande sarebbe stato, se più intenso fosse stato il tuo
desiderio di riceverlo e più frequente la tua richiesta. La bontà divina ci ha
concesso l’incontro; allora accordiamoci per una più feconda, reciproca
collaborazione. È gioia per la divina Bontà e gioia per noi, fratello mio,
rendere i nostri rapporti più intimi, più frequenti, più confidenziali, e
soprattutto più fecondi di bene.
Non siamo lontani da voi, fratello! È un errore il pensarlo:
siamo membra libere ed intelligenti dello stesso Corpo. La stessa Vita divina
alimenta noi e voi. V’è solo che noi vi amiamo molto e voi ci amate molto meno,
tanto poco da dimenticarvi di noi.
La Comunione dei santi
Ma tu sai, fratello, che l’amore tende necessariamente
all’unione, all’unione perfetta. Come la si si può rendere facilmente
realizzabile? Non vi può essere, se l’amore è unilaterale.
Fratello mio, dillo a tutti che il bene sulla terra potrebbe
essere immenso, incalcolabile, se voi ancora pellegrini viveste, come noi
ardentemente desideriamo vivere, (e lo viviamo nella misura che voi ce lo
consentite) il dogma della Comunione dei santi!
In Paradiso non ci si può rammaricare di niente, altrimenti
non vi sarebbe felicità perfetta. Ma se si potesse rammaricarci di qualcosa,
certamente sarebbe di questo: d’avere perduto immense possibilità di bene e
trascurato una fonte meravigliosa di risorse spirituali e anche materiali, per
il bene personale e sociale della Chiesa.
Per bontà divina ci sia concesso di ritrovarci con maggiore
frequenza, per l’onore e la gloria del nostro tre volte Santo Dio, Uno e Trino.
27 novembre 1975
PICCOLE E GRANDI COSE
Gesù, prima di darmi la sua benedizione come usa ogni sera,
mi ha detto
Figlio, voglimi bene, ricordati che dinnanzi a Me niente è
grande e niente è piccolo. Ricordati che è proprio nelle piccole cose, nelle
cose più minute che si dimostra di amarmi e di amarmi ardentemente.
… Quel sorriso donato ad una persona che ti urta, quell’atto
di umiltà fatto nel momento giusto, quell’atto di impazienza fatto prontamente
rientrare, quella generosità nel rispondere agli impulsi della mia grazia,
quella puntualità nei rapporti coi terzi, quel sapere ascoltare (e potrei continuare
ancora) sono piccole e grandi cose che arricchiscono la nobiltà dell’animo.
Esse danno a Me gioia e sono testimonianza di un autentico
amore.
Figlio mio, voglio che tu abbia ad amarmi così. Così farai
felice il tuo Gesù.
Chi mi è fedele nel poco, mi è e mi sarà fedele nel molto.
28 novembre 1975
CAPOLAVORO DELLA TRINITA’
Figlio mio, scrivi
Ti ho già detto come voglio i miei sacerdoti anche se mi
sono limitato alle cose principali. Ora vorrei farti capire come il sacerdote
sensibile e attento ai segni della grazia, Io lo voglio plasmare, naturalmente
non senza il suo consenso. A volte mi basta che non metta ostacoli alla mia
opera di cesello, opera che non solo arricchisce il sacerdote di meriti e di
virtù, ma ne fa un capolavoro della Trinità divina.
Di lui si delizia il Padre, di lui gioisce lo Spirito Santo,
che si servirà delle sue labbra per manifestare la sapienza che irradierà luce
nelle anime.
Di lui è contento il suo Gesù, che ne farà una cascata di
grazia che permeerà le anime con cui viene a contatto.
Di lui Gesù farà un altro Se stesso, che passerà nel mondo
attirando a sé con la forza della preghiera, con la potenza della sofferenza.
Come Me, trionferà nelle umiliazioni e nella incomprensione di coloro che lo
circondano.
Figlio, il sacerdote che Io voglio deve essere attento alle
mie parole. Il sacerdote che Io voglio deve essere proteso verso di Me nella
donazione di tutto se stesso a Me e ai fratelli, come Io mi sono donato tutto
al Padre e tutto a voi.
Il sacerdote, sul mio esempio, deve essere l’uomo della
preghiera.
Santissima Trinità
Arido deserto
Figlio mio, quale capovolgimento di situazione nella mia
Chiesa! Non si prega o si prega male, è una preghiera materiale.
Per questo non ci sono più vocazioni. Come potrei Io
suscitare vocazioni per farne non dei sacerdoti, ma dei servitori di Satana,
perché questa è la realtà; molti sacerdoti invece di essere miei ministri, si
sono posti al servizio del Demonio.
I miei veri sacerdoti sanno bene che alla preghiera va dato
un tempo considerevole; è solo con la preghiera e con la sofferenza, oggi
abborrita, che il sacerdote diventa forte della stessa mia fortezza. Il
sacerdote che voglio Io vive di fede. È impossibile che un sacerdote non sia
l’uomo della fede. Ma credi tu che avessero fede quelli che mi hanno
abbandonato per correre dietro ai fatui piaceri del mondo? Credi tu che
abbiano tutti una grande fede quelli che sono rimasti? No, purtroppo…
Che orrendo squallore, che arido deserto ha creato il Nemico
nella mia Chiesa
Il sacerdote che io voglio, il sacerdote della Chiesa
purificata per una nuova vita, deve avere in sè, anche il fuoco dell’amore. Non
sono Io venuto sulla terra per accendere il fuoco, e che cosa voglio se non che
il fuoco arda e divampi fino a creare un grande incendio? Invece i cuori di
qualche pastore e di molti sacerdoti sono gonfi di superbia e quindi di
egoismo.
Il sacerdote vero anela giorno e notte a Me, come il cervo
assetato anela ad acque fresche e limpide.
Credi tu che mi cercano tanti sacerdoti di questa
generazione? No, figlio mio, desiderano la macchina, sognano il matrimonio,
amano le sale, i luoghi pubblici, alcuni perfino i caffè, amano i films anche
immorali, si appiccicano alla televisione.
Alcuni hanno cuore per tutte le vanità e comodità, meno che
per il loro Dio. Altro che Dio al di sopra di ogni cosa! ogni cosa al di sopra
di Dio! Non hanno il coraggio
Ed i Vescovi? Alcuni di essi dormono. Se sanno, non hanno il
coraggio di dar mano alla scure, e allora cercano nuovi mezzi, nuove vie. Nuove
vie non esistono, come non esistono altri mezzi al di fuori di quelli da Me
indicati, frutti della mia Redenzione.
I Vescovi, in nome della prudenza, continuano a commettere
imprudenze. Quante ne hanno compiute, con danno gravissimo delle anime e della
Chiesa a cui sono stati chiamati a presiedere!
In nome della prudenza dormono perché, in molti casi, sono
dei pavidi che fingono un amore e una cura che non hanno e una paternità che,
in non pochi casi, non è sincera.
C’è chi agisce per calcolo; ma l’amore non fa calcoli,
l’amore marcia su di un’altra direttiva, l’amore tutto supera, tutto vince e
non si perde in quisquiglie. L’amore è fuoco che arde, che brucia, che non si
arresta.
Leggano bene S. Paolo su questo punto e molti di essi dovranno
ammettere di marciare su di un binario opposto, o quasi, a quello indicato
dall’Apostolo.
Ti ho detto, in precedenti messaggi, che Io voglio i miei
sacerdoti santi; ora ti ho meglio specificato quello che il sacerdote deve e
quello che non deve essere per diventare santo.
Ti benedico, figlio mio. Prega e soffri per la conversione
dei sacerdoti.
2 dicembre 1975
IL PROGRESSO MODERNO E’ PAGANESIMO
Figlio mio, scrivi
Il progresso moderno è arma micidiale con cui Satana
allontana anime e anime dalle sorgenti di acqua viva, per portarle e poi
abbandonarle in un deserto a morire di sete.
Chi doveva mettere in guardia le anime dei battezzati da
questo grave pericolo, si è lasciato lui pure abbagliare.
Senza opporre resistenza e avvertire il gregge del
gravissimo pericolo a cui andavano incontro, ha seguito il Nemico, che così ha
potuto allontanare dalla luce della fede gregge e pastori.
Dimostrarti quanto ciò sia vero mi pare superfluo; chi non
vede oggi dissacrata e scompaginata la famiglia?
Chi non vede oggi la scuola, da santuario trasformata in
una bolgia infernale dove, col pretesto del progresso e dell’evoluzione dei
tempi, i fanciulli vengono iniziati ufficialmente al peccato?
Chi non vede come il cinema e la televisione siano diventati
cattedre con milioni e milioni di alunni che assorbono avidamente lezioni di
violenze, criminalità, adulteri.
Sono cattedre da cui il veleno dell’ateismo viene inculcato
in tutte le ore del giorno e della notte con bugiardi notiziari, con film
esaltanti il divorzio e l’aborto, con canzoni insinuanti l’amore libero, la
sensualità. L’immodestia viene esaltata e glorificata attraverso il nudismo,
l’immoralità dei costumi. La diffusione di errori di ogni genere viene
quotidianamente accolta come una conquista di libertà.
In nome della libertà
In nome della libertà si uccide, in nome della libertà si
corrompe, in nome della libertà si compiono le più scellerate imprese.
Non ti parlo di ciò che avviene in ville, in case private,
in locali pubblici; ogni aberrazione, ogni pervertimento e iniquità vien
consumata. Qui Satana sfoga tutto il suo odio contro la natura umana
degradandola, distruggendo in essa ogni pudore e senso di dignità,
calpestandola, umiliandola in tutti i modi acconsentiti dalla sua astuzia
degradata.
Che dire della stampa, altro vanto del progresso? È
anch’essa un mezzo di comunicazione addomesticato al servizio del male.
La stampa buona ha una accoglienza più fredda e assai meno
ampia della stampa cattiva. Guarda i giornali: stanno passando in buona parte
al servizio dell’ateismo. Questo pseudo-progresso (progresso materiale ma
impressionante regresso morale e spirituale) è stato accettato senza reazione,
eppure è evidente in esso la presenza superba del Maligno, che ne ha fatto
un’arma per uccidere Dio nelle anime.
Non solo non si è reagito, ma da non pochi lo si è esaltato
e molti uomini che dovevano, uniti, porre un argine a questa satanica invasione
lo hanno seguito.
Ecco allora che i miei esempi ed i miei insegnamenti sono
in perfetto contrasto con i princìpi e i costumi di questa civiltà del peccato.
Da qui lo sfrenato zelo, per conciliare l’inconciliabile,
di molti miei ministri e pastori che vogliono cambiare e riformare tutto. Ecco
la pioggia d’innovazioni che, secondo loro, dovrebbero rendere possibile
servire a due padroni contemporaneamente. Vorrebbero fondere insieme luce e
tenebre, far diventare lecito l’illecito aumentando nella mia Chiesa scandali,
lacerazioni e divisioni.
Questi innovatori hanno dimenticato la cosa veramente
importante: rinnovare se stessi. Essi, una volta rinnovati, avrebbero potuto
procedere, con sapienza, ad un sensato aggiornamento, a una utile riforma.
Per salvare le anime
Quelli che oggi si aggrappano alla mia misericordia,
avrebbero ragione, se non dimenticassero cose di capitale importanza
– Vale l’anima, sì o no, più del corpo ?
– Se sì, sarebbe misericordia, per salvare i corpi, che si
lasciassero perdere le anime? Io non sono il Dio delle vendette, ma sono
l’Amore infinito ed eterno, cioè dalla eternità Io amo infinitamente voi.
Io non voglio la rovina degli uomini ma, perché sono Amore,
ne voglio la salvezza, la salvezza eterna. Voi mi avete abbandonato, mi avete
posposto alla vostra civiltà pagana che avete accettata e con la quale avete
pattuito, abbassandovi ai più indegni compromessi.
Ora incominciate confusamente ad intravedere l’abisso che vi
sta sotto i piedi e vi appellate alla mia misericordia. Sarà proprio la mia
misericordia ad impedire alle anime di continuare a perdersi, piegando l’ora
vicina della giustizia alla misericordia, per cui la mia Chiesa nata a vita
nuova assolverà ai fini per cui Io l’ho voluta.
Sei stanco e non ti senti bene, figlio mio; per questa notte
basta. Ti benedico. Voglimi bene.
3 dicembre 1975
SONO PASSATI AL NEMICO
Scrivi, figlio mio
Io Gesù, Verbo di Dio fatto Carne, vedo la mia Chiesa oggi
in un modo ben diverso da quello in cui Io l’ho strutturata all’inizio.
Che cosa è rimasto della vera, genuina struttura? Quasi non
la riconosco più…
Sono i Vescovi di oggi gli Apostoli di ieri? Sono guidati
dallo stesso zelo disinteressato dei primi tempi? È lo stesso spirito di
umiltà, di povertà che li guida? I sacerdoti di oggi sono simili ai discepoli
di ieri? No, figlio mio.
Non intendo dire che anche all’inizio non siano mancati i
deboli e i disertori, ma lo spirito dei buoni era lo spirito di Dio. La fede
che li animava, la speranza che li sosteneva era da Dio, la carità che li univa
era carità vera, tanto che i pagani osservando lo spirito che li animava
dicevano: « guarda come si vogliono bene » ed erano attratti verso di loro.
Oggi, figlio mio, le cose sono ben diverse. Sempre fatta
eccezione dei pochi veramente buoni e santi, neppure i Vescovi amano della vera
carità di Cristo i loro sacerdoti, untuosi esteriormente, interiormente freddi
come il metallo.
Fra sacerdoti poi, l’amore fraterno è fatto spesso di parole
vuote; impera più che la fraternità, la malevolenza.
Sempre pronti ad allearsi con chiunque, pur di dare addosso
ad un confratello, sempre pronti a trasformarsi in avvocati difensori di Dio
contro un’altro Sacerdote. Non parliamo poi delle invidie, gelosie e
risentimenti che bollono in continuazione nel pentolone del Demonio, con
maldicenze e perfino con calunnie con cui Satana innaffia la Chiesa dei nostri
giorni.
Ti ricordo pure le lesioni inferte al mio Corpo Mistico per
i peccati contro il sesto ed il nono Comandamento.
I sacrilegi non si contano, e si consumano con una
indifferenza che forse neppure Giuda conobbe. In un recente messaggio accennavo
al pus che si è accumulato all’interno del mio Corpo Mistico.
Oh, se si potesse tagliare il mio Corpo Mistico come si
taglia il corpo fisico, il pus uscirebbe fuori con grande violenza.
Non posso, figlio, permettere che le anime continuino a
precipitare nell’Inferno.
Non posso starmene passivo mentre viene resa per moltissime
anime inutile la mia Sofferenza infinita, inutile il mio Sangue, inutile la mia
stessa morte!
La mia misericordia infinita richiede l’ora della giustizia
contro l’ingiustizia perpetrata da Satana omicida e ladro, con la libera
alleanza e collaborazione di persone che volutamente operano per la perdizione
delle anime che dall’eternità lo amo.
Responsabilità tremenda
Figlio mio, se Io ti facessi vedere la tremenda
responsabilità dei Consacrati in questa opera di rovina, di strazio e di
lacerazione delle anime in combutta con le forze dell’Inferno, tu non potresti
sopravvivere un istante.
Voglio che si sappia da tutti che, persistendo il male
morale e spirituale nella mia Chiesa, l’ora della purificazione non potrà
essere protratta neppure dalle implorazioni della Madre mia e dalle sofferenze
delle anime vittime, pur così efficaci. La salvezza delle anime è cosa talmente
grande che ad esse nessuna altra cosa deve essere anteposta. Dio vede quello
che voi non potete vedere. La misericordia di Dio, la pazienza di Dio, la
longanimità di Dio sono ben più grandi di ogni vostra immaginazione, ma non
possono tollerare oltre la strage di anime compiuta giorno e notte dal peccato.
Figlio mio, quando mai gli uomini, così lenti a comprendere,
si renderanno conto della futilità di tutte quelle cose per cui sprecano tempo
ed energie?
Qui non parlo dei lontani ma di quelli che pur si dicono
miei seguaci ma nella grande maggioranza mettono Dio e anima all’ultimo posto.
Per Dio e per la loro anima mai farebbero quei sacrifici che fanno
quotidianamente per i capricci del loro corpo di cui si son fatti un idolo.
Pensa tu dagli altri che cosa Io posso attendermi…
Ma ciò che più mi addolora è che le mie sentinelle, cioè i
miei consacrati, in buon numero siano passati al Nemico.
Voi, vi ripeto, fortunatamente non vedete ciò che Io vedo.
Vedo tutto, anche i pensieri più reconditi. Voi non potreste
mai capire l’infinita tristezza del mio Cuore misericordioso e la tristezza del
Cuore Immacolato della Madre mia.
Si continua a battere i sentieri tortuosi dell’ipocrisia, e
non si vuole imboccare dai più la strada maestra della Croce e della preghiera.
Basta per ora. Ti benedico; offrimi le tue sofferenze. Ora
sono grandi, ma è solo offrendole con amore che doni gioia al mio Cuore.
3 dicembre 1975
SIATE PERSEVERANTI
Chiedo la benedizione particolare sui Revv. Parroci e
Sacerdoti e per gli aderenti alla Pia Unione che domani, giorno 4 dicembre
1975, 1° giovedì del mese, iniziano l’adorazione a Gesù, come Lui stesso ha
ardentemente desiderato.
Scrivi
« Figli, le mie delizie, la mia gioia è stare con voi.
Dall’Eternità vi ho amato; da sempre siete l’oggetto del mio Amore. Per questo
vi ho voluto qui, vi voglio qui ora e anche per il futuro. Da troppi sono
dimenticato, da troppi sono offeso, insultato, tradito, trafitto.
Il mio Amore non trova corrispondenza adeguata e Io, Dio,
la cerco in voi che avete risposto si al mio invito.
Se anche voi mi amerete come Io vi amo, nuovi rapporti di
amicizia si instaureranno tra Me e voi. La mia amicizia che Io vi offro, Io
Dio, vostro Creatore e vostro Signore, vostro Tutto, Alfa e Omega, è quanto di
più prezioso e più grande vi posso dare.
Voi verrete qui, tutti insieme, almeno una volta al mese per
stare come si sta fra amici, verrete qui per pregare e riparare per coloro che
la mia amicizia rifiutano e ripudiano.
Siate perseveranti; guardatevi dalle astuzie del Nemico che
tutto farà per ostacolarvi nei vostri propositi di bene.
Venite con il cuore aperto e Io lo riempirò delle mie grazie
e dei miei doni.
Figli, sarà bello il trovarvi qui con il vostro Gesù.
6 dicembre 1975
DA MIRI VIRTUTEM CONTRA HOSTES TUOS
Figlio mio, queste sono parole che ogni mio fedele, ogni mio
sacerdote non solo deve pronunciare con le labbra, ma deve pronunciare col
cuore e con la mente, in umiltà di spirito e in semplicità di fede.
Non per nulla queste parole sono poste sulle labbra dei
cristiani ed in particolare dei miei sacerdoti. Oltre che essere una
preghiera, sono un avvertimento di straordinaria importanza, sono una indicazione
della specifica missione del cristiano come soldato di Cristo,
nell’instancabile lotta contro le forze tenebrose dell’inferno, nemiche di Dio
e della salvezza delle anime.
Amici di Satana
Ho parlato nei precedenti messaggi delle contraddizioni
molteplici nella mia Chiesa. Eccone una stridente: si prega, si domanda forza,
potenza contro un Nemico a cui non si crede affatto o pochissimo e che poi si
rifiuta di combattere nel modo più consono.
È come se soldati e ufficiali chiedessero le armi e
ottenutele si rifiutassero di usarle. Non è questa, figlio mio, una
inspiegabile ed ingiustificabile contraddizione? Ma la contraddizione assume
aspetti ancora più assurdi poiché non solo non si combatte il più pericoloso
nemico, ma troppo spesso lo si coadiuva, lo si incoraggia nella sua azione
devastatrice nelle anime. Quanti sacerdoti eretici, superbi e ribelli, quanti
cristiani infedeli e bestemmiatori, amici di Satana più che di Dio!
Io sono venuto nel mondo proprio per riprendermi, dalle
mani di Satana e delle sue legioni, ciò che con l’inganno e la menzogna mi
avevano sottratto. Ho combattuto e vinto la mia battaglia con l’umiliazione
dell’Incarnazione, con la perseverante preghiera e con la infinita sofferenza
della mia Immolazione, le armi sicure per una infallibile vittoria sui nemici
di Dio e delle anime.
Non ho chiaramente detto: « Chi vuole venire dietro di Me,
prenda la sua croce e mi segua »?, in altre parole non ho chiaramente detto: «
Chi vuole essere mio seguace, faccia ciò che Io per primo ho fatto »?
Ora, figlio, lascio a te il giudicare se cristiani,
sacerdoti e pastori fanno ciò che Io ho fatto. No, figlio mio; sono pochi,
pochissimi oggi quelli disposti a seguirmi sulla via del Calvario, portando la
loro corona di spine.
Osserva l’enorme contrasto tra la mia vita e la loro vita,
tra il mio cammino ed il loro cammino, tra le mie opere e le loro opere. Si
marcia in direzione addirittura opposte.
Veramente tragica e drammatica situazione, che non può
sfociare che nell’ora della purificazione. Incredibile è la cecità degli uomini
e la durezza dei loro cuori, inammissibile la condotta dei miei cristiani,
provocante il tenore di vita di alcuni miei sacerdoti. Non temono Dio, non temono
la sua giustizia; periranno e saranno dispersi come polvere al vento. Non Io,
ma la loro ostinazione li perderà.
« Da mihi virtutem contra hostes tuos », a fior di labbra,
mentre nella realtà quotidiana della loro vita favoriscono, di fatto, i piani
di devastazione delle anime.
Si guardano bene questi miei sacerdoti di valersi
dell’esorcismo, usando del potere loro conferito ancor prima dell’Ordine sacro,
sia perché in esso non credono, sia perché ne intuiscono la inutilità per il
contrasto della loro vita con quella del sacerdote fedele che dell’esorcismo
fa un’arma validissima a contenere, limitare, neutralizzare la spavalda
tracotanza del Nemico.
Buio sul mondo
Oh, sì! Generazione perversa ed incredula che ogni problema
riduce ad un problema di benessere materiale, misconoscendo di fatto i valori
spirituali della vita umana, abbassando e addirittura annullando la dignità
dell’uomo, livellandolo al rango di un animale qualsiasi…
Figlio mio, che buio profondo si è fatto sul mondo; gli
uomini abbrutiti, i miei ministri ludibrio degli uomini e zimbello delle
potenze del male!
Ciò che più rattrista il mio Cuore misericordioso e il Cuore
Immacolato della Madre mia e vostra, è che l’amore sia ripudiato, che la luce
sia respinta, che Dio sia osteggiato e si faccia di tutto per ostacolare il
suo piano di salvezza.
Sono menzogna sulla bocca di molti le parole « Da mihi
virtutem contra hostes tuos ». Sì, è bugia che lascia vedere l’abisso in cui si
è precipitati, lasciando cadere nel vuoto tutti i richiami (e tanti sono
stati!) per evitare all’umanità la più tremenda sciagura della storia. Ma i
Nemici non prevarranno.
La mia Misericordia, non mai disgiunta dalla mia Giustizia,
trionferà. Trionferà ancora la Madre mia e vostra, che fugherà le tenebre
calate sul mondo, per ridare all’umanità bene e giustizia.
Bella sarà la mia Chiesa purificata, rigenerata a nuova
vita. Prenderà nel mondo il posto che le compete, e che nazioni e popoli le
riconosceranno, di Maestra e di Guida di tutta la grande famiglia dei figli di
Dio.
Ti benedico, ti chiedo la tua sofferenza e il tuo amore.
7 dicembre 1975
MISTICA ROSA DEL CIELO
« Scrivi figlio mio
Oggi, 7 dicembre, vigilia della festa dell’immacolato
Concepimento della Madre mia e Madre vostra, festa grande in Cielo e festa
sulla terra, ti voglio parlare di Lei, mistica Rosa del cielo e della terra.
Ti voglio parlare di Lei, fiore il più bello di tutto il
creato, capolavoro della mia Sapienza, della mia Potenza, del mio Amore.
Ti ho già accennato di questo fiore, della sua natura, della
sua unica bellezza; non ne esistono né esisteranno altri nel tempo e
nell’eternità.
È fatto di candore immacolato, è fatto di splendore
ineguagliabile, è fatto di amore. E di Me, Dio Uno e Trino.
Io sono il Giglio delle convalli; esso ha rapito il mio
candore. Io sono la Luce, esso ha rapito la mia luce; Io sono l’Amore, esso ha
rapito il mio amore. Candore, luce e amore è Maria, mistica rosa. Nel centro di
questa mistica rosa sta l’amore. Come braciere ardente irradia calore che si
spande in cielo ed in terra, tutto e tutti avvolge e di sé compenetra.
Essa è la gioia del Padre, la figlia sua prediletta e più
cara.
Essa è la Madre generosa che dona a Me, Verbo, la sua
umanità; Essa è la sposa amata dallo Spirito Santo che in lei effonde
l’abbondanza infinita dei suoi doni.
Essa è la mistica rosa del Paradiso, della terra e del mondo
universo.
E’ fatta di amore
Ma la rosa non ha la sola corolla, la rosa ha il suo stelo,
ha le sue foglioline che l’adornano e ne completano la bellezza, la rosa ha i
suoi colori stupendi.
La Rosa mistica nel suo centro ha i colori delle virtù
soprannaturali, della fede, della speranza e dell’amore; degradano questi
colori in sfumature fino al giallo oro dei bordi per significare che Essa non è
solo la mistica rosa del Paradiso, ma anche della Chiesa sulla terra.
Le foglioline che l’adornano sono il simbolo delle virtù
cardinali e delle altre virtù; il gambo robusto con acute spine simboleggia la
difesa contro ogni tentativo di sopraffazione da parte dei suoi Nemici
visibili ed invisibili.
La Rosa mistica ha il suo profumo che avvolge tutte le anime
che in Lei confidano e che a Lei si affidano.
Il profumo, anch’esso amico, è protezione sicura contro gli
assalti delle potenze del male.
Mistica Rosa, fiore più bello del cielo e della terra,
nessuno mai ti potrà deturpare. Rosa mistica sei oggetto di costante, immutato
amore da parte di Dio, e della venerazione degli Angeli e dei Santi.
8 dicembre 1975
ANCHE OGGI NON CREDONO
Figlio mio, scrivi
Io Gesù, Unigenito Figlio di Dio, uno col Padre e con lo
Spirito Santo, nei tre anni della mia vita pubblica più volte, con chiarezza e
precisione, ho manifestato ai miei Apostoli e Discepoli che era necessario che
il granello di frumento fosse gettato nella terra a marcire per poter dare frutti
abbondanti.
Ma né i discepoli né gli apostoli vollero comprendere,
nonostante che le mie parole non si prestassero ad equivoci. Mai si convinsero
della ragione della mia morte e della mia tremenda passione; eppure quante
volte ne parlai loro, senza veli.
Stavo attuando il mio disegno d’amore per la salvezza degli
uomini (disegno iniziato nell’umiliazione e povertà, nella obbedienza e
sofferenza, nella preghiera continua) ed essi non capivano perché non volevano
accettare l’ora tremenda delle tenebre. Ero Io che preparavo il germogliare
della mia Chiesa nella persecuzione da parte dei grandi del popolo, ma non ebbi
la comprensione dei miei prediletti. Ero l’Uomo-Dio e operavo miracoli, ma non
mi si credeva.
Si sono ribellati all’ora oscura della mia Passione e Morte
con cieca ostinazione, con assurda testardaggine.
Una sola creatura era ben certa della inevitabile ora di
tenebre incombente nel mondo: la Madre mia. Per tutta la vita ebbe trafitto il
suo Cuore Immacolato dalla visione della mia Passione e Morte. Figlio mio, oggi
le cose sono le stesse di allora, ma non si deve imputare a Me questa
situazione, ma solo a questa generazione perversa che rifiuta Dio col peccato
di Satana e che, impenitente, non crede alle mie parole.
Non ha parlato la Madre mia con precisione, con chiarezza a
Lourdes, a Fatima e in altri innumerevoli luoghi? Non hanno creduto.
Ho parlato Io e ancora non hanno creduto. Duemila anni or
sono il Granello doveva marcire per rinascere germe rigoglioso e vitale. Il
Capo della nascente Chiesa doveva immolarsi nell’annientamento per la salvezza
comune.
Colà fu il Capo che immolò Se stesso per soddisfare
l’impagabile debito dovuto alla divina Giustizia.
Oggi è l’intero Corpo Mistico che reso sterile, come il fico
maledetto, dalla infestazione demoniaca dell’ateismo, deve come il granello di
frumento essere gettato nel seno della terra e marcire per rinascere a novella
e feconda vita divina. Ciò risponde esattamente ad esigenze irreversibili della
mia Giustizia e della mia Misericordia.
In verità vi dico che se non rinascerete, non entrerete nel
regno dei cieli. Atto d’infinita misericordia e giustizia è il mistero della
mia Redenzione. Atto di misericordia e di giustizia è l’ora della
purificazione.
Gesù è la Luce che splende nelle tenebre e fa pena dover
constatare, anche ai nostri giorni, come le tenebre non vogliano aprirsi ad
accoglierla.
Questo libro è un piccolo raggio che parte dal Cuore
misericordioso di Gesù e vorrebbe aiutare tutti a raccoglierne le confidenze e
a compierne i desideri.
Come le precedenti « Tu lo sai che Io ti amo », sono pagine
che non andrebbero lette di un fiato. Meditate, ci fanno intravvedere la nostra
grandezza e responsabilità di Sacerdoti; senza avvilirci, nonostante il tono
frequente dell’ammonimento, ci spronano a vivere più coraggiosamente la nostra
fede e la nostra missione.
È « lo strumento », di cui il Signore si serve per parlare
all’anima di quei preti e vescovi che, liberissimi di credervi o meno, lo
vogliano almeno ascoltare?…
Ecco la lettera con cui quel sacerdote accompagnava i primi
scritti, già pubblicati:
4 novembre 1975
San Carlo Borromeo
Rev.do Padre,
come d’accordo, le mando ciò che Lui, Gesù, mi ha detto in
merito al sacerdozio e ai sacerdoti. Il suo linguaggio è semplice, preciso e
conciso; semplici sono anche le cose dette, ma è difficile spiegare la luce di
cui le sue parole sono permeate. Per me è impossibile trasmettere queste cose
nel modo con cui mi vengono dette.
15 novembre 1575
AMARTI SENZA CONFINI
Signore, io sono meno che verme, una manciata di cenere. Dio
mio, sono soltanto peccato.
Da Te invece tutto ho ricevuto: da Te la vita, la grazia e
la luce. Tu solo sei Grande, sei il Santo; Tu l’Onnipotente e l’Onnisciente; Tu
solo l’Onnipresente.
Signore, se io ti amo, è perché Tu mi hai donato l’amore.
Se io spero in Te è perché mi hai donato la speranza.
Signore, se io Ti credo è perché Tu m’hai donato la fede.
Signore mio, Tu sei il Tutto, io il nulla; Tu la Luce, io le tenebre; Tu la
Vita, io sono la morte; Tu la verità, io l’errore. Signore, io sono la
stoltezza, Tu sei la Sapienza.
Mio Dio, hai posato dall’eternità lo sguardo misericordioso
su di me, simile a verme che striscia nella polvere.
Vieni, o Gesù mio, con il Padre e lo Spirito Santo, vieni
nella tua « gocciolino d’acqua cadente verso il basso ». Essa ti vuole amare
senza limiti e senza confini, ma non lo potrà se tu non vieni in essa.
Sii dunque Tu l’anima della mia anima, donami il tuo Spirito
che è fuoco che arde e che trasforma, che illumina e riscalda, che purifica e
vivifica.
Sii l’anima del mio cuore, del mio corpo, di tutta la mia
vita. Solo così, Gesù, posso veramente amarti senza confini.
Così voglio amarti per il tempo che non ti ho amato, per
coloro che dal principio non ti hanno amato, per chi attualmente non ti ama, per
quelli che non ti ameranno fino alla consumazione dei secoli; ti voglio amare
per i dannati che per l’eternità ti porteranno odio.
Cuore misericordioso di Gesù, abbi pietà di me. Sono uomo
peccatore.
17 novembre 1975
AMICI DEL SS. SACRAMENTO
« Figlio mio, scrivi Io, Gesù, voglio una istituzione che
sviluppi, in tutti i modi la fede, la devozione, l’amore e il culto a Me,
realmente presente nel Mistero di fede e di amore per eccellenza, l’Eucaristia.
1. A questa Pia Unione tutti possono aderire, fanciulli e
fanciulle, giovani e ragazze, uomini e donne, senza discriminazione di età.
2. La sua finalità è di favorire in se stessi e negli altri,
in tutti i modi approvati dalla Chiesa, la fede e l’amore a Me, realmente
presente nel Mistero Eucaristico.
3. L’impegno è
– La visita quotidiana a Me in Chiesa, oppure una visita e
comunione spirituale fatta in casa se non è possibile recarsi in Chiesa.
– La Santa Comunione (almeno) settimanale.
– L’ora di adorazione almeno mensile.
– L’adunanza una volta al mese.
4. È bene tenere un piccolo registro con il nome degli
aderenti.
5. È compito del Parroco, o di chi ne fa le veci, dirigere
il gruppo, sviluppare nelle adunanze la catechesi dell’Eucaristia, stimolare
con l’esempio e con la parola l’amore a Me del SS. Sacramento.
6. Questa Pia Unione sarà chiamata: Amici del SS.
Sacramento.
Io, Gesù, desidero vivamente questo; non si perda tempo ».
Alcuni sacerdoti hanno già accolto l’invito e qualche
associazione, nel silenzio e nel fervore, sta già germogliando.
Si tenga presente che
– La Pia Unione sarà diretta da un Consiglio formato dal
Direttore, da un segretario, un economo (per le offerte che possono venire;
non si molesti però nessuno nel chiedere) e da due o tre consiglieri, nominati
dall’assemblea degli aderenti.
– L’argomento delle adunanze sarà sempre e soltanto
eucaristico, oltre alle proposte e discussioni sui mezzi più adatti a far
vivere la Pia Unione.
Satana non vuole certo questa Pia Unione e non mancherà di
creare intralci. Bisogna resistere e controbattere, bruciando i tempi con la
preghiera, specialmente con il Rosario.
Gesù (e con Lui la Mamma Celeste) guarda con compiacenza
tutti coloro che prenderanno seriamente a cuore il Suo invito. Questa Pia
Unione non è che un aggiornamento delle Confraternite del SS. Sacramento.
17 novembre 1975
L’AMORE DEGLI INNOCENTI
« Scrivi, figlio mio. Ti avevo annunciato che sarei tornato
sull’argomento, ed eccomi fedele
In ogni creatura umana vi sono tre fisionomie, due delle
quali sono note.
a) La fisionomia del volto è visibile a tutti. Vediamo il
volto di tutti, fatto sullo stesso modello, eppure sono tutti diversi l’uno
dall’altro.
b) Vediamo, meno chiaramente, la fisionomia interiore
dell’uomo, cioè quella dell’anima, del temperamento, del carattere,
dell’intelligenza ecc.
c) Poi vi è la fisionomia ancor più interiore all’anima,
cioè quella della sua vita o morte soprannaturale.
Questa terza fisionomia è percepita da pochi. L’anima
permeata dalla Grazia Divina, rivestita della sua candida veste nuziale, è
meravigliosa. Questo splendore lo vede Iddio perchè fa parte di Lui. Lo
intravvedono pure alcune anime molto avanti nella vita della Grazia, cioè della
perfezione. Ma come le fisionomie corporali non sono uguali, come non sono
uguali le fisionomie interiori, cioè i caratteri degli uomini, così non sono
uguali le fisionomie soprannaturali.
Ecco le tre fisionomie: quella del Corpo, quella dell’Anima
e quella della Grazia.
La Grazia è la vita divina delle anime. Ma Io sono l’Amore.
La Grazia è quindi l’Amore di Dio partecipato alle anime.
Diverso splendore
Ogni anima in Grazia ha in sé il mio Amore con intensità di
splendore diverso, perché diverso è in ogni anima il mio Amore.
Si può amare poco, poco. Si può amare assai, si può amare
moltissimo e si può amare in forme diverse.
Chi non ama invece è nella morte, non ha in sé luce
interiore. È la più tremenda sventura, poiché per l’anima che non ritrova
l’amore che fu infuso in lei con il Battesimo, è la morte eterna, è l’Inferno.
Sì, dilla forte questa parola « Inferno », a cui quasi più
nessuno crede! Si può amare assai e si può amare molto, ma sempre con l’anima.
Anche con i sensi si può amare, come nell’amore nuziale che è amore casto e
santo se ben diretto sul giusto binario. Si può amare moltissimo, interiormente
ed esteriormente, senza sensualità.
È l’amore degli innocenti, è l’amore dei puri, è l’amore
degli angeli, è l’amore dei progenitori prima della colpa.
Il bambino che abbraccia affettuosamente la mamma esclude
nel suo amore puro ogni vischiosità.
Bisogno di espandersi
L’anima pura e casta, inabissata nell’amore di di Dio e del
prossimo e che del Comandamento dell’Amore ha fatto la legge della sua vita,
non è capace di contenere nel suo interno l’amore. Esso esplode anche sulla
materia che lo imprigiona ed ha bisogno di espandersi come naturalmente si
espande luce e calore dalla fiamma.
Questo amore forte, puro, innocente non è capito che da
poche anime. Perciò i pochi fortunati che lo possiedono debbono soffocarlo non
di rado, perché potrebbero essere motivo di scandalo. Sono pochissime le anime
consacrate che raggiungono questa pienezza di amore.
Ma siccome l’anima dell’amore è sempre la sofferenza, ecco
che a volte soffocandolo per un giusto motivo, lo alimentano maggiormente
perché dell’amore viene rinforzata l’anima, che è appunto la sofferenza.
Chi ama così non sente gli stimoli dei sensi. Può essere
anzi un errore volere arrestare il naturale corso dell’amore soprannaturale
per motivi di un rispetto umano non giustificabile, come tra i primi cristiani
che si salutavano con il bacio, anche fra persone di sesso diverso. Nessun
inconveniente ne derivava finché erano casti e puri.
Parola che non muta
– Ma, Signore, in questo nostro mondo, nel mondo di oggi
dove vizio e corruzione, oscenità e impurità dominano sovrani, non ritieni
questa dottrina pericolosa?
– No, figlio mio.
La mia parola è la parola viva, è la parola che non muta con
il mutare delle vicende e dei costumi degli uomini.
La mia parola è come un raggio di luce che tocca il fango;
lo illumina ma non ne rimane contaminato.
Se oggi questo non è compreso, lo sarà domani nella mia
Chiesa rigenerata a novella vita e splendore.
Ti benedico come sempre. Ricorda quanto hai scritto oggi.
Per te e anche per tante anime è importante.
Voglimi bene. Non dimenticarti ciò che tanto spesso ti
chiedo.
19 novembre 1975
ANCORA ACCANTO A ME
Scrivi, figlio mio.
Ti ho già parlato di mia Madre corredentrice. Essa lo fu in
realtà dal momento in cui si consacrò a Dio, offrendo tutta se stessa, la sua
purezza, la sua volontà.
Questa offerta si fece sempre più viva, più luminosa, più
cosciente. Cresceva in Lei la Grazia con il crescere dell’età.
Divenne poi ufficialmente corredentrice nel momento che
pronunciò il suo Fiat, provocando in sé il virgineo concepimento di Me Verbo di
Dio. Intensificò la sua azione di corredentrice in ogni giorno della sua vita
facendo realtà pratica la sua offerta iniziale.
Corredentrice nei suoi sette dolori, lo fu in modo sublime
quando accompagnò Me sul Calvario e quando, sotto la Croce, rinnovò il suo
Fiat accettando di offrire Me e se stessa, come vittima al Padre per la
liberazione dell’umanità caduta sotto gli artigli di Satana.
Corredentrice è e continuerà ad essere per sempre.
Presenza della Madre
Il mistero della Croce si rinnova e si perpetua nel mistero
della Messa.
Quindi reale è la presenza di mia Madre nella santa Messa
come reale fu la sua presenza sul Calvario.
Non certo presente nell’Ostia, ma accanto all’Ostia
consacrata, come accanto a Me fu, sotto la Croce.
Ora, figlio, accanto alla Madre mia, sul Calvario vi era
Giovanni, e la presenza di Giovanni viene continuata dalla presenza nella santa
Messa del sacerdote celebrante.
Unica e reale fu, è e sarà la presenza della Madre mia nella
S. Messa. Reale è e sarà la presenza del Sacerdote nella S. Messa. Ma questa
presenza del sacerdote può essere diversa, perchè diverse sono le
disposizioni con cui i sacerdoti celebrano.
Vi sono sacerdoti (non molti, ma ve ne sono) che sono
presenti come Giovanni con una santa, attiva partecipazione, con una chiara
offerta, generosa, coraggiosa di se stessi al Padre mio, in unione con Me.
Pensa, figlio mio, a queste S. Messe! Che unità sublime,
stupenda, meravigliosa, nell’amore e nella sofferenza che è anima dell’amore,
in una trinità sublime, meravigliosa.
Unità e trinità d’amore offerta al Padre mio che,
soddisfatto, si riconcilia con l’umanità tramite il nuovo Adamo, la novella Eva
ed il popolo di Dio nella persona di Giovanni, cioè del sacerdote.
Un danno immenso
Ti dissi, figlio, che nella quasi totalità i miei ministri
colpevolmente ignorano questo loro rango nel più alto Mistero della fede e
della religione.
In tal modo privano sé stessi ed il popolo che rappresentano
di innumerevoli grazie, mutilando e mortificando, per quanto sta in loro, il
disegno di amore infinito della Trinità Divina, mortificando ancora l’unità e
la trinità d’amore del Calvario, essendo la loro presenza puramente materiale.
Viene praticamente a mancare, pur essendo materialmente presente, la
partecipazione del popolo che il sacerdote rappresenta.
Da qui devi arguire la gravità della incosciente presenza di
molti miei ministri nel santo Sacrificio della Messa.
Devi capire il danno immenso recato al popolo di Dio,
defraudato di tanti doni a lui destinati tramite il sacerdote, mediatore e
depositario della Redenzione.
Il Sacerdote (e sono tanti, figlio!) da canale attraverso
il quale deve scorrere la mia grazia, diventa diga che si erge tra il mio Cuore
aperto ed il popolo che egli rappresenta.
Pensa ancora la vergogna ed il rossore che proveranno
alcuni sacerdoti nel Giudizio finale, vedendo la loro grandezza, la regale
dignità e potenza che mai per colpa loro vollero capire, e alla quale
abdicarono a favore di altre cose di nessuna importanza e che riempiono ora la
loro vita di fumo anziché di luce.
Sono amareggiato
Figlio, gridalo forte, gridalo a tutti quei sacerdoti che
sono fuori del piano della salvezza, che sono non strumenti di redenzione ma
fuochi vacui.
I miei sacerdoti non trovano i cinque minuti per prepararsi
alla Santa Messa, non trovano i cinque minuti per un poco di ringraziamento!…
Ed è logico che sia così. Di che cosa potrebbero ringraziarmi se dalla Santa
Messa non hanno tratto nessun frutto? Poi trascorrono tutta una giornata e
parte della notte in cose infeconde, inutili e non di rado peccaminose.
Di questa spaventosa realtà come Satana poteva non
approfittare?
Dillo a tutti senza reticenze che le conseguenze
catastrofiche si debbono in gran parte ai miei ministri. Che meraviglia se
domani il loro sangue tingerà di rosso la terra?…
Te l’ho detto: ben altra sarebbe la situazione della mia
Chiesa, se i miei Sacerdoti avessero coltivato in sé la vita interiore delle
loro anime. Sono amareggiato.
Non a Me si dovranno imputare le grandi sofferenze dell’ora
che si avvicina.
Ti benedico, e con te benedico quelli che ti sono cari.
20 novembre 1975
INVITO ALLA PREGHIERA
Scrivi, figlio mio.
Più volte ho lamentato la crisi di fede che contagia la mia
Chiesa, al vertice e alla base.
La mia Chiesa langue, la mia Chiesa soffre perché
gravemente sono contagiati i miei ministri. Quando non si alimenta il corpo, le
forze vengono meno; il corpo indebolito non reagisce contro i nemici che lo
aggrediscono e che, più o meno lentamente, lo uccidono.
La lampada non alimentata si spegne.
Anche la lampada, non alimentata, della fede si spegne e
nell’anima allora si fa buio, si fa notte. Anche il più piccolo filo d’erba,
anche il fiore se non sono alimentati presto muoiono.
Che cosa è un filo d’erba inaridito?
Che cosa diviene un fiore fresco e profumato lasciato senza
alimento?
Poche foglioline ingiallite e secche, un gambo sottile e
fragile che si spezza al contatto con un altro corpo.
Angelo imprigionato
Che cosa è l’anima del cristiano senza fede? Che cosa è
l’anima del sacerdote che non prega? È quanto di più fragile, di più
vulnerabile esista. Immersa nel buio si perde, ed è inesorabilmente travolta
della concupiscenza dello spirito o da quella dei sensi, spesso e dall’una e
dall’altra.
È l’angelo imprigionato da Satana nella putredine dei sensi
o nella impurità dello spirito, nell’errore e nell’eresia.
Che cosa è l’anima del sacerdote che è in crisi di fede per
mancanza di vita interiore?
È lo zimbello ed il trastullo di Satana che su di lei sfoga
il suo odio, la sua gelosia, imbrattandola di tutte le lordure e di lei fa una
schiava.
È la rivincita disperata di Satana che sfoga tutta la sua
bava velenosa su quella povera e sventurata anima che non ha voluto usare i
mezzi validissimi di difesa che Io ho messo a sua disposizione.
Ossigeno dell’anima
Il primo mezzo di difesa è la preghiera.
– la preghiera che eleva l’anima fino a Dio.
– la preghiera che è il respiro dell’anima.
– la preghiera che è l’ossigeno dell’anima.
– la preghiera che unisce l’anima a Dio in un modo intimo e
profondo.
Quando un’anima è unita a Me, di che può temere?
Quando un’anima si aggrappa a Me fortemente, chi la potrà
strappare da Me, dal mio Cuore? L’anima che non prega è come un frutto bacato
nessuno avverte il marcio crescente all’interno. Ma alla fine il frutto cadrà a
terra e si sa come finiscono questi frutti: nel letamaio.
Io, Figlio di Dio, ho pregato giorno e notte pur non
avendone necessità. Ho voluto far precedere l’esempio all’insegnamento, ma per
moltissimi cristiani e sacerdoti il mio esempio a nulla è valso. Se uno si
rifiuta di mangiare, non può imputare a Me il diminuire in lui delle forze
fisiche; se uno si rifiuta di pregare, non può imputare a Me lo spegnersi in
lui di ogni energia spirituale. Chi non prega è come un naufrago fra le onde
tempestose di un mondo che non è di Dio. Se non nuota, come può salvarsi?
Un numero impressionante di sacerdoti, che hanno lasciato
cadere nel vuoto i miei inviti alla preghiera, come potranno salvarsi? Non
avvertono che la loro febbrile attività è sterile, non è benedetta da Dio?
Molte volte addirittura è controproducente.
Non credono neppure più nei Sacramentali di cui non fanno
quasi più uso, salvo sempre le eccezioni. Vivono al di fuori della viva Realtà
spirituale; sono come ipnotizzati dal Maligno.
Si accendano dei fuochi!
Figlio, credono solo in se stessi, credono nelle riviste
vuote e nei giornali. A queste fonti bevono avidamente.
Basterebbe uno sguardo calmo e retrospettivo nella vita
della Chiesa per rendersi conto che senza la preghiera nessun Santo si è
santificato. Nessun martire (e sono milioni) ha testimoniato con il sangue la
fedeltà a Me, alla Fede senza essere sorretto dalla preghiera.
A questo non guardano. Ma di che cosa alimentano la loro
anima? La vita della Grazia in molti è spenta!
Quanta cecità! Che notte profonda…
È terribile; hanno rifiutato e rifiutano la luce e la vita
gli eletti a portare luce e vita alle anime. Figlio mio, Io sono l’Amore che
essi rifiutano, Io sono la vita che essi spengono, Io sono il fuoco. Che
voglio, se non che questo fuoco arda?
Per questo voglio che si accendano tanti fuochi nei paesi e
nelle città. Guai a quei pastori che si opporranno a questa mia volontà!
Voglio, ad esempio, gli amici di Me Eucaristia, come ti ho
detto.
Ti ho eletto per una grande cosa: per portare la mia parola
ai successori degli Apostoli, ai sacerdoti, ai miei fedeli!
È un’ultima possibilità di salvarsi e di salvare le anime!
Non hanno creduto a Me, a mia Madre. Non crederanno;
persisteranno molti nella loro cecità, ma Io voglio che sappiano che l’ora è
vicina!
Ti benedico, figlio mio.
21 novembre 1975
BATTAGLIA IMPORTANTISSIMA
Figlio mio scrivi.
Sta scritto: « Meditare Novissima tua et in aeternum non
peccabis ».
Queste parole, uscite dalle labbra della Sapienza, sono date
al popolo di Dio come norma di vita. Sono state come sorgente di luce perchè
l’uomo, caduto nelle tenebre, potesse camminare sicuro verso il traguardo
finale della sua esistenza umana. Ora questo precetto, così importante e così
efficace, è stato accantonato con altri in nome della evoluzione dei tempi,
richiedenti forme nuove di vita e di costumi.
Sarebbe bastato un poco di discernimento per vedere, in
questo desiderio sfrenato del nuovo, un astuto inganno del Nemico dell’uomo.
Il precetto di meditare, giorno e notte, le grandi verità
della fede ci viene da Dio; la bruciante sete di novità ci viene dal Maligno.
Se i consacrati in modo particolare avessero richiesto lume,
non l’avrei negato loro; ma, abbagliati dal Nemico, si sono da lui lasciati
convincere con tutte le conseguenze che tu stesso puoi vedere.
Dio vuole guidare l’uomo al raggiungimento della salvezza
eterna della sua anima, ma quando l’uomo rifiuta quel poco di collaborazione
che può dare, Dio l’abbandona a se stesso.
Dio vuole salvo l’uomo, ma con il suo consenso. Dio lo vuole
salvo, però non contro le sue scelte.
Cercare Dio nel silenzio
In un precedente messaggio, ti ho detto chiaramente che
solo nel silenzio dell’anima Dio fa sentire la sua voce.
Ma chi, figlio mio, oggi cerca Dio nel silenzio? Gli uomini
in genere ed anche i miei ministri si sono alleati a Satana nell’opera di
avvilimento della dignità umana. Non solo nell’avvilirla, si aiutano nel
distruggerla, tanto da non riconoscersi più.
L’uomo non sa più chi è. A tanto è arrivata l’opera nefasta
del materialismo, incarnato da Satana.
Coloro che dovevano impegnare tutte le energie possibili per
impedire una così drammatica situazione, non solo non l’hanno fatto, ma hanno
accettato di allearsi con le tenebrose potenze del Male, aggravando e
accelerando il processo di disintegrazione di tutti i valori spirituali e
soprannaturali ché facevano e fanno grande l’uomo, creatura libera e
intelligente, fatto ad immagine e somiglianza di Dio.
Figlio mio, già ti dissi che l’ora delle tenebre è vicina e
che l’umanità conoscerà la più tremenda lotta scatenata nel mondo dall’Inferno
che tutto farà per non perdere quella vittoria che è convinto di tenere in
pugno.
Ti ho detto che questa battaglia troverà riscontro solo
nell’immane lotta combattuta in Cielo tra i figli della luce e quelli delle
tenebre. Intravvedi ora la ragione di questa mia affermazione?
Molti, anche fra i miei consacrati e fra gli stessi
successori degli Apostoli, non sanno che questa ora, dalla caduta di Adamo ed
Eva, Satana con le sue legioni l’ha sempre desiderata, l’ha agognata e
perseguita con tutti i mezzi a sua disposizione. Ritiene questa battaglia una
rivincita sicura su Dio, su Me Redentore, sulla Chiesa frutto della mia
Redenzione, su Me e sulla mia Chiesa, perché Io ho strappato a lui l’umanità
fatta sua schiava.
Che tutti sappiano
Voglio che tutti sappiano i prossimi avvenimenti, te lo
ripeto ancora, come i più gravi della storia del genere umano.
Ma perché non si vogliono convincere, mentre palesi ne sono
i segni e avvertiti sono stati dalla Madre mia?
Ora, pur di chiudere gli occhi alla luce, si parla della
Misericordia. Perché non ne parlarono prima, quando a Fatima, a Lourdes e
altrove la Misericordia così prodigiosamente si è manifestata per richiamare
al pentimento e alla preghiera?
È presunzione rifiutare Dio e poi parlare della sua
misericordia.
La misericordia di Dio è come la calamita; deve trovare il
suo punto di attrazione e non di repulsione.
Io non voglio la sventura.
Piegherò la stoltezza e la malvagità umana in un’opera di
purificazione per il trionfo e della Misericordia e della Giustizia.
Chi ha rinunciato alla luce per farsi figlio delle tenebre,
non può avere parole di verità e di luce.
Meditare novissima tua et in aeternum non peccabis!
Ma nessuno più medita, fatta eccezione di pochi. Sono
illusi, sono come fanciulli che rincorrono la farfalla variopinta e, fattala
prigioniera, aprendo le loro mani si accorgono che della farfalla non è rimasto
che un verme. Povera umanità che, sempre più disillusa e smarrita, non sa
ancora trovare la retta via…
Prega, figlio mio; ti benedico.
22 novembre 1975
NON HANNO CAPITO MOLTO
« Molti sacerdoti e perfino alcuni successori dei miei
Apostoli, non hanno capito molto della storia dell’umanità.
I cristiani poco o nulla capiscono, ma sono meno
responsabili perché nessuno ha provveduto a illuminarli.
Poche sono le anime dei miei consacrati che posseggono la
visione esatta della storia del mondo! Questa storia si impernia tutta nella
lotta tra Satana e Dio. Da Satana e dalle sue tenebrose legioni Dio è
combattuto nelle sue creature.
Satana sa bene che non può affrontare Dio direttamente,
allora lo combatte, indirettamente, nel genere umano.
Che cosa è, figlio, la storia del Mistero della salvezza, su
cui i teologi spremono il cervello per trovare anche in questo campo qualche
novità, e si arrabattono in tutti i modi per complicare le verità da Me
rivelate?
Che cosa hanno capito della semplicità e profondità della
mia dottrina, cioè delle Sacre Scritture, del mio Vangelo?
La storia della Chiesa che cosa è se non l’antagonismo
aspro tra il bene e il male?
Ti ho detto, figlio, che la storia dell’umanità ha due punti
focali
1. La Creazione dell’uomo con tutti i suoi doni naturali,
preternaturali e soprannaturali. È importante tener presente questo per capire
la gravità della caduta dei progenitori, Ecco Satana che finalmente ha trovato
l’oggetto su cui sfogare il suo odio, il suo veleno, le sue sfrenate e
disperate passioni
– l’uomo ricco fatto povero
– l’uomo sapiente fatto ignorante
– l’uomo forte reso debole
– l’uomo felice reso infelice
– l’uomo immortale reso mortale
Non potendo prendersela con Dio, ora può disperatamente
infierire sull’uomo, su tutto il genere umano.
Quando poi venne a conoscenza dell’Incarnazione di Me,
Verbo di Dio, concepì il folle piano di annientare Me e la mia Chiesa, di
rendere nulli i frutti della mia Redenzione.
Stolto e perverso piano di guerra! Guerra tessuta di
innumerevoli battaglie, servendosi di tutto e di tutti quelli che si prestano
alla sua azione devastatrice, a servire il suo sfrenato orgoglio.
2. Il secondo punto focale della storia umana è –
L’incarnazione, la Passione e la Morte di Me, Figlio di Dio fatto Uomo. È pure
la passione, la morte e la risurrezione del mio Corpo Mistico, cioè della mia
Chiesa, uscita dal mio Cuore Misericordioso.
Storia autentica
Questa è l’autentica storia del genere umano, che si palesa
progressivamente, e l’ultima pagina sarà scritta alla fine dei tempi.
Dunque è storia in atto, che rivela in maniera chiara la
lotta senza tregua fra il bene e il male, tra la luce e le tenebre, tra l’amore
e l’odio, tra la fede e l’ateismo, tra la gioia e il dolore, tra la luce e le
tenebre.
Dietro il bene, la luce, la verità, l’amore, sta Dio; al
contrario, dietro il male sta Satana.
Ora, figlio, con infinita amarezza si vede come da parte
della mia Chiesa, per colpa di molti miei pastori e sacerdoti, non sia stata
impostata, come dovevasi contro le instancabili e insidiose forze dell’Inferno,
la difesa dei valori della Redenzione, e come non siano stati approntati i
mezzi di difesa contro gli assalti del Nemico.
Questa è responsabilità dei pastori e dei sacerdoti che oggi
si dibattono, come fossero precipitati in sabbie mobili. E ancora, mentre la
casa brucia e la frana è in atto, si perdono in mille attività improduttive perché
fuori della realtà, perché non inquadrate nella visione realistica della
situazione.
Ti confermo che la guerra in atto sfocerà nella più paurosa
battaglia mai combattuta finora sulla terra, che non ha riscontro se non nella
battaglia celeste degli Angeli ribelli contro gli Angeli della luce.
Assolutamente voglio che tutti sappiano quello che non Io ma
gli uomini alleati di Satana stanno follemente attuando.
Non Io! Non a me quindi deve imputarsi questa prossima
lotta. Io, Giustizia e Misericordia, dalla malvagità altrui saprò invece trarre
una Chiesa nuova, un mondo rinnovato.
Saprò dare a questa Chiesa e a questo mondo un lungo periodo
di pace e di giustizia.
Saprò salvare dalle pene dell’Inferno tutti coloro che, in
umiltà e pentimento, accoglieranno in tempo questi messaggi, testimonianza del
mio amore.
Ti benedico, figlio mio, e con te benedico tutti coloro che
crederanno.
23 novembre 1975
LE GRANDI VERITA’
Dalle labbra della Sapienza è uscito il monito “Meditare
novissima tua et in aeternum non peccabis”.
Lo Spirito Santo ha voluto porre dinnanzi alle vostre anime
quattro grandi realtà
Morte – Giudizio – Inferno – Paradiso. Dunque si muore.
Questa della morte è una realtà concreta, una realtà di cui
indirettamente fate esperienza quotidiana: un giorno farete anche l’esperienza
personale.
Ebbene, figlio, potrebbe sembrare non vero, ma in realtà
nessuno se ne cura; si vive più o meno allegramente, come se non si dovesse
morire.
Chi è che conduce gli uomini, i cristiani, i sacerdoti a
dimenticare il monito dello Spirito Santo, quello di riflettere sulla morte,
dalla morsa della quale nessuno potrà sfuggire?
È Satana! Sempre lui che circuisce l’anima umana con le sue
astuzie e seduzioni, con le sue menzogne: Sicut leo rugiens quaerens quem
devoret. Siete stati messi in guardia.
Vi è stato detto che ruggisce, ma non vi può mordere se non
nel caso che voi vi esponiate volontariamente ai suoi tiri.
Su questo argomento disponete di tanta luce. Le Sacre
Scritture, la vita dei Santi e dei Martiri è tutta una storia di lotte tremende
tra l’uomo e il Principe delle tenebre. Ricordate l’Angelo di Tobia che libera
Sara, e mille altri episodi.
L’Angelo custode
In questa lotta, a fianco dell’uomo che Io non ho voluto
solo, perché altrimenti la lotta sarebbe stata impari, ho messo un mio Angelo,
un Angelo sempre pronto ad intervenire ogni qualvolta ne è richiesto.
Purtroppo l’incredulità fa sì che pochi ricorrano a lui.
Quante volte i miei Angeli, vostri custodi, sono costretti
dalla incredulità umana alla passività quasi assoluta! Quante volte sono
costretti a ritirarsi per non assistere allo scempio che l’uomo fa di se
stesso! Povero uomo che vai brancolando nelle tenebre, quando Io ti ho
tracciato una strada di luce i… Mezzi di difesa? Ma sono tanti!
Ci sono i Sacramenti, i Sacramentali, la preghiera. Ma
nessun mezzo vale quando l’anima è nel buio, e oggi moltissime anime sono nel
buio più profondo. La mancanza di fede porta tenebre nelle anime.
Se non farete penitenza
La più grande crisi di fede, dalla creazione dell’uomo ad
oggi, è l’attuale.
Un formalistico costume di vita cristiana fa illudere molti
di essere sulla giusta via. Parecchi sacerdoti credono di essere sulla giusta
via, come lo credevano i sacerdoti, gli scribi e i farisei nei tempi in cui Io
fui sulla terra, nella mia visibile Umanità.
In tutti i tempi e in tutti i luoghi, la lotta tra il bene
ed il male porta lo stesso immutabile sigillo. Se l’umanità atea di oggi non si
alza in piedi e non cerca di scuotere la polvere e il fumo che ne annebbia
l’anima, in gran parte perirà.
Non saranno i sarcasmi e le ironie degli pseudoteologi, dei
sacerdoti insipienti e superbi, non saranno le arti dei manipolatori di
corruzione in tutti i settori della vita privata e pubblica, ad evitare le
rovine che l’uomo stoltamente sta provocando. Dillo forte che il tempo è
contato; gridalo forte, come Giona : « Se non farete penitenza, perirete ».
Dillo forte che Dio non si può irridere impunemente.
Gridalo forte che l’ora delle tenebre non è voluta da Dio
ma dagli uomini stessi.
Gridalo forte che la Madre mia tanto ha fatto per
allontanare dal mondo la catastrofe.
Ricordali a tutti: Lourdes, Fatima e mille altri interventi,
molte volte soffocati proprio per opera di coloro il cui compito era quello di
giudicare con maggior obbiettività e minor rispetto umano. Hanno avuto paura
del giudizio del mondo…
Qui sta la loro colpa: non la verità, ma se stessi hanno
messo davanti. E ora parlano solo della Misericordia di Dio e non delle loro
responsabilità.
Anche nel pronunciarsi su questi messaggi, ancora una volta
verrà rifiutata la luce ?…
Io li voglio tutti salvi, ma essi oppongono resistenza.
Amano l’oscurità. Nelle tenebre periranno. Tu non temere; continua ad essermi
fedele. Sei nel mio Cuore e qui nessuno non ti potrà toccare, neppure sfiorare.
Ti benedico, figlio mio; voglimi bene e cammina diritto
davanti a Me. Sono la Via che molti si rifiutano di battere.
24 novembre 1975
LA VOLONTA’ DI DIO
«Figlio, scrivi come Io voglio i miei vescovi, i miei
sacerdoti, i miei fedeli.
Se quelli di questa generazione non accetteranno la
trasformazione della loro vita, che da tempo e con tanta insistenza ho chiesto,
provvederò Io alla necessaria riforma di vita.
A Me i mezzi non mancano; non provvedono loro a uniformarsi
alla volontà divina, provvederò Io, affinché il volere divino sia compiuto.
Vi meravigliate, leggendo la Bibbia della durezza di cuore
dei sacerdoti e dei dotti del popolo di Israele; ma voi non siete di meno.
Tardi e duri di cuore, che aspettate ancora? Non vi sono bastati i segni che vi
furono dati?
Io voglio la mia Chiesa fatta nuova, purificata dal
sudiciume da cui attualmente è pervasa.
Non illudetevi. Vi ripeto che sono il Dio della
Misericordia, ma della mia Misericordia che avete fatto? Perché non volete
capire che in Me Misericordia e Giustizia sono la stessa cosa?
Non avete il potere di distruggere la mia Giustizia, come
non avete il potere di distruggere l’Inferno di cui non volete più sentir
parlare.
Forse Io cesso di essere la Misericordia quando, per
giustizia, sono costretto ad escludere dalla Casa del Padre mio i reprobi, gli
impenitenti? E che Giudice sarei se usassi lo stesso metro coi buoni e coi
cattivi?
Allora, annullata la giustizia, secondo il vostro
peccaminoso modo di ragionare, si dovrebbe annullare il Giudizio sia
particolare, sia universale e si dovrebbe ammettere che la vita terrena non è
terra di esilio e tempo di prova, e le cose dovrebbero continuare così come
stanno. Non ci sarebbe più la separazione del grano buono dalla zizzania, dei
reprobi dai giusti. I miei insegnamenti sarebbero inquinati da errori…
Gesù
La volontà di Dio
No, figlio mio. Io non posso errare. Voi vi siete dati un
modello di vita che contrasta e con la mia dottrina e con i miei esempi.
Io sono la via. Chi vuole venire dietro di Me, vescovi,
sacerdoti, fedeli, debbono seguirmi.
In un precedente messaggio « La strada » è chiaramente
detto: « Io ho iniziato con l’umiltà, con la povertà, con l’obbedienza al Padre
mio, usque ad mortem ».
Io mi sono adeguato alla volontà divina del Padre, ma chi
oggi si studia di compiere la volontà di Dio?
Neppure si cerca di conoscerla.
Come dunque debbono essere i miei pastori, i miei sacerdoti,
i miei fedeli? Ma vi è qualcosa di più limpido e di più chiaro nel mio Vangelo?
Eppure non vedono, ottenebrati dalla superbia o dall’una e dall’altra delle
due concupiscenze.
Vengo alla luce di questa vita terrena; i miei Angeli non
vanno a comunicarlo ai potenti e ai ricchi della terra, ma ai pastori, gente umile
e casta, gente giusta e onesta.
Vengono i pastori a porgermi il loro saluto, a donarmi il
loro amore.
Nato con atto di infinita umiltà, attorno a Me ho voluto i
semplici, gli umili e puri di cuore. Così debbono essere, così voglio i miei
vescovi, i miei sacerdoti, i miei fedeli e così saranno nella Chiesa
purificata.
Il Padre mio mi ha dato Giuseppe come Padre putativo, l’uomo
giusto.
Che vuole dire uomo giusto? Uomo santo che pratica la
giustizia, uomo umile, uomo puro.
Ma se i vescovi ed i miei sacerdoti volessero un poco
riflettere, dovrebbero capire chiaramente ciò che Dio vuole da loro.
Semplicità e purezza
Non parlo della Madre mia, Regina di tutte le virtù, della
Madre mia che unica fra tutte le donne, e benedetta fra tutte, fu fatta partecipe
(nel modo precisato nei precedenti messaggi) del mio Sacerdozio. Ella è quindi
modello di ogni virtù per vescovi e sacerdoti.
Come fu la Madre mia, così dovrebbero essere tutti i miei
vescovi e sacerdoti!
Basterebbe meditare per imparare.
Fra i miei apostoli vi fu uno particolarmente prediletto,
Giovanni. Ebbe le confidenze del mio Cuore misericordioso. L’umiltà, la
semplicità e la purezza di Giovanni rapirono il mio Cuore.
Fra i miei apostoli un altro, di cuore superbo e di animo
impuro, nonostante la mia misericordia finì disperato nell’Inferno. Non volle
cogliere gli impulsi del mio amore e della mia misericordia, ma ascoltò la voce
insidiosa delle più turpi passioni.
E poi chi furono i Santi? Furono i veri miei amici.
Potrei continuare a citare i miei insegnamenti in merito, a
richiamare alla tua memoria fatti ed esempi, ma stimo questo sufficiente.
Ti benedico, figlio mio. Offrimi le tue sofferenze per
unirle alle mie perchè si faccia luce nell’animo di chi vive nelle tenebre.
25 novembre 1975
IL FIORE PIU’ BELLO
Qual’è il più bel fiore del Paradiso e della terra? Qual’è,
figlio mio, l’opera più bella della creazione?
Qual’è figlio mio, ciò che maggiormente è caro alla Trinità
divina?
E’ il Cuore Immacolato della Madre mia e Madre vostra,
oggetto dell’amore eterno di Dio, Uno e Trino.
Ebbene, di ciò che è più caro al suo Cuore, Dio ha voluto
fare dono a voi.
Fiore stupendo ed olezzante ha in sé i profumi di tutte le
virtù, fiore che non ha concorrenti né in cielo né in terra, tanto distanzia
per la sua bellezza gli Angeli e tutte le creature della terra.
Dio ha guardato a Lei da sempre, Dio l’ha amata e l’ha fatta
oggetto delle sue compiacenze da sempre; Dio l’ha voluta accanto a sé
nell’attuazione del Suo infinito disegno di amore. Corredentrice, Madre,
Regina, l’ha fatta potente.
D’innanzi a Lei si piegano le gerarchie angeliche e le
generazioni umane la chiamano beata.
Dio ha amato gli uomini al punto di dare per essi il Figlio
suo e, dopo il Figlio, la Madre. Ma gli uomini non sempre hanno dimostrato e
dimostrano di avere capito il dono di Dio.
Fiore fatto di candore immacolato, di purezza, di amore e di
generosità. Fiore unico, in Cielo e in terra altri d’eguali non ve ne saranno
mai. Questo è il vero capolavoro di Dio, al confronto del quale tutto è scialbo
e tutto è poco.
Ebbene, questa Madre ha una capacità d’amore che non ha
limiti. Coloro che non ammettono questo, perché dicono di non credere ai
numerosi interventi della Madre mia a favore dell’Umanità pellegrinante sulla
terra, non sanno che cosa è l’amore; il loro cuore è arido, la loro mente è
oscurata a tal punto da non vedere.
Non conoscete l’Amore
Già ti dissi che fede speranza e amore non possono mai
essere separate; sono (un poco come le Persone della SS. Trinità) distinte ma
unite da essere una in tre. Come potrebbe essere altrimenti? Sono virtù
soprannaturali partecipate all’animo di ogni cristiano da Dio stesso, per cui
il cristiano diventa figlio di Dio, partecipe della Sua natura ed è quindi
somigliante a Dio.
Poveri figli miei, poveri sacerdoti, che grama vita è la
vostra; non conoscete l’amore! Che triste vita è la vostra; non conoscete la
causa motrice della gioia, della speranza! Non conoscete la forza che fa
vincere le prove e le difficoltà; che natura corrotta è la vostra!
Mondo e demonio mettono di continuo ostacoli sul vostro
cammino; per questo siete spesso a terra. Perché siete irrequieti e ribelli?
Perché ove non è amore, ivi è risentimento che degenera, anche nei ministri
miei, non di rado in odio.
No, figli, non vi sono zone neutre, o si è nell’area
dell’amore infinito di Dio, o si è nell’area del Nemico di Dio e dell’uomo,
cioè di Satana.
Dunque non credere, o anche solo dubitare dei numerosissimi
interventi miei e della Madre mia a favore dell’Umanità (interventi sempre
avvenuti a seconda della necessità dei tempi) è come negare l’essenza di Dio
che è amore, e la realtà del Fiore più bello della terra e del cielo, che è il
Cuore Immacolato della Madre mia.
L’amore tende necessariamente all’oggetto amato, l’amore si
riversa sull’oggetto amato. Non capire questo è non capire la natura
dell’amore.
Ho già lamentato il comportamento della Gerarchia su questo
punto a cui non si è dato la necessaria importanza. Non si è indagato
sufficientemente e oggettivamente. I giudizi dati da molti Vescovi sono stati
condizionati da paure, da timori personali, la paura di compromettersi, ecc.
Non si è cercata la verità, la sola verità, spogliandola da ogni elemento
estraneo. Sempre il terribile io affiora in ogni azione, la paura della
responsabilità; insomma se stessi prima, gli interessi di Dio e delle anime
dopo…
Quanto tempo perduto, quante anime ostacolate, quante
condanne ingiuste! Di quanto bene sono state private molte anime! Tremenda è la
responsabilità di coloro che hanno autorità d’indagare, di giudicare con
verità e giustizia e non con viltà ed ingiustizia. Con menzogna agiscono quando
antepongono la propria persona ai veri interessi di Dio. Con ingiustizia se
recano danno alle anime con ingiuste condanne.
Amore senza misura
Figlio, vorrei farti capire, con un paragone, il grandioso
piano d’amore del tuo Signore: Immagina due genitori che hanno un unico figlio
che follemente amano, che forma l’oggetto, lo scopo della loro vita. Ebbene un
giorno viene loro domandato di dare il loro figlio per salvare dalla morte
tante altre creature umane.
Questi genitori, pur amando di un amore non descrivibile il
figlio, sottoscrivono la sua morte. Il figlio, che a sua volta ama
smisuratamente i genitori, acconsente di sacrificarsi per tanti suoi
fratelli. Amore senza misura del padre e della madre per il figlio, amore
senza misura del padre e della madre per i condannati a morire senza il
sacrificio del figlio, amore senza misura del figlio per i genitori e per i
fratelli minori da salvare.
L’Amore tende a donare e a donarsi. Dio ama infinitamente il
Figlio e lo dona per la salvezza dell’Umanità, il Figlio ama infinitamente il
Padre e accetta di morire per l’umanità.
Il Padre celeste e la Madonna amano rispettivamente il loro
Figlio e lo danno per salvezza degli uomini.
L’amore del Figlio per il Padre celeste e per gli uomini
s’incontra nel Cuore suo misericordioso, così come l’amore della Madre mia e
vostra per Dio Uno e Trino e per voi s’incontra nel suo Cuore Immacolato. Ma
che sanno di questo mistero d’amore i miei increduli sacerdoti?
Ecco la loro aridità spirituale, ecco perchè non vogliono
soffrire! La sofferenza è l’anima dell’amore…
Questo lo hanno capito le anime vittime. Ma i sacerdoti che
ne sanno e che cosa hanno da dare alle anime, se sono privi di amore?
Che cosa hanno da dare se non se stessi? Ecco perché cercano
sempre se stessi, anche se a parole ipocritamente parlano d’amore. Le loro
parole ricercate saranno sempre fredde e prive di qualsiasi forza di
penetrazione. Sono dei mercenari che nulla fanno senza accontentare se stessi,
che non sanno cosa voglia dire adeguarsi alla volontà divina, poiché questo
importa amore.
Sono egoisti. Per forza: sono orgoglio, quindi egoismo; sono
mercenari che in un prossimo domani, quando i lupi entreranno in mezzo al
gregge per sbranare le pecore, fuggiranno a migliaia e migliaia, lasciando
dietro di sè solo rovine. Tradiranno Dio e i fratelli; non vedranno che se
stessi.
Come potrebbero amare se mai hanno conosciuto l’amore? E
ciò per colpa loro, figlio, per colpa loro, perché hanno lasciato cadere nel
vuoto gli impulsi della mia Grazia.
Che tremenda visione, che zona oscura sono questi miei
sacerdoti e figli nella mia Chiesa. Quanto freddo e gelo intorno ad essi!
« Qui non diligit manet in morte ». Sono, sì, nella morte
perché l’anima senza amore è morta; sono nell’oscurità tanto da non vedere, da
non credere ciò che le anime semplici credono e vedono; sono peso morto per la
mia Chiesa, sono membra incancrenite del mio Corpo Mistico, sono una sofferenza
e un danno incalcolabile per loro e per le anime. Sono tralci staccati dalla
vite, sono come il fico maledetto che produceva solo foglie e mai frutti.
Poveri figli! Orgoglio e presunzione li hanno dirottati su
di un binario fermo, sono incapaci di ascendere verso le conquiste del bene:
non hanno la forza di salire sulla cima della Santa Montagna. Bisogna
scuoterli; bisogna risvegliarli da quel sonno di morte da cui sono
attanagliati.
– Come, o Signore?
« Figlio mio, lo sai: umiltà, preghiera e sofferenza!
Con l’umiltà si abbatte la superbia, con la sofferenza si
accende il fuoco, con la preghiera si costringe Dio alla pietà e alla
misericordia.
Figlio, ecco perchè voglio che i Vescovi intendano dar vita
nelle Parrocchie all’istituzione dei miei amici, alla « Pia Unione Amici di
Gesù Eucaristia ». Debbono capire che questa è una questione di fede e di
amore. È ben più importante di tante altre attività accendere il fuoco
dell’amore, accendere i bracieri di fede e di carità.
Ovunque è possibile, non importa il numero degli aderenti.
Importa che in tutte le parrocchie gli amici di Me, presente nel Mistero della
fede e dell’amore, diventino i miei alleati per salvare le anime in pericolo.
È necessario perché nell’ora di tenebre che si avvicina le
anime fedeli sappiano dove possano temprarsi, alimentarsi. Abbiano un punto
sicuro per non smarrirsi nell’oscurità della notte.
Costa poco, perciò lo facciano fin che ne hanno il tempo.
Ora basta, figlio mio, chi ha orecchi per intendere, intenda.
Ti benedico, offrimi le tue sofferenze, sta con Me. In
questa notte hai fatto veglia e mi hai consolato col tuo amore.
26 novembre 1975
IL NEMICO DA AFFRONTARE
Io, Verbo eterno di Dio, Parola del Padre, ho parlato agli uomini,
ho annunciato la verità.
La verità irradia luce, e di luce vi era necessità perché le
ombre di morte erano scese sull’umanità colpevole, avvolgendola e
imprigionandola come in una morsa tremenda e velenosa.
La lotta ha avuto presto inizio. È la lotta tra luce e
tenebre, tra verità e menzogna, tra vita e morte. I progenitori colpevoli
corrono a nascondersi nel folto della vegetazione, hanno paura; sentono il
bisogno di coprirsi, hanno vergogna; avvertono i primi effetti della loro
colpa.
Ma Io, Parola di Dio, Luce del mondo, irradiai verità e luce
sui progenitori avvolti nelle tenebre di morte e, ottenuta la loro confessione,
preannunciai la vittoria per mezzo di Maria. « Hai insidiato la donna, la
donna ti schiaccerà il capo, striscerai sulla terra, morderai la polvere e
sarai maledetto fra tutti gli animali che popolano la terra ».
Ecco la guerra entrata nel mondo, ecco l’inizio del duello,
senza posa e senza tregua, che avrà il suo epilogo alla fine dei tempi col
Giudizio Universale. Quello sarà il grande giorno che consacrerà, col sigillo
divino, la grande vittoria di Me, Parola di Dio e Luce del mondo, sulla
menzogna.
Voi, figli miei, dalla creazione e caduta dell’uomo ad oggi,
non avete capito ancora che tutta la storia dell’umanità s’incentra in questa
guerra. Ho detto tutta la storia dell’umanità. Tutti gli sforzi delle tenebrose
potenze del male consistono proprio in questo: sviare dall’animo umano la reale
visione di questa lotta drammatica e senza tregua tra Me, Parola di Dio fatta
Carne, e Satana con le sue legioni.
Tutta la storia del Mistero della salvezza si si impernia
qui. La storia del Corpo Mistico s’incentra qui. La storia dell’umanità ha qui
la sua ragione di essere. Ma che tutto questo non sia compreso da molti Vescovi
e da molti, molti sacerdoti è paradossale!
Ecco perché siamo arrivati a questa catastrofica situazione.
Se coloro che debbono vigilare non conoscono il pericolo da cui guardarsi, a
che cosa si riduce la loro vigilanza?
Se coloro che debbono guidare, non conoscono la strada
giusta, che guide sono?
Se coloro che debbono combattere non usano le armi giuste,
sono destinati alla sconfitta. Così fu all’inizio: Adamo ed Eva avevano in
abbondanza forza e potenza per vincere l’insidia del nemico, ma erano inesperti
sul modo di difendersi contro l’insidia della menzogna che essi non
conoscevano.
Non potete ignorare
Ben più grave è per voi che non potete ignorare, dopo secoli
e secoli di questa lotta, di quale tempra sia il nemico che dovete affrontare.
Adamo ed Eva cercarono una giustificazione alla loro colpa;
la addossarono all’insidiatore tentando, dopo aver peccato, di scaricare la
colpa sull’avversario.
Così faranno molti vescovi e molti sacerdoti, nel vano
tentativo di allontanare da loro la responsabilità. Hanno avuto e hanno paura
di prendersi le loro responsabilità. Motivi di prestigio personale li ha fatti
cedere al Nemico, e questo infinite volte; prima il prestigio personale, prima
la dignità…
Fatti palloni fatui sospesi in aria, in nome del prestigio
sono venuti meno agli impegni che dovevano avere il primo posto.
Hanno ceduto al rispetto umano e ad altre piccinerie non
degne di un pastore di anime.
Non hanno usato loro per primi le armi giuste! Umiltà,
povertà, sofferenza, preghiera… Come potevano usarle gli altri? Diranno che
hanno pregato. Però la preghiera doveva avere il primo posto e il maggior
tempo, in realtà era stato messa all’ultimo posto.
Ho invitato sacerdoti e vescovi ad un confronto; lo facciano
prima che sia troppo tardi, un confronto tra la loro vita e la mia vita sulla
terra, tra il cammino da loro percorso ed il mio cammino. Lì potranno vedere,
senza pericolo di ingannarsi, la realtà.
Se ne avessero davvero il coraggio, dovrebbe emergere da
questo leale raffronto tutto il pus che hanno dentro.
Non valgono gli esempi dei grandi vescovi? e per i sacerdoti
il santo Curato d’Ars non dice nulla? Negletto e disprezzato, passava ore e ore
a pregare, ma la grazia divina in lui era tale da convertire anche le pietre.
Non voi dovete adattarvi ai tempi, ma i tempi debbono
adattarsi a voi. Quale responsabilità l’avere abdicato alla lotta! Se voi siete
vescovi e sacerdoti, lo siete in virtù di questa lotta. Senza questa lotta non
avreste ragione di essere. E molti l’ignorano. Figlio, ti benedico, Non temere,
guarda Me e avanti nel tuo cammino, fino al grande incontro! Allora le spine
diventeranno rose meravigliose sconosciute sulla terra d’esilio.
27 novembre 1975
NON SIAMO LONTANI
Figlio, mi hai manifestato il desiderio di conoscere e
comunicare con il santo Martire Ottavio, ecco
« Sono Sant’Ottavio, martire romano. Desidero che tu sappia
che in Paradiso non si vive una vita d’inerzia, ma una vita intensamente
attiva.
In Paradiso si ha la pienezza della vita. Entra nella
normalità il desiderio di comunicare tra noi il Corpo è unico, unico vi è il
Capo; anche le attività, finché i pellegrinanti sulla terra non deviano in
cose dannose all’interno corpo e lesive dei diritti di tutte le membra, prima
fra tutte quella del Capo.
Fratello mio, non ti è mancato mai, dalla nascita, e non ti
mancherà fino alla fine dei tuoi giorni terreni, l’aiuto che ci è stato
consentito.
Più grande sarebbe stato, se più intenso fosse stato il tuo
desiderio di riceverlo e più frequente la tua richiesta. La bontà divina ci ha
concesso l’incontro; allora accordiamoci per una più feconda, reciproca
collaborazione. È gioia per la divina Bontà e gioia per noi, fratello mio,
rendere i nostri rapporti più intimi, più frequenti, più confidenziali, e
soprattutto più fecondi di bene.
Non siamo lontani da voi, fratello! È un errore il pensarlo:
siamo membra libere ed intelligenti dello stesso Corpo. La stessa Vita divina
alimenta noi e voi. V’è solo che noi vi amiamo molto e voi ci amate molto meno,
tanto poco da dimenticarvi di noi.
La Comunione dei santi
Ma tu sai, fratello, che l’amore tende necessariamente
all’unione, all’unione perfetta. Come la si si può rendere facilmente
realizzabile? Non vi può essere, se l’amore è unilaterale.
Fratello mio, dillo a tutti che il bene sulla terra potrebbe
essere immenso, incalcolabile, se voi ancora pellegrini viveste, come noi
ardentemente desideriamo vivere, (e lo viviamo nella misura che voi ce lo
consentite) il dogma della Comunione dei santi!
In Paradiso non ci si può rammaricare di niente, altrimenti
non vi sarebbe felicità perfetta. Ma se si potesse rammaricarci di qualcosa,
certamente sarebbe di questo: d’avere perduto immense possibilità di bene e
trascurato una fonte meravigliosa di risorse spirituali e anche materiali, per
il bene personale e sociale della Chiesa.
Per bontà divina ci sia concesso di ritrovarci con maggiore
frequenza, per l’onore e la gloria del nostro tre volte Santo Dio, Uno e Trino.
27 novembre 1975
PICCOLE E GRANDI COSE
Gesù, prima di darmi la sua benedizione come usa ogni sera,
mi ha detto
Figlio, voglimi bene, ricordati che dinnanzi a Me niente è
grande e niente è piccolo. Ricordati che è proprio nelle piccole cose, nelle
cose più minute che si dimostra di amarmi e di amarmi ardentemente.
… Quel sorriso donato ad una persona che ti urta, quell’atto
di umiltà fatto nel momento giusto, quell’atto di impazienza fatto prontamente
rientrare, quella generosità nel rispondere agli impulsi della mia grazia,
quella puntualità nei rapporti coi terzi, quel sapere ascoltare (e potrei continuare
ancora) sono piccole e grandi cose che arricchiscono la nobiltà dell’animo.
Esse danno a Me gioia e sono testimonianza di un autentico
amore.
Figlio mio, voglio che tu abbia ad amarmi così. Così farai
felice il tuo Gesù.
Chi mi è fedele nel poco, mi è e mi sarà fedele nel molto.
28 novembre 1975
CAPOLAVORO DELLA TRINITA’
Figlio mio, scrivi
Ti ho già detto come voglio i miei sacerdoti anche se mi
sono limitato alle cose principali. Ora vorrei farti capire come il sacerdote
sensibile e attento ai segni della grazia, Io lo voglio plasmare, naturalmente
non senza il suo consenso. A volte mi basta che non metta ostacoli alla mia
opera di cesello, opera che non solo arricchisce il sacerdote di meriti e di
virtù, ma ne fa un capolavoro della Trinità divina.
Di lui si delizia il Padre, di lui gioisce lo Spirito Santo,
che si servirà delle sue labbra per manifestare la sapienza che irradierà luce
nelle anime.
Di lui è contento il suo Gesù, che ne farà una cascata di
grazia che permeerà le anime con cui viene a contatto.
Di lui Gesù farà un altro Se stesso, che passerà nel mondo
attirando a sé con la forza della preghiera, con la potenza della sofferenza.
Come Me, trionferà nelle umiliazioni e nella incomprensione di coloro che lo
circondano.
Figlio, il sacerdote che Io voglio deve essere attento alle
mie parole. Il sacerdote che Io voglio deve essere proteso verso di Me nella
donazione di tutto se stesso a Me e ai fratelli, come Io mi sono donato tutto
al Padre e tutto a voi.
Il sacerdote, sul mio esempio, deve essere l’uomo della
preghiera.
Santissima Trinità
Arido deserto
Figlio mio, quale capovolgimento di situazione nella mia
Chiesa! Non si prega o si prega male, è una preghiera materiale.
Per questo non ci sono più vocazioni. Come potrei Io
suscitare vocazioni per farne non dei sacerdoti, ma dei servitori di Satana,
perché questa è la realtà; molti sacerdoti invece di essere miei ministri, si
sono posti al servizio del Demonio.
I miei veri sacerdoti sanno bene che alla preghiera va dato
un tempo considerevole; è solo con la preghiera e con la sofferenza, oggi
abborrita, che il sacerdote diventa forte della stessa mia fortezza. Il
sacerdote che voglio Io vive di fede. È impossibile che un sacerdote non sia
l’uomo della fede. Ma credi tu che avessero fede quelli che mi hanno
abbandonato per correre dietro ai fatui piaceri del mondo? Credi tu che
abbiano tutti una grande fede quelli che sono rimasti? No, purtroppo…
Che orrendo squallore, che arido deserto ha creato il Nemico
nella mia Chiesa
Il sacerdote che io voglio, il sacerdote della Chiesa
purificata per una nuova vita, deve avere in sè, anche il fuoco dell’amore. Non
sono Io venuto sulla terra per accendere il fuoco, e che cosa voglio se non che
il fuoco arda e divampi fino a creare un grande incendio? Invece i cuori di
qualche pastore e di molti sacerdoti sono gonfi di superbia e quindi di
egoismo.
Il sacerdote vero anela giorno e notte a Me, come il cervo
assetato anela ad acque fresche e limpide.
Credi tu che mi cercano tanti sacerdoti di questa
generazione? No, figlio mio, desiderano la macchina, sognano il matrimonio,
amano le sale, i luoghi pubblici, alcuni perfino i caffè, amano i films anche
immorali, si appiccicano alla televisione.
Alcuni hanno cuore per tutte le vanità e comodità, meno che
per il loro Dio. Altro che Dio al di sopra di ogni cosa! ogni cosa al di sopra
di Dio! Non hanno il coraggio
Ed i Vescovi? Alcuni di essi dormono. Se sanno, non hanno il
coraggio di dar mano alla scure, e allora cercano nuovi mezzi, nuove vie. Nuove
vie non esistono, come non esistono altri mezzi al di fuori di quelli da Me
indicati, frutti della mia Redenzione.
I Vescovi, in nome della prudenza, continuano a commettere
imprudenze. Quante ne hanno compiute, con danno gravissimo delle anime e della
Chiesa a cui sono stati chiamati a presiedere!
In nome della prudenza dormono perché, in molti casi, sono
dei pavidi che fingono un amore e una cura che non hanno e una paternità che,
in non pochi casi, non è sincera.
C’è chi agisce per calcolo; ma l’amore non fa calcoli,
l’amore marcia su di un’altra direttiva, l’amore tutto supera, tutto vince e
non si perde in quisquiglie. L’amore è fuoco che arde, che brucia, che non si
arresta.
Leggano bene S. Paolo su questo punto e molti di essi dovranno
ammettere di marciare su di un binario opposto, o quasi, a quello indicato
dall’Apostolo.
Ti ho detto, in precedenti messaggi, che Io voglio i miei
sacerdoti santi; ora ti ho meglio specificato quello che il sacerdote deve e
quello che non deve essere per diventare santo.
Ti benedico, figlio mio. Prega e soffri per la conversione
dei sacerdoti.
2 dicembre 1975
IL PROGRESSO MODERNO E’ PAGANESIMO
Figlio mio, scrivi
Il progresso moderno è arma micidiale con cui Satana
allontana anime e anime dalle sorgenti di acqua viva, per portarle e poi
abbandonarle in un deserto a morire di sete.
Chi doveva mettere in guardia le anime dei battezzati da
questo grave pericolo, si è lasciato lui pure abbagliare.
Senza opporre resistenza e avvertire il gregge del
gravissimo pericolo a cui andavano incontro, ha seguito il Nemico, che così ha
potuto allontanare dalla luce della fede gregge e pastori.
Dimostrarti quanto ciò sia vero mi pare superfluo; chi non
vede oggi dissacrata e scompaginata la famiglia?
Chi non vede oggi la scuola, da santuario trasformata in
una bolgia infernale dove, col pretesto del progresso e dell’evoluzione dei
tempi, i fanciulli vengono iniziati ufficialmente al peccato?
Chi non vede come il cinema e la televisione siano diventati
cattedre con milioni e milioni di alunni che assorbono avidamente lezioni di
violenze, criminalità, adulteri.
Sono cattedre da cui il veleno dell’ateismo viene inculcato
in tutte le ore del giorno e della notte con bugiardi notiziari, con film
esaltanti il divorzio e l’aborto, con canzoni insinuanti l’amore libero, la
sensualità. L’immodestia viene esaltata e glorificata attraverso il nudismo,
l’immoralità dei costumi. La diffusione di errori di ogni genere viene
quotidianamente accolta come una conquista di libertà.
In nome della libertà
In nome della libertà si uccide, in nome della libertà si
corrompe, in nome della libertà si compiono le più scellerate imprese.
Non ti parlo di ciò che avviene in ville, in case private,
in locali pubblici; ogni aberrazione, ogni pervertimento e iniquità vien
consumata. Qui Satana sfoga tutto il suo odio contro la natura umana
degradandola, distruggendo in essa ogni pudore e senso di dignità,
calpestandola, umiliandola in tutti i modi acconsentiti dalla sua astuzia
degradata.
Che dire della stampa, altro vanto del progresso? È
anch’essa un mezzo di comunicazione addomesticato al servizio del male.
La stampa buona ha una accoglienza più fredda e assai meno
ampia della stampa cattiva. Guarda i giornali: stanno passando in buona parte
al servizio dell’ateismo. Questo pseudo-progresso (progresso materiale ma
impressionante regresso morale e spirituale) è stato accettato senza reazione,
eppure è evidente in esso la presenza superba del Maligno, che ne ha fatto
un’arma per uccidere Dio nelle anime.
Non solo non si è reagito, ma da non pochi lo si è esaltato
e molti uomini che dovevano, uniti, porre un argine a questa satanica invasione
lo hanno seguito.
Ecco allora che i miei esempi ed i miei insegnamenti sono
in perfetto contrasto con i princìpi e i costumi di questa civiltà del peccato.
Da qui lo sfrenato zelo, per conciliare l’inconciliabile,
di molti miei ministri e pastori che vogliono cambiare e riformare tutto. Ecco
la pioggia d’innovazioni che, secondo loro, dovrebbero rendere possibile
servire a due padroni contemporaneamente. Vorrebbero fondere insieme luce e
tenebre, far diventare lecito l’illecito aumentando nella mia Chiesa scandali,
lacerazioni e divisioni.
Questi innovatori hanno dimenticato la cosa veramente
importante: rinnovare se stessi. Essi, una volta rinnovati, avrebbero potuto
procedere, con sapienza, ad un sensato aggiornamento, a una utile riforma.
Per salvare le anime
Quelli che oggi si aggrappano alla mia misericordia,
avrebbero ragione, se non dimenticassero cose di capitale importanza
– Vale l’anima, sì o no, più del corpo ?
– Se sì, sarebbe misericordia, per salvare i corpi, che si
lasciassero perdere le anime? Io non sono il Dio delle vendette, ma sono
l’Amore infinito ed eterno, cioè dalla eternità Io amo infinitamente voi.
Io non voglio la rovina degli uomini ma, perché sono Amore,
ne voglio la salvezza, la salvezza eterna. Voi mi avete abbandonato, mi avete
posposto alla vostra civiltà pagana che avete accettata e con la quale avete
pattuito, abbassandovi ai più indegni compromessi.
Ora incominciate confusamente ad intravedere l’abisso che vi
sta sotto i piedi e vi appellate alla mia misericordia. Sarà proprio la mia
misericordia ad impedire alle anime di continuare a perdersi, piegando l’ora
vicina della giustizia alla misericordia, per cui la mia Chiesa nata a vita
nuova assolverà ai fini per cui Io l’ho voluta.
Sei stanco e non ti senti bene, figlio mio; per questa notte
basta. Ti benedico. Voglimi bene.
3 dicembre 1975
SONO PASSATI AL NEMICO
Scrivi, figlio mio
Io Gesù, Verbo di Dio fatto Carne, vedo la mia Chiesa oggi
in un modo ben diverso da quello in cui Io l’ho strutturata all’inizio.
Che cosa è rimasto della vera, genuina struttura? Quasi non
la riconosco più…
Sono i Vescovi di oggi gli Apostoli di ieri? Sono guidati
dallo stesso zelo disinteressato dei primi tempi? È lo stesso spirito di
umiltà, di povertà che li guida? I sacerdoti di oggi sono simili ai discepoli
di ieri? No, figlio mio.
Non intendo dire che anche all’inizio non siano mancati i
deboli e i disertori, ma lo spirito dei buoni era lo spirito di Dio. La fede
che li animava, la speranza che li sosteneva era da Dio, la carità che li univa
era carità vera, tanto che i pagani osservando lo spirito che li animava
dicevano: « guarda come si vogliono bene » ed erano attratti verso di loro.
Oggi, figlio mio, le cose sono ben diverse. Sempre fatta
eccezione dei pochi veramente buoni e santi, neppure i Vescovi amano della vera
carità di Cristo i loro sacerdoti, untuosi esteriormente, interiormente freddi
come il metallo.
Fra sacerdoti poi, l’amore fraterno è fatto spesso di parole
vuote; impera più che la fraternità, la malevolenza.
Sempre pronti ad allearsi con chiunque, pur di dare addosso
ad un confratello, sempre pronti a trasformarsi in avvocati difensori di Dio
contro un’altro Sacerdote. Non parliamo poi delle invidie, gelosie e
risentimenti che bollono in continuazione nel pentolone del Demonio, con
maldicenze e perfino con calunnie con cui Satana innaffia la Chiesa dei nostri
giorni.
Ti ricordo pure le lesioni inferte al mio Corpo Mistico per
i peccati contro il sesto ed il nono Comandamento.
I sacrilegi non si contano, e si consumano con una
indifferenza che forse neppure Giuda conobbe. In un recente messaggio accennavo
al pus che si è accumulato all’interno del mio Corpo Mistico.
Oh, se si potesse tagliare il mio Corpo Mistico come si
taglia il corpo fisico, il pus uscirebbe fuori con grande violenza.
Non posso, figlio, permettere che le anime continuino a
precipitare nell’Inferno.
Non posso starmene passivo mentre viene resa per moltissime
anime inutile la mia Sofferenza infinita, inutile il mio Sangue, inutile la mia
stessa morte!
La mia misericordia infinita richiede l’ora della giustizia
contro l’ingiustizia perpetrata da Satana omicida e ladro, con la libera
alleanza e collaborazione di persone che volutamente operano per la perdizione
delle anime che dall’eternità lo amo.
Responsabilità tremenda
Figlio mio, se Io ti facessi vedere la tremenda
responsabilità dei Consacrati in questa opera di rovina, di strazio e di
lacerazione delle anime in combutta con le forze dell’Inferno, tu non potresti
sopravvivere un istante.
Voglio che si sappia da tutti che, persistendo il male
morale e spirituale nella mia Chiesa, l’ora della purificazione non potrà
essere protratta neppure dalle implorazioni della Madre mia e dalle sofferenze
delle anime vittime, pur così efficaci. La salvezza delle anime è cosa talmente
grande che ad esse nessuna altra cosa deve essere anteposta. Dio vede quello
che voi non potete vedere. La misericordia di Dio, la pazienza di Dio, la
longanimità di Dio sono ben più grandi di ogni vostra immaginazione, ma non
possono tollerare oltre la strage di anime compiuta giorno e notte dal peccato.
Figlio mio, quando mai gli uomini, così lenti a comprendere,
si renderanno conto della futilità di tutte quelle cose per cui sprecano tempo
ed energie?
Qui non parlo dei lontani ma di quelli che pur si dicono
miei seguaci ma nella grande maggioranza mettono Dio e anima all’ultimo posto.
Per Dio e per la loro anima mai farebbero quei sacrifici che fanno
quotidianamente per i capricci del loro corpo di cui si son fatti un idolo.
Pensa tu dagli altri che cosa Io posso attendermi…
Ma ciò che più mi addolora è che le mie sentinelle, cioè i
miei consacrati, in buon numero siano passati al Nemico.
Voi, vi ripeto, fortunatamente non vedete ciò che Io vedo.
Vedo tutto, anche i pensieri più reconditi. Voi non potreste
mai capire l’infinita tristezza del mio Cuore misericordioso e la tristezza del
Cuore Immacolato della Madre mia.
Si continua a battere i sentieri tortuosi dell’ipocrisia, e
non si vuole imboccare dai più la strada maestra della Croce e della preghiera.
Basta per ora. Ti benedico; offrimi le tue sofferenze. Ora
sono grandi, ma è solo offrendole con amore che doni gioia al mio Cuore.
3 dicembre 1975
SIATE PERSEVERANTI
Chiedo la benedizione particolare sui Revv. Parroci e
Sacerdoti e per gli aderenti alla Pia Unione che domani, giorno 4 dicembre
1975, 1° giovedì del mese, iniziano l’adorazione a Gesù, come Lui stesso ha
ardentemente desiderato.
Scrivi
« Figli, le mie delizie, la mia gioia è stare con voi.
Dall’Eternità vi ho amato; da sempre siete l’oggetto del mio Amore. Per questo
vi ho voluto qui, vi voglio qui ora e anche per il futuro. Da troppi sono
dimenticato, da troppi sono offeso, insultato, tradito, trafitto.
Il mio Amore non trova corrispondenza adeguata e Io, Dio,
la cerco in voi che avete risposto si al mio invito.
Se anche voi mi amerete come Io vi amo, nuovi rapporti di
amicizia si instaureranno tra Me e voi. La mia amicizia che Io vi offro, Io
Dio, vostro Creatore e vostro Signore, vostro Tutto, Alfa e Omega, è quanto di
più prezioso e più grande vi posso dare.
Voi verrete qui, tutti insieme, almeno una volta al mese per
stare come si sta fra amici, verrete qui per pregare e riparare per coloro che
la mia amicizia rifiutano e ripudiano.
Siate perseveranti; guardatevi dalle astuzie del Nemico che
tutto farà per ostacolarvi nei vostri propositi di bene.
Venite con il cuore aperto e Io lo riempirò delle mie grazie
e dei miei doni.
Figli, sarà bello il trovarvi qui con il vostro Gesù.
6 dicembre 1975
DA MIRI VIRTUTEM CONTRA HOSTES TUOS
Figlio mio, queste sono parole che ogni mio fedele, ogni mio
sacerdote non solo deve pronunciare con le labbra, ma deve pronunciare col
cuore e con la mente, in umiltà di spirito e in semplicità di fede.
Non per nulla queste parole sono poste sulle labbra dei
cristiani ed in particolare dei miei sacerdoti. Oltre che essere una
preghiera, sono un avvertimento di straordinaria importanza, sono una indicazione
della specifica missione del cristiano come soldato di Cristo,
nell’instancabile lotta contro le forze tenebrose dell’inferno, nemiche di Dio
e della salvezza delle anime.
Amici di Satana
Ho parlato nei precedenti messaggi delle contraddizioni
molteplici nella mia Chiesa. Eccone una stridente: si prega, si domanda forza,
potenza contro un Nemico a cui non si crede affatto o pochissimo e che poi si
rifiuta di combattere nel modo più consono.
È come se soldati e ufficiali chiedessero le armi e
ottenutele si rifiutassero di usarle. Non è questa, figlio mio, una
inspiegabile ed ingiustificabile contraddizione? Ma la contraddizione assume
aspetti ancora più assurdi poiché non solo non si combatte il più pericoloso
nemico, ma troppo spesso lo si coadiuva, lo si incoraggia nella sua azione
devastatrice nelle anime. Quanti sacerdoti eretici, superbi e ribelli, quanti
cristiani infedeli e bestemmiatori, amici di Satana più che di Dio!
Io sono venuto nel mondo proprio per riprendermi, dalle
mani di Satana e delle sue legioni, ciò che con l’inganno e la menzogna mi
avevano sottratto. Ho combattuto e vinto la mia battaglia con l’umiliazione
dell’Incarnazione, con la perseverante preghiera e con la infinita sofferenza
della mia Immolazione, le armi sicure per una infallibile vittoria sui nemici
di Dio e delle anime.
Non ho chiaramente detto: « Chi vuole venire dietro di Me,
prenda la sua croce e mi segua »?, in altre parole non ho chiaramente detto: «
Chi vuole essere mio seguace, faccia ciò che Io per primo ho fatto »?
Ora, figlio, lascio a te il giudicare se cristiani,
sacerdoti e pastori fanno ciò che Io ho fatto. No, figlio mio; sono pochi,
pochissimi oggi quelli disposti a seguirmi sulla via del Calvario, portando la
loro corona di spine.
Osserva l’enorme contrasto tra la mia vita e la loro vita,
tra il mio cammino ed il loro cammino, tra le mie opere e le loro opere. Si
marcia in direzione addirittura opposte.
Veramente tragica e drammatica situazione, che non può
sfociare che nell’ora della purificazione. Incredibile è la cecità degli uomini
e la durezza dei loro cuori, inammissibile la condotta dei miei cristiani,
provocante il tenore di vita di alcuni miei sacerdoti. Non temono Dio, non temono
la sua giustizia; periranno e saranno dispersi come polvere al vento. Non Io,
ma la loro ostinazione li perderà.
« Da mihi virtutem contra hostes tuos », a fior di labbra,
mentre nella realtà quotidiana della loro vita favoriscono, di fatto, i piani
di devastazione delle anime.
Si guardano bene questi miei sacerdoti di valersi
dell’esorcismo, usando del potere loro conferito ancor prima dell’Ordine sacro,
sia perché in esso non credono, sia perché ne intuiscono la inutilità per il
contrasto della loro vita con quella del sacerdote fedele che dell’esorcismo
fa un’arma validissima a contenere, limitare, neutralizzare la spavalda
tracotanza del Nemico.
Buio sul mondo
Oh, sì! Generazione perversa ed incredula che ogni problema
riduce ad un problema di benessere materiale, misconoscendo di fatto i valori
spirituali della vita umana, abbassando e addirittura annullando la dignità
dell’uomo, livellandolo al rango di un animale qualsiasi…
Figlio mio, che buio profondo si è fatto sul mondo; gli
uomini abbrutiti, i miei ministri ludibrio degli uomini e zimbello delle
potenze del male!
Ciò che più rattrista il mio Cuore misericordioso e il Cuore
Immacolato della Madre mia e vostra, è che l’amore sia ripudiato, che la luce
sia respinta, che Dio sia osteggiato e si faccia di tutto per ostacolare il
suo piano di salvezza.
Sono menzogna sulla bocca di molti le parole « Da mihi
virtutem contra hostes tuos ». Sì, è bugia che lascia vedere l’abisso in cui si
è precipitati, lasciando cadere nel vuoto tutti i richiami (e tanti sono
stati!) per evitare all’umanità la più tremenda sciagura della storia. Ma i
Nemici non prevarranno.
La mia Misericordia, non mai disgiunta dalla mia Giustizia,
trionferà. Trionferà ancora la Madre mia e vostra, che fugherà le tenebre
calate sul mondo, per ridare all’umanità bene e giustizia.
Bella sarà la mia Chiesa purificata, rigenerata a nuova
vita. Prenderà nel mondo il posto che le compete, e che nazioni e popoli le
riconosceranno, di Maestra e di Guida di tutta la grande famiglia dei figli di
Dio.
Ti benedico, ti chiedo la tua sofferenza e il tuo amore.
7 dicembre 1975
MISTICA ROSA DEL CIELO
« Scrivi figlio mio
Oggi, 7 dicembre, vigilia della festa dell’immacolato
Concepimento della Madre mia e Madre vostra, festa grande in Cielo e festa
sulla terra, ti voglio parlare di Lei, mistica Rosa del cielo e della terra.
Ti voglio parlare di Lei, fiore il più bello di tutto il
creato, capolavoro della mia Sapienza, della mia Potenza, del mio Amore.
Ti ho già accennato di questo fiore, della sua natura, della
sua unica bellezza; non ne esistono né esisteranno altri nel tempo e
nell’eternità.
È fatto di candore immacolato, è fatto di splendore
ineguagliabile, è fatto di amore. E di Me, Dio Uno e Trino.
Io sono il Giglio delle convalli; esso ha rapito il mio
candore. Io sono la Luce, esso ha rapito la mia luce; Io sono l’Amore, esso ha
rapito il mio amore. Candore, luce e amore è Maria, mistica rosa. Nel centro di
questa mistica rosa sta l’amore. Come braciere ardente irradia calore che si
spande in cielo ed in terra, tutto e tutti avvolge e di sé compenetra.
Essa è la gioia del Padre, la figlia sua prediletta e più
cara.
Essa è la Madre generosa che dona a Me, Verbo, la sua
umanità; Essa è la sposa amata dallo Spirito Santo che in lei effonde
l’abbondanza infinita dei suoi doni.
Essa è la mistica rosa del Paradiso, della terra e del mondo
universo.
E’ fatta di amore
Ma la rosa non ha la sola corolla, la rosa ha il suo stelo,
ha le sue foglioline che l’adornano e ne completano la bellezza, la rosa ha i
suoi colori stupendi.
La Rosa mistica nel suo centro ha i colori delle virtù
soprannaturali, della fede, della speranza e dell’amore; degradano questi
colori in sfumature fino al giallo oro dei bordi per significare che Essa non è
solo la mistica rosa del Paradiso, ma anche della Chiesa sulla terra.
Le foglioline che l’adornano sono il simbolo delle virtù
cardinali e delle altre virtù; il gambo robusto con acute spine simboleggia la
difesa contro ogni tentativo di sopraffazione da parte dei suoi Nemici
visibili ed invisibili.
La Rosa mistica ha il suo profumo che avvolge tutte le anime
che in Lei confidano e che a Lei si affidano.
Il profumo, anch’esso amico, è protezione sicura contro gli
assalti delle potenze del male.
Mistica Rosa, fiore più bello del cielo e della terra,
nessuno mai ti potrà deturpare. Rosa mistica sei oggetto di costante, immutato
amore da parte di Dio, e della venerazione degli Angeli e dei Santi.
8 dicembre 1975
ANCHE OGGI NON CREDONO
Figlio mio, scrivi
Io Gesù, Unigenito Figlio di Dio, uno col Padre e con lo
Spirito Santo, nei tre anni della mia vita pubblica più volte, con chiarezza e
precisione, ho manifestato ai miei Apostoli e Discepoli che era necessario che
il granello di frumento fosse gettato nella terra a marcire per poter dare frutti
abbondanti.
Ma né i discepoli né gli apostoli vollero comprendere,
nonostante che le mie parole non si prestassero ad equivoci. Mai si convinsero
della ragione della mia morte e della mia tremenda passione; eppure quante
volte ne parlai loro, senza veli.
Stavo attuando il mio disegno d’amore per la salvezza degli
uomini (disegno iniziato nell’umiliazione e povertà, nella obbedienza e
sofferenza, nella preghiera continua) ed essi non capivano perché non volevano
accettare l’ora tremenda delle tenebre. Ero Io che preparavo il germogliare
della mia Chiesa nella persecuzione da parte dei grandi del popolo, ma non ebbi
la comprensione dei miei prediletti. Ero l’Uomo-Dio e operavo miracoli, ma non
mi si credeva.
Si sono ribellati all’ora oscura della mia Passione e Morte
con cieca ostinazione, con assurda testardaggine.
Una sola creatura era ben certa della inevitabile ora di
tenebre incombente nel mondo: la Madre mia. Per tutta la vita ebbe trafitto il
suo Cuore Immacolato dalla visione della mia Passione e Morte. Figlio mio, oggi
le cose sono le stesse di allora, ma non si deve imputare a Me questa
situazione, ma solo a questa generazione perversa che rifiuta Dio col peccato
di Satana e che, impenitente, non crede alle mie parole.
Non ha parlato la Madre mia con precisione, con chiarezza a
Lourdes, a Fatima e in altri innumerevoli luoghi? Non hanno creduto.
Ho parlato Io e ancora non hanno creduto. Duemila anni or
sono il Granello doveva marcire per rinascere germe rigoglioso e vitale. Il
Capo della nascente Chiesa doveva immolarsi nell’annientamento per la salvezza
comune.
Colà fu il Capo che immolò Se stesso per soddisfare
l’impagabile debito dovuto alla divina Giustizia.
Oggi è l’intero Corpo Mistico che reso sterile, come il fico
maledetto, dalla infestazione demoniaca dell’ateismo, deve come il granello di
frumento essere gettato nel seno della terra e marcire per rinascere a novella
e feconda vita divina. Ciò risponde esattamente ad esigenze irreversibili della
mia Giustizia e della mia Misericordia.
In verità vi dico che se non rinascerete, non entrerete nel
regno dei cieli. Atto d’infinita misericordia e giustizia è il mistero della
mia Redenzione. Atto di misericordia e di giustizia è l’ora della
purificazione.
La Redenzione è in atto
La Redenzione continua, la Redenzione è in atto. La mia
Misericordia esige la vostra salvezza, la mia Giustizia la soddisfazione dei
debiti contratti da voi, mie membra vive, libere ed intelligenti, capaci di volere
o di rifiutare il bene e il male, quindi responsabili delle vostre azioni.
Non ti turbare, figlio mio: la mia misericordia esige che
tutti siano avvertiti, oltreché con richiami interiori, anche con quelli
esteriori.
Chi vuole intendere intenda; ma chi ostinatamente, accecato
dalla superbia e dall’orgoglio, vuole perire come Satana, perisca.
Coraggio! Niente turbi il tuo animo, sia in un senso sia
nell’altro. Io premierò la tua docilità e ti proteggerò, pur non risparmiandoti
la sofferenza. Oh, cecità e ostinazione!
O generazione incredula e perversa, che potevo fare di più
per sottrarti all’ora dell’oscurità, all’ora di morte e di sangue che si
avvicina?
Che potevo darvi di più di quello che vi ho dato? il mio
Amore, il mio Cuore aperto vi ho dato! l’amore della Madre mia e vostra!
Più volte Essa è venuta sulla terra per scuotere il vostro
torpore, per richiamarvi alle grandi realtà della fede, per indicarvi la strada
maestra da percorrere.
Sanerò la mia Chiesa lo sanerò i popoli e le nazioni. Io
sanerò la mia Chiesa!
Non saranno i teologi molti dei quali, oscurati dalla
superbia di Satana, anziché luce sono diventati tenebre accrescendo la
confusione e il disorientamento con le loro insane dottrine.
Io sono l’Essere semplicissimo e tutto ciò che esce da Me è
semplice, mentre molti di loro sono complicati.
Io rendo semplice ciò che è complicato, essi rendono
complicato ciò che è semplice.
Non ti meravigliare se non accetteranno questi messaggi, se
sdegnosamente li respingeranno. Mai ammetteranno, come i dottori del tempio, la
verità che non è da loro, perché essi non sono dalla Verità. Non ti turbare.
Ti benedico. Donami te stesso, così come sei, con ciò che
hai. Donami le tue pene: le chiuderò nel mio Cuore misericordioso per
restituirtele in pioggia di grazie.
Voglimi sempre bene.
Confidenze di Gesù a un Sacerdote (Mons. Ottavio Michelini)
– Seconda parte.
Gesù Misericordioso
12 dicembre 1975
LA VIRTU’ DELLA PIETA’
« E’ decreto della Divina Provvidenza che gli uomini
pellegrinanti sulla terra abbiano a comunicare con Dio Creatore, Signore,
Redentore e Santificatore con segni e mezzi particolari.
Questi mezzi sono svariati ma tutti rispondenti allo scopo.
Dio invece può comunicare con voi anche senza questi mezzi.
L’uso di questi mezzi, che regolano i rapporti vostri con
Dio Creatore e Signore, si chiama « pietà ». La pietà è virtù di grande
importanza perché serve alle anime per elevarsi al loro Creatore per lodarlo,
ringraziarlo, glorificarlo, per esprimere a Lui i propri sentimenti, per
domandare a Lui perdono dei peccati commessi, per unirsi alle voci di tutto il
Creato, per unirsi al coro universale di tutte le creature, animate e non
animate, nell’inno doveroso di lode a Lui, Alfa ed Omega di tutti e di tutto.
Dunque la pietà deve essere virtù di tutte le anime. Guai a
coloro che la distruggono in se stessi; spengono in sé ogni luce divina
isolandosi da Dio, rimanendo preda agognata di Satana.
Un uomo senza pietà è come un uomo privato dei suoi arti,
che non può dare e non può ricevere nulla da nessuno; l’uomo senza pietà è
mutilato della sua libertà, condannato ad essere lo schiavo di Satana. Nelle
mani di Satana sarà strumento di perdizione.
Non pregano più
Da qui appare l’importanza di questa virtù fondamentale che
l’ateismo ha sempre cercato in tutti i modi e con tutti i mezzi di distruggere
in milioni e milioni di anime.
L’ateismo oggi può vantare a ragione di avere distrutta
questa virtù in moltissimi cristiani, perfino nell’anima di molti sacerdoti,
religiosi e suore che, abbacinati da questa assurda civiltà materialistica,
hanno spento in se stessi la sorgente che alimentava la loro vita interiore,
anima di ogni attività pastorale. Senza della pietà le anime inaridiscono,
trasformando la Chiesa da giardino in deserto.
Quanti sono i sacerdoti che non pregano più! Niente recita
dell’Ufficio divino, niente Rosario « tabù buono per altri tempi », niente
meditazione. Al posto di queste pratiche: radio, televisione, canzonette,
letture ed altro ancora di cui è meglio tacere. Le luci della fede, della
speranza e dell’amore sono spente e il processo di disintegrazione della vita
divina è quasi consumato.
Detronizzato Dio dall’animo, al suo posto hanno sostituito
un mitico progresso sociale e un’altrettanta ipotetica giustizia sociale che
mai potranno realizzare, poiché è chiaro che nessun progresso e tanto meno
nessuna giustizia sociale è realizzabile senza la vera libertà, senza l’aiuto
di Dio.
Aprire gli occhi
Figlio, il mio Vicario sulla terra conosce e segue la
crescente fase di disintegrazione morale e spirituale del mio Corpo Mistico e
ne è addolorato. Ne soffre perché per molti sacerdoti e anche per qualche
vescovo sono rimasti inascoltati i suoi numerosi appelli alla fede viva, alla
vera pietà, sola sorgente di fecondità spirituale.
Non ascoltando il Papa non si ascolta Me; ignorando il Papa
si ignora Me; non seguendo il Papa non si segue Me.
Che si aspetta ancora a scuotersi dal torpore?
Che si aspetta ancora ad aprire gli occhi alla realtà che vi
sovrasta?
Attendete passivi di essere sepolti sotto le rovine? Ti ho
detto, figlio, come vorrei in ogni Comunità Parrocchiale la Pia Unione degli
Amici del SS. Sacramento. Provvedi, senza perdere tempo, a far pervenire ai
Parroci che conosci lo statuto che ti ho dato: sarà un riaccendere il fuoco in
tante anime. Prega, figlio mio, e fa pregare.
13 dicembre 1975
LA FORTEZZA INTERIORE
Scrivi, figlio
In un precedente messaggio ti ho parlato assai di una virtù
importante. Tutte le virtù sono portanti, come tutte le membra di un corpo, ma
vi sono membra di maggiore importanza, altre d’importanza minore.
La virtù di cui ora intendo parlarti è quella della fortezza
interiore di cui il cristiano ha estrema necessità, dovendo combattere per
tutta la sua vita contro le forze del Male.
« Militia est vita hominis super terram » È una verità
trascurata, trattata scialbamente alla stregua di tutti gli altri problemi
ecclesiali, mentre si doveva farne oggetto particolare di studio e prendere
adeguate misure per diffonderla e proteggerla da ogni insidia del Nemico.
Man mano che il fanciullo prende coscienza delle difficoltà
spirituali che incontra per conservarsi buono e mantenersi fedele a Dio
Creatore, Redentore e Santificatore, deve essere illuminato. Va aiutato ad
allenarsi con la virtù della fortezza e a formarsi la realistica visione della
lotta come principale scopo della sua vita terrena per il raggiungimento della
vita eterna.
Debbono essere indicati a lui le armi indispensabili alla
lotta, debbono essere indicati a lui i tempi e i modi per l’efficace uso di
queste armi.
Gli uomini insegnano a soldati in un modo molto più impegnativo
l’uso delle armi; fanno compiere esercitazioni e spiegano ai soldati quando,
come e perchè si deve ricorrere all’uso di queste armi. Solo nella mia Chiesa,
che non difetta delle strutture necessarie, non si è capito l’importanza di
questo problema centrale della pastorale. Tolto questo, il resto è marginale, è
cornice. A che servirebbe all’uomo tutto il resto, se poi alla fine perdesse
la sua anima?
Dipende la salvezza
Tutta l’educazione e formazione da darsi ai fanciulli che,
aprendosi alla vita incontrano le prime difficoltà, deve essere imperniata in
questi punti, di cui si è già detto nei precedenti messaggi: Creaione e caduta
dell’uomo; Incarnazione – Passione e Morte di Me, Verbo di Dio per la
liberazione dell’umanità; la mia Redenzione, il mio Corpo Mistico uscito dal
mio Cuore aperto.
Perché insisto tanto su questi punti che formano la spina
dorsale della storia del genere umano? Perché a queste realtà storiche è legata
la vita di tutti gli uomini.
Gli uomini non possono sottrarsi a quresta lotta, dalla cui
sorte dipende o la salvezza o la dannazione eterna.
Nessun uomo al mondo può presumere di poter affrontare un
nemico superiore per natura e per potenza, senza un aiuto adeguato che Io ho
provveduto a dargli, al prezzo che ben conoscete.
Per questo ho voluto la Chiesa nel mondo. Il suo scopo non è
solo quello di generare i figli a Dio ma, in tutti i modi e con mezzi che
possiede. Essa deve farli crescere, nutrirli e difenderli.
Siccome la Chiesa non è formata solo dalla Gerarchia ma da
tutti i battezzati, ecco che genitori, educatori e sacerdoti hanno il gravissimo
dovere d’impegnarsi a fondo in questa pastorale, intesa a far capire agli
uomini che è loro dovere combattere Satana che incarna il male, in ogni momento
della loro vita, usando le armi adeguate e al momento giusto.
Questa lotta deve avere per il cristiano la precedenza su
tutte le altre cose; del resto è chiaro che le altre cose valgono sono nella
misura che servono al raggiungimento del fine della nostra vita. Non deve
essere dimenticato mai che Io del cristiano ho fatto un soldato, un combattente.
Forti nella fede, forti nella speranza, forti nell’amore, ben armati ed
equipaggiati, potranno affrontare il Nemico con la certezza della vittoria,
come Davide che ha combattuto e vinto Golia.
Formazione errata
Figlio, dimmi se l’impostazione data da parte dei così detti
genitori cristiani, alla formazione ed educazione dei loro figli sembra a te
quella giusta!
Dei figli hanno fatto dei pupazzi prima, poi degli idoli,
infine dei tiranni prepotenti.
Nulla si nega ai figli. Fin dalla primissima infanzia, ogni
capriccio è soddisfatto, ogni desiderio è appagato. Crescono così giorno per
giorno le esigenze; tutto possono dire, tutto possono fare, tutto possono
sperimentare ed ecco che avete già nelle scuole elementari dei fanciulli
drogati.
Non si è mai chiesto a loro una rinuncia, un sacrificio; v’è
da stupirsi se il vizio ora li domina prima ancora che questi boccioli si
schiudano alla vita?
Molti genitori di questi figli si ritengono buoni cristiani;
si confessano di quando in quando, i miei sacerdoti li assolvono con bonaria
benevolenza e i vescovi continuano il loro sonno.
Siamo arrivati a questo punto di pervertimento; si è perduto
di vista il problema principale. Si discute d’infinite cose, ma non ci si trova
attorno al Pastore per studiare una strategia comune circa il più grande
problema di tutta la Pastorale. Non si curano malattie mentali con blande
medicine generiche, non si cura un tumore con una pastiglia qualunque. Anche
se un intervento chirurgico non è gradito, non si esita a compierlo quando v’è
di mezzo la vita. Ma quante paure, ma quanti timori vani, quando si tratta del
bene supremo dell’anima! Si esita, si teme e si rimanda la soluzione giusta
alle calende greche.
La debolezza e le incertezze di vescovi e sacerdoti sono una
delle cause principali dei molti mali di cui soffre la Chiesa oggi.
Interventi ponderati sì, ma rapidi, presi al momento
giusto, avrebbero evitato tanti guai. Quale incalcolabile danno alle anime!
Prega, figlio mio, prega e offrimi le tue piccole sofferenze
per mitigare l’infinita tristezza del mio Cuore misericordioso.
Ti benedico: non preoccuparti di ciò che sarà di te. Ti
basta il mio amore, ti basta sapere che sei nel mio Cuore.
14 dicembre 1975
RIACCENDERE IL FUOCO
Scrivi, figlio mio.
Più volte ti ho parlato dell’Amore; con insistenza sono
ritornato su questo argomento. Ciò risponde alla logica; questo è argomento
inesauribile, perché inesauribile sono Io, l’Amore.
Ho dato agli uomini un comandamento nuovo, sintesi di tutta
la legge. Ho dato all’umanità la chiave della felicità; infatti se gli uomini
mettessero in pratica il mio comandamento, la terra sarebbe trasformata
nell’anticamera del Paradiso. In Paradiso v’è il trionfo dell’amore.
Io sono l’Amore e di Me vivono tutte le anime. La perfezione
della vita sulla terra è data dal grado d’intensità con cui le anime amano Me e
con Me amano i fratelli. Tanto più perfetti e santi si è, quanto più si ama.
Nell’amore vero, cioè nell’amore mio sta la vera ragione della vita, l’autentica
gioia della vita.
Il dono della libertà
Sforzati, figlio, ad immaginare la vita dell’uomo senza un
briciolo d’amore! Che cosa sarebbe se non vita cupa e disperata, arida e
infeconda, senza mai un sorriso (il sorriso è l’inizio di un atto di amore),
senza un raggio di luce.
È la vita dei demoni, è la vita dei dannati. È la vita di
coloro che si lasciano travolgere dagli spiriti maligni che sono orgoglio, odio
e disperazione, invidia, gelosia e sete inestinguibile di male. Questi spiriti
dannati, corrosi dal cocente bisogno di operare il male, sono operatori
d’iniquità, sono fomentatori di violenze, di bestemmie, di odii e divisioni, di
eresie, di oscenità e di quanto ancora v’è di male nell’universo.
Al contrario, l’amore è ardore di bene, è operatore di
bene, è trasporto irresistibile dell’anima, che ne è invasa verso Dio e verso i
fratelli.
L’amore è un sentimento misterioso che ha la sua sorgente in
Dio e, come freccia scattata da arco, si dirige verso le anime che dell’amore
sono l’oggetto. Le anime sono di natura diversa dalla materia a cui, in terra,
sono unite.
L’anima è il soffio divino della vita che informa la
materia, l’anima quindi assomiglia a Dio. Libera ed intelligente può accettare
l’amore o rifiutare l’amore, lo può accettare in misura e gradi diversi. Il
sole, figlio, stende i suoi raggi, la sua luce e il suo calore sui corpi che
sono nella sua orbita e i corpi, dai più nobili ai più vili, ricevono le
irradiazioni solari senza rifiuto e senza contaminare né luce né calore. Ma
per le anime non è così.
Le anime possono abdicare all’amore e optare per l’odio,
possono abdicare alla luce e optare per le tenebre, possono abdicare al bene e
optare per il male. Se gli uomini capissero il dono della libertà!
Se gli uomini capissero che cosa racchiude in sé questo
dono: scegliere una felicità eterna che nessuna lingua può descrivere e che
solo il Padre può dare, oppure una infelicità non comprensibile da parte
dell’uomo pellegrino sulla terra. Rifiutano l’amore
Nell’umanità viandante non v’è ancora amore perfetto: questo
amore perfetto consiste nell’amare Dio Uno e Trino e nell’amare i fratelli più
di ogni altra cosa al mondo; è il comandamento nuovo liberamente accettato e
vissuto nel grado più alto d’intensità.
Questa perfezione dell’amore si raggiunge e si completa in
Paradiso. Il grado di gloria corrisponde a questo grado di amore: più intenso è
l’amore raggiunto, più alto è il grado di gloria.
Perché gli uomini rifiutano l’amore? perché gli uomini non
sanno valutare il bene maggiore per cui sono stati creati? Anche in questo
gravi responsabilità pesano sulla coscienza dei miei sacerdoti e pastori.
Se coloro che sono adibiti ad alimentare gli alti forni
delle acciaierie cessano di alimentare il fuoco, tutto si arresta; cessa il
fuoco nei forni, cessa ogni attività nello stabilimento. Così potete dire per
le grandi centrali termo-elettriche. L’amore può essere paragonato al fuoco, di
qualunque natura esso sia, che alimenta l’acciaieria o la grande centrale: se
cessa il fuoco, cessa di pulsare la vita.
Nella mia Chiesa molti forni si sono spenti. Ogni Vescovo e
ogni sacerdote deve essere un forno incandescente che sprigiona calore, energia
spiriuale con la santità della vita, con la potenza della Grazia divina, con
la divina Parola.
Ma se questi forni non sono alimentati, in loro e nelle loro
comunità si spegne pian piano la vita. Per questa triste realtà la Chiesa
soffre.
Il vero problema
Quale stupendo miracolo si compirebbe, quali prodigi
vedrebbe il mondo se i Vescovi chiamassero attorno a se i loro sacerdoti e con
umiltà vera, vera, vera (come Io l’ho insegnata loro) e senza della quale non
v’è genuina vitalità interiore, convenissero insieme di riaccendere in se
stessi il fuoco dell’amore per comunicarlo ai loro figli e fratelli! Oh, se
mettendo da parte quelle cose che ben poco servono alla salvezza delle anime,
si dedicassero intensamente al vero problema della Chiesa, quello di arginare e
controbattere l’offensiva scatenata dalle forze dell’Inferno, usando e
affilando le armi messe in disuso della preghiera, della mortificazione, della
penitenza interiore ed esteriore, camminando d’innanzi a Me nell’obbedienza al
mio Vicario e alla Gerarchia nella povertà evangelica!
Il mondo potrebbe essere ancora salvato dalla frana in atto
che lo minaccia…
Ma non si può pregare, non si può mortificarsi, non si può
accettare la sofferenza se non si crede e se non si ama.
Ecco, figlio mio, ancora una volta arrivati al nocciolo
della questione: c’è crisi di fede. E necessariamente c’è crisi di amore.
Molti parlano di amore, ma in realtà in poche anime esso
arde davvero. La crisi di fede ha spento molti forni nella Chiesa stessa.
Bisogna riaccenderli, senza perdere tempo, perché la Vita
divina rifluisca nelle anime.
Figlio, prega e fa pregare le anime buone. Offrirsi con
generosità al mio Cuore misericordioso e al Cuore Immacolato della mia e vostra
Madre vuol dire riaccendere il fuoco dove è freddo e gelo di morte.
Ti benedico.
21 dicembre 1975
VIVONO IN SUPERFICIE
Figlio, scrivi:
« In Lui siamo, in Lui viviamo, in Lui ci muoviamo! »
Quanti pregiudizi nelle vostre anime in merito alla mia reale presenza in tutte
le cose! Ho detto: in tutte le cose.
Sono infinito: ovunque tu giungi, non dico con il tuo corpo,
ma con la tua anima, là Io sono.
Per questo ho detto: « Cammina alla mia presenza e sarai
perfetto ».
Ci si può sottrarre alla presenza di Dio? Lo credettero
stoltamente Adamo ed Eva che si nascosero dopo aver consumato il loro peccato;
lo pensano molti uomini, molti cristiani nell’atto di consumare il loro
peccato. Lo pensa perfino qualche mio sacerdote.
Quanta stoltezza e cecità! Nessuno può sfuggire allo sguardo
di Dio. « In Lui siamo, in Lui viviamo, in Lui ci muoviamo ». Non senti, figlio
mio, la presenza di Me, Verbo di Dio, Uno e Trino, nella tua anima?
Tutto da Dio
Se gli uomini usassero meglio le facoltà del loro animo,
penetrando con la riflessione questa stupenda realtà divina, quanto bene ne
trarrebbero!
Ma gli uomini oggi non pensano; pochi sono quelli che
meditano. Vivono in superficie.
Ricordate: Non solo « in Lui siamo, in Lui ci muoviamo, in
Lui viviamo » ma tutto ciò che abbiamo, lo abbiamo da Lui.
Non da noi ci siamo dati la vita, non noi ci siamo dati la
fede, non noi ci siamo dati la vita soprannaturale della Grazia, non noi ci
siamo dati la Chiesa: tutto da Dio, tutto da Dio!
Ma molti cristiani e sacerdoti usano e abusano dei doni di
Dio come se si trattasse di cose loro, di loro proprietà ed è così che sovvertono
l’ordine naturale, morale e spirituale stabilito da Dio.
Solo l’uomo, creatura intelligente, creato con atto di amore
infinito, per essere il fedele interprete dell’universo e renderne lode e
grazie a Dio, si trasforma in un elemento di disordine.
Pensa, figlio, se gli astri un giorno qualsiasi uscissero
dalla loro orbita e si mettessero a camminare per conto loro, quale cataclisma
avverrebbe negli spazi!
Agli uomini è stata data intelligenza, volontà, libertà, non
per creare il caos (come l’hanno creato e ben più grande di quello di Babele).
Disordine nella loro vita fisica, disordine morale e spirituale, disordine
personale e familiare, disordine sociale, disordine mondiale…
Figlio, anche i ciechi possono constatare questa realtà
prodotta, con diabolica tenacia, dagli uomini di questa generazione perversa.
Disordine anche nella mia Chiesa, disordine nella vita di molti miei sacerdoti!
Gli uomini di questo secolo, anziché seguire il logico
percorso della natura, della ragione e della fede, anziché guardare alla stella
luminosa posta da Dio per diradare le tenebre di questo mondo e rendere più
facile e più sicuro il cammino verso il raggiungimento del loro fine, hanno
invertito l’ordine e l’armonia stabiliti da Dio.
Quale sarà, figlio mio, la conseguenza di questo disordine
di proporzioni inaudite e che non ha riscontro in tutti i mali dei secoli
passati?
Il cataclisma sarà su misura delle cause che l’anno
provocato.
Non si illudano…
Non si illudano gli uomini. Abbandonando Dio, bontà infinita,
si sono lasciati sviare dalle potenze dell’Inferno, dagli spiriti pervertiti.
Correndo verso la loro rovina, creando disordine e caos come non fu mai,
distruggono l’ordine prestabilito da Dio. Dio è ordine, e nel suo ordine l’uomo
trova la pace in terra, preludio e germoglio della sua felicità eterna.
Gli uomini di buona volontà debbono collaborare. Debbono
collaborare con Me i vescovi, i sacerdoti e i buoni cristiani per ristabilire
l’ordine morale semidistrutto dal peccato, e uniti nell’amore e nella
penitenza, portare a Dio le anime a Lui strappate. I mezzi per questa
collaborazione, che Io chiedo a tutti i miei figli, sono come sempre Fede,
Speranza e Carità; prudenza e giustizia, fortezza e temperanza. Sono la
preghiera, i sacramenti e la penitenza esteriore ed interiore.
Usate i mezzi sicuri, collaudati da tutti i Santi! Credete,
amate, sperate senza misura e sarete prodigiosamente fecondi.
Figlio mio, ti benedico, voglimi bene. Non dubitare mai. Io
sono fedele alle mie promesse.
27 dicembre 1975
LA VOSTRA GRANDEZZA
« Figlio mio, so che voi desiderate un messaggio dalla X.
Essa molto Mi ha amato, per questo ha sofferto molto.
Misura del suo amore è stata la sua grande sofferenza.
Nel Regno della luce e dell’amore, ove beata si trova, vi
segue e, come madre amorosa, per voi prega ed intercede ».
« Figli miei, la morte non ha stroncato i nostri rapporti
spirituali ed il reciproco e santo amore; anzi la morte è servita a renderli
più stretti, a rendere più intenso e più operante il nostro amore. Don O.,
dici il vero quando affermi che non sono stata estranea agli avvenimenti della
tua vita in questi ultimi anni, come lo sono tutt’ora, come non sono estranea
alla vita e alle cose del mio R. e della sorella M.
Molto ho fatto per voi; molto mi rimane da fare. Ma,
figlioli, voi che siete Sacerdoti, non perdete mai di vista, la vostra
grandezza, la dignità sacerdotale! Non dimenticate, neppure per un istante, il
fine della vostra vocazione: strappare a Satana le anime con tutti i mezzi che
la divina Misericordia ha messo a vostra disposizione.
Non dimenticate che l’universo tutto non vale quanto vale
un’anima.
Figli miei, per strappare anime all’inferno bisogna molto
pregare, molto soffrire, molto lottare contro le forze tenebrose del male con
una lotta senza tregua e perseverante fino alla fine.
Strappare anime al male, portare queste anime ai Cuori di
Gesù e di Maria Santissima; ecco la vostra ineguagliabile missione!
Nulla sono le cose…
Nulla sono le cose, nulla sono tutti i beni terreni.
Servitevene solo per l’indispensabile. Non si attacchino i vostri cuori ai beni
che, prima o poi, si dissolveranno nel nulla, ma aggrappatevi al Bene Supremo.
L’amore vostro a Dio e l’amore vostro ai fratelli (testimoniando ouesto amore,
predicando a tutti) questo è il vero fine della vita.
Confermate questo amore con il sigillo della piena,
perseverante adesione alla Volontà divina, la quale vi farà santi e vi aprirà i
tesori di Grazia e di grazie racchiuse nel Cuore Misericordioso di Gesù.
Io sono immersa nella luce e nell’amore di Dio. Vano sarebbe
tentare di dirvi la mia felicità. Non ottanta anni di vita ma tutto il tempo,
dalla sua creazione alla sua fine, sarebbe insufficiente per guadagnare tanta
felicità !
Nessuna fatica, nessuna sofferenza, nessuna pena a voi
richiesta sembri a voi inutile: sono assai preziose per le anime.
Nessuna cosa al mondo vi può strappare dall’amore di
Cristo, purché a Lui vogliate essere uniti con Fede. La Speranza irradierà il
vostro animo nell’oscurità che si sta facendo sul mondo e sulla Chiesa.
Figlioli miei, coraggio!
Figlioli miei, coraggio! La vita terrena, vista da quassù, è
un lampo che guizza nello spazio e si spegne. Io vi assicuro la mia valida
intercessione presso Colui e Colei che tutto possono.
Non lasciatevi fuorviare e tanto meno intimorire dal
Maligno: combattetelo in tutti i modi, con tutti i mezzi. Siate fiduciosi,
siate lievito, siate fermento di vita. Paurosa è la cecità degli uomini, dei
cristiani; terrificante il pervertimento di molti sacerdoti e il numero delle
anime che vanno all’Inferno con i segni indistruttibili della loro
consacrazione a Dio.
Pregate e fate pregare, invitate alla penitenza, non
curatevi di ciò che la stoltezza umana potrà suscitare contro di voi.
Don X., figlio mio, il nostro patto continua; iniziato nel
tempo continua nell’eternità.
30 dicembre 1975
ALBA DI RISURREZIONE
Ti ho parlato di forze tenebrose, di nubi che avvolgono la
mia Chiesa.
Queste espressioni sono solo dei modi di dire, o una realtà
a cui bisogna credere?
Figlio, ti voglio chiarire bene questo, perciò richiamo
alla tua mente il Profeta Isaia il quale dice « Alzati, rivestiti di luce
perché viene la tua Luce. La gloria del Signore brilla sopra di te, poiché ecco
le tenebre ricoprono la terra, nebbia fitta avvolge le nazioni ma su di te
risplende il Signore ».
Io venni al mondo in una notte oscura.
La notte dei tempi era calata sull’umanità. Io nacqui nel
cuore della notte per indicare le tenebre che avvolgevano l’umanità tutta,
provocate da Satana con l’insidia tesa ai progenitori.
Alla luce della Grazia, subentrò in Adamo ed Eva e nei loro
discendenti la notte del peccato, dell’ignoranza, del male, di tutto il male.
Non per niente la mia Nascita fu annunciata dalla comparsa
in cielo di una stella, ed un chiarore prodigioso rischiarò le tenebre della stalla
in cui Io nacqui.
Io, Luce del mondo, venni per fugare le tenebre nelle quali
l’umanità era avvolta.
Buio intenso si fece pure sul Calvario. Era pieno meriggio
quando fui innalzato da terra, ma da quel momento la luce del giorno si fece
sempre più tenue; ad essa subentrarono tenebre profonde allorché esalai il mio
spirito.
Tenebre esteriori ad indicare le tenebre interiori di
sacerdoti e scribi, di farisei e dottori e di tutto il popolo che, con malvagio
sadismo, avevano voluto assistere alla mia Passione e Morte.
Il peccato di superbia
Il peccato, figlio, porta sempre oscurità; in modo speciale
il peccato di Satana. Il peccato di superbia infittisce le tenebre e le
trasforma in buio totale per cui l’anima contagiata non vede più nulla.
Non valsero i miracoli da Me compiuti durante la mia
Passione, come non valsero i miracoli compiuti durante la mia vita pubblica.
Neppure la risurrezione di Lazzaro, alla quale pur assistettero non pochi
sacerdoti e dottori della legge, non valse a diradare il buio nell’animo dei
presuntuosi sacerdoti del tempio.
Così, figlio, tante anime, tanti sacerdoti non vedono ora i
miracoli da Me compiuti in continuazione nella mia Chiesa. La mia morte fu
accompagnata da fatti extranaturali
– Un violento terremoto fece traballare la terra.
– Il tempio di Gerusalemme fu scosso dalle fondamenta.
– Il velo del tempio si squarciò e alcuni morti risorsero.
Essi, i superbi del Tempio, nulla videro e nulla capirono,
ma il Centurione, pagano, battendosi il petto disse: « Costui è veramente il
Figlio di Dio ».
Buio produsse allora e buio produce oggi il rifiuto di Dio.
Ecco perché ti ripeto che molti non accetteranno questi
messaggi.
Perché, figlio mio, ti ho voluto dire questo?
Vi è una grande analogia fra i tempi attuali e quelli della
mia vita terrena, perché la Passione da Me sofferta sta per rinnovarsi nel mio
Corpo Mistico. Perché ti ho detto questo?
Perché scribi, sacerdoti e farisei non mancano neppure oggi
e non sono meno ipocriti di quelli di allora.
Tu non vedi che ben poco della realtà nella mia Chiesa:
formalismo, tanto formalismo… E quanta oscurità!
Sì! Non tarderà l’ora delle tenebre.
Non tarderà il Venerdì Santo per la mia Chiesa! Ma Io ad
esso farò seguire una radiosa, luminosissima alba di risurrezione.
Ti benedico, figlio mio.
31 dicembre 1975
FIAT VOLUNTAS TUA
Desidero parlarti di un articolo della Preghiera che ho
insegnato ai miei Apostoli: la mia Volontà. Vi è una Volontà divina a tutti
nota; nessuno può ignorarla, anche i non cristiani la conoscono. Questa Volontà
la conoscono i buoni e la conoscono gli empi, anche se pochi uomini vi
aderiscono. Questa mia Volontà è generica. Tutti sanno che Dio vuole solo il
bene e questo bene lo esige da tutti. Tutti sanno che Dio non vuole il male,
mai per nessuna ragione. Il male non ha e non può avere nessuna giustificazione;
non vi è fine o ragione che possa giustificare il male; mai, assolutamente mai.
Vi è poi una Volontà mia, meno generica ma sempre però nota
a tutti: Io voglio l’osservanza dei dieci comandamenti.
Tutti sanno che Io voglio il rispetto della vita di tutti,
che voglio il rispetto del Nome santo di Dio e la santificazione della Festa,
anche se oggi una grande maggioranza profana la Festa in modo scandaloso.
Tutti sanno che Io voglio il reciproco amore dei coniugi, il
rispetto dei genitori e dei figli, l’obbedienza all’autorità costituita, ecc.
Questa mia Volontà è calpestata dai più.
Vi è poi una Volontà divina meno nota, ma non per questo
meno vincolante: è quella per cui Dio vuole gli uomini collocati nel posto
giusto nella Famiglia, nella Chiesa, nella Società civile: questa Volontà può
essere da voi conosciuta per mezzo della preghiera.
Il Padre mio concede lumi e aiuti particolari perché ogni
creatura retta si collochi nel giusto posto, segua cioè la sua vocazione.
La Volontà permissiva
Infine vi è una Volontà permissiva, che pure deve essere
accettata, confidando nella mia Bontà, nel mio Amore, nella mia Sapienza.
Non Io voglio le calamità e le sciagure che affliggono gli
uomini. Voi uomini le provocate con il vostro pervertimento, con la vostra
ribellione alle leggi divine e naturali.
Io permetto queste sciagure per l’attuazione di un mio
disegno di misericordia e di giustizia, onde trarre un bene spirituale per le
anime.
Non di rado gli uomini, provati dalla sofferenza e dalle
sventure, si scagliano contro Dio accusandolo di insensibilità, di sordità. La
cecità li fa parlare così, dimenticando che per i loro peccati avvengono le
cose avverse e ignorando il bene, ben più grande di tutte le loro sofferenze,
che da esse Io so trarre.
Se la colpevole ignoranza della Volontà divina è sventura
per tutti, cosa si può dire quando questo rifiuto della luce circa un problema
essenziale per la salvezza dell’uomo è fatto da anime consacrate? Abdicare al
bene per il male è colpa grave contro la divina Volontà.
Il volersi sostituire a Dio e pretendere di imporre ad
altri la propria volontà è male senza misura. Il rifiuto degli impulsi della
Grazia, peccato così frequente, è contro la Volontà divina.
Opporsi alla Volontà divina, con l’opporsi alla vocazione
propria o a quella d’altri, è peccato che provoca lo sdegno di Dio.
Per vivere una vita ordinata nella Famiglia, nella Chiesa,
nella Società civile, per il raggiungimento del fine di ciascuna di queste
società, ho dato comandamenti e precetti, ho insegnato agli uomini che cosa
devono quotidianamente chiedere a Dio Creatore, Redentore e Santificatore.
Sintesi meravigliosa
Nella preghiera del Pater Noster c’è tutto in una sintesi
meravigliosa e semplice, a tutti accessibile e che nessuna Magistratura al
mondo potrebbe imitare.
Nonostante questo vedi, figlio, quale è la situazione.
Neppure ai tempi di Babele si ebbe una confusione simile.
Le tenebre coprono la terra; gli uomini non si capiscono
più.
La superbia, la stoltezza e la presunzione umana sono senza
limiti e oggi hanno raggiunto un livello mai conosciuto nei secoli passati.
Gli uomini di questa generazione, nel loro ridicolo e
puerile orgoglio, hanno perduto il senso del bene e del male, stanno
legalizzando il crimine divorzio, aborto, matrimoni abnormi, poligamia di
fatto, ecc.
Cercano di giustificare ogni specie di male. L’uomo ignora
la sua dignità di figlio di Dio, ignora e rinnega se stesso. A questo ha
portato l’ateismo, sia teorico che pratico, diffuso in tutto il mondo. L’uomo
sta attivamente lavorando per la sua distruzione. La sua superbia, l’orgoglio,
il rifiuto di Dio hanno provocato la frana che lo travolgerà.
Figlio mio, dillo a tutti: debbono conoscere che l’ora si
avvicina.
Ti benedico, voglimi bene.
1 gennaio 1976
COSA FARAI, SIGNORE?
« Con azione devastatrice Satana dilania con rabbia
l’umanità, ed in particolare la Chiesa. Infatti oggi nella Chiesa avvengono
cose che non si possono umanamente spiegare se non con l’uso forsennato da
parte di Satana di tutte le potenze dell’Inferno insidiando, sobillando e
tormentando anime.
Basta essere un tantino obbiettivi per rendersi conto dei
sacrilegi compiuti in varie nazioni tramite stampa, televisione, film. Satana
non risparmia nessuno; è entrato dovunque, spadroneggia alla base della Chiesa
e non ha risparmiato il vertice.
Il Papa, mio Vicario sulla terra, deve muoversi in mezzo a
mille difficoltà.
Non scendo ai particolari di questa poderosa offensiva
dell’inferno contro la Chiesa mia, contro i figli di Dio. È più che sufficiente
quello che potete vedere con i vostri occhi, anche se riflette solo in parte
quello che voi non potete vedere.
– Che cosa farai Tu, Signore, per non permettere che la
Chiesa abbia a soccombere?
Ti ripeto che, se le acque putride continuano a salire, non
si deve solo alla velenosa azione dell’Inferno.
Responsabilità pesano anche sull’animo dei pastori,
sacerdoti e religiosi che non hanno reagito a dovere all’insidia del Nemico,
che non hanno arginato il male. Non di rado hanno assecondato i piani del demonio,
altre volte ne sono diventati gli esecutori. Dolorosissima realtà che ha aumentato
l’ardire delle forze del male e indebolite enormemente le forze del bene.
Che cosa ho fatto e faccio Io?
Io sono la Vita, e la vita è movimento teso al bene delle anime
che amo e che voglio salve. Ho suscitato grandi santi; ho mandato la mia Mamma
che si è manifestata in tanti luoghi e a tante persone.
Ho già detto che non pochi interventi della Madre mia sono
stati avversati e negati come autentici per timori ingiustificati, per rispetto
umano. Per evitare noie si cerca la pace, ma così non si potrà avere la pace
vera.
– Ho prescelto per la mia Chiesa Pontefici santi.
– Ho suscitati movimenti per la santificazione del clero.
– Ho voluto e promosso il Concilio.
Se tutto ciò che ho promosso nella mia Chiesa fosse stato
accolto con una intelligente ed efficace risposta, con una adeguata
mobilitazione di tutti i consacrati, come del resto Pio XII, con un accorato
appello domandò a tutta la Chiesa, le acque turbinose non avrebbero raggiunto
il livello attuale.
Tu mi chiedi, figlio, che faccio per salvare la mia Chiesa.
Continuo ad effondere il mio Sangue anche se viene sacrilegamente profanato.
Spirito Santo
I veri carismatici
Ho mandato il mio Spirito che è amore. È fuoco che arde, che
trasforma, che illumina e riscalda, che purifica e vivifica, ed aleggia su
molte anime da voi chiamate carismatiche.
Ne ho suscitate in tutta la Chiesa; ma anche fra queste
Satana si è insinuato seminando ambizioni, rivalità, divisioni. Queste anime
devono rimanere spiritualmente unite e mettere i doni ricevuti a servizio della
Comunità ecclesiale.
I veri carismatici sono prescelti dallo Spirito Santo nella
Chiesa, per la Chiesa. Non sono Chiesa. La Chiesa da Me fondata è quella
gerarchica. Il carisma è destinato al bene della comunità. I carismatici si
completano e si integrano nell’unità spirituale tra di loro, (pur nella
distinzione delle particolari missioni) e con la Gerarchia.
Il carismatico è uno strumento dello Spirito Santo e, come
tale, deve essere duttile e disponibile per l’attuazione di un piano che
neppure lui conosce nella sua ampiezza, ma che è noto alla Provvidenza divina
che questo piano ha predisposto.
Il carismatico è l’amministratore di un tesoro per il bene
di tutti; non può impossessarsene per sé neppure per un istante; guai se si
lascia distogliere da questo fine. Chi ha in custodia un tesoro, vigila pure
per frustrare ogni tentativo del nemico di rapirglielo.
Voi, pellegrinanti sulla terra, di segni e richiami e
prodigi quanti ne avete avuti dalla Madre mia, dai miei Santi, quanti! Ma le
tenebre della superbia hanno reso ciechi fedeli, sacerdoti e anche qualche
pastore. Si è rifiutata la luce, si sono rifiutati gli intensi richiami
interiori ed esteriori per cui vi siete allontanati sempre più da Dio.
– Che avverrà Signore? che avverrà, Gesù mio? « Lo sai
quello che avverrà.
Misericordia e Giustizia divina non possono tollerare che si
continui, con mostruosa ingratitudine, a popolare l’Inferno. Dio non può
tollerare oltre che l’ordine stabilito (ordine morale, sociale, internazionale,
mondiale) sia così sfacciatamente sconvolto dal Nemico. Non può tollerare che
il Ribelle e le sue legioni abbiano a spadroneggiare ancora sull’umanità da Me
redenta.
Te lo ripeto, e se lo mettano bene in testa Vescovi e
Sacerdoti, che se l’inimicus hominis è entrato nella vigna è anche perché
coloro ai quali la vigna è stata affidata non hanno vigilato, non l’hanno cinta
e difesa con i mezzi a loro disposizione. Facciano su questo un severo esame di
coscienza.
Non si disarma di fronte ad un nemico agguerrito e sempre
in agguato! Debolezze, insipienza e ambizioni sono state le porte aperte al
Nemico. Rilassatezze di religiosi e religiose, di consacrati in genere, che si
sono dolcemente adattati alle astuzie del Nemico tramite un neo paganesimo,
furono tante barriere cadute.
La proliferazione di teorie infette di alcuni teologi
assetati, più che di verità, di stessi, ha aumentato il caos nella mia Chiesa.
Il danno arrecato alle anime non è valutabile a mente umana.
Io solo, eterno Giudice, ne vedo la gravità, ne misuro
l’ampiezza, ne stimo la responsabilità e le conseguenze.
Questi teologi hanno calpestato Dio, hanno trafitto il mio
Corpo Mistico, hanno profanato il mio Sangue, hanno avviato tante anime sulla
strada della perdizione. Servi e collaboratori di Satana, hanno superbamente alzato
il capo contro il mio Vicario per ripetere il diabolico grido: «Non serviam».
Se questi serpenti non si convertiranno, periranno tra le
fiamme dell’Inferno, di quell’Inferno al quale si sono rifiutati di credere.
Io, sono Giudice d’infinita Misericordia ma anche di
tremenda Giustizia.
Abbondano i tiepidi
Andrai, figlio mio, a portare i Messaggi a Vescovi e
Sacerdoti. Meditino sulle responsabilità che pesano sulla loro coscienza.
Ti dissi che non mancano santi vescovi e ottimi sacerdoti,
ma purtroppo abbondano i tiepidi, gli indifferenti, i presuntuosi; non mancano
gli eretici e i miscredenti.
Non sembra questo assurdo e anacronistico? Eppure è realtà.
Prega, figlio mio! Non ti stancare, offrimi le tue
sofferenze. Di te voglio fare una lucerna accesa, strumento nelle mie mani per
la salvezza di tanti tuoi confratelli.
Non ti curare dell’opinione degli uomini.
Non distogliere il tuo sguardo da Me che ti amo. Ti
benedico, unitamente a quelli che collaborano con te per la diffusione dei miei
messaggi.
3 gennaio 1976
LA REDENZIONE CONTINUA
Figlio mio, scrivi
(…) È ben noto che in Dio non vi sono e non vi possono
essere contraddizioni, che Dio è immutabile; Io, Dio Uno e Trino, sono
infinitamente semplice.
In Me non vi sono attributi più perfetti, altri meno. Io
sono la verità, la sapienza e la potenza, la giustizia e la misericordia, la
luce e la vita.
L’inferno, creato per i reprobi, non è contro la
misericordia, ed è conforme alla giustizia. Io, vero Dio e vero Uomo, essendomi
addossato tutte le colpe dell’umanità, con la mia tremenda Passione e Morte, ho
soddisfatto e la giustizia e la misericordia. Atto d’infinita misericordia il
Mistero della mia Incarnazione, atto d’infinita giustizia il Mistero della
Passione e Morte.
« Justitia et misericordia osculatae sunt. » La vostra
Passione
lo sono il Capo della mia Chiesa, voi ne siete le membra
vive, libere e responsabili. Io Capo ho aderito alla volontà del Padre, con
atto di misericordia. Voi con Me formate un solo corpo.
Il Mistero della Redenzione è in atto, continua. Per nulla
si oppone alla Misericordia divina il fatto che le membra dovranno, come il
Capo, subire la loro passione.
V’è poi una cosa di grande importanza. La Madre mia e
vostra, che è Madre di misericordia e specchio di giustizia, ha già
ripetutamente avvertito l’umanità che, qualora non si verificassero le condizioni
richieste di pentimento e di conversione, un tremendo castigo si sarebbe
abbattuto sulle Nazioni.
La Madre mia vi ha avvertito che numerosissime sono le
anime che vanno all’Inferno. Posso allora Io, l’Amore infinito, permettere che
le anime da Me riscattate con un prezzo infinito di sofferenza, in un crescendo
pauroso abbiano a dannarsi?
Se nulla su di loro ha potuto la misericordia e l’amore,
posso Io impedire che l’afflizione dovuta ai loro peccati, ed il caos da loro
stessi provocato, abbiano da essere da Me convertiti in strumenti di salvezza
di una umanità in sfacelo? No, figli miei. Purtroppo l’ora tremenda della
purificazione è già in atto, ma la cecità degli uomini impedisce loro di
vedere; l’ateismo è cecità profonda. L’ora si avvicina; diventa inevitabile
solo per l’ostinatezza di questa generazione incredula che ama l’errore, che
rifiuta la giustizia ovunque lesa ed offesa.
Io voglio una Chiesa rigenerata, ove giustizia, pace ed
amore abbiano a risplendere con luce mai vista. Io voglio porre termine alla
emorragia di anime che vanno perdute, Io voglio ristabilire l’ordine turbato.
Io voglio che il mio popolo torni ad essere il popolo di
Dio, e tutto questo Io l’otterrò valendomi della stoltezza e della iniquità
degli uomini.
Mostrerò alle generazioni quanto sia buono e misericordioso
il loro Dio.
7 gennaio 1976
REGINA APOSTOLORUM
– Gesù: « È la Madre mia e tua che ti parla. Ascoltala con
umiltà e amore, con fede viva ».
« Figlio, prescelta per essere la Benedetta fra tutte le
donne, ab aeterno nel cuore di Dio sono l’oggetto del suo Amore infinito.
Piacqui a Dio per il mio filiale candore, ma piacqui ancor più a Dio per
l’umiltà.
Il Figlio mio, prima di salire al Cielo, mi disse che Io non
avrei potuto seguirlo subito nella Casa del Padre, ma avrei dovuto rimanere
sulla terra per essere Madre della nascente Chiesa, e continuare a generare la
Chiesa nell’Amore.
Con Gesù la generai nel dolore atroce, senza confine. Come Madre
e Corredentrice dovevo generare il suo Corpo Mistico nell’Amore.
Il mio e vostro Gesù, nell’attuazione del Mistero di
Salvezza, volle Me vicina a Lui. Lui Figlio di Dio, ma anche vero figlio mio
secondo la Carne, volle me Corredentrice e Madre del suo Corpo Mistico.
Vera sacerdotessa
Mi compete veramente il titolo di Madre della Chiesa. Ma non
basta. Se ti ricordi, o figlio, in un messaggio ti è stato rivelato che Io,
Maria, Madre di Dio, unica e sola donna nella Chiesa sono vera Sacerdotessa.
Gesù, Sacerdote Eterno, ha partecipato a Me la Sua Vita
divina. E Gesù è Dio immutabile, semplicissimo.
Io, come è stato altre volte accennato, donai a Lui la vita
umana e Lui donò a me la Vita divina; ora della Vita divina è pure il
Sacerdozio. Si potrebbe allora pensare che il Sacerdozio a Me partecipato sia
come quello donato ad ogni battezzato; come natura sì, come misura no.
A Me fu partecipata la pienezza sacerdotale, in forma
diversa e insieme superiore a quella partecipata agli Apostoli dei quali sono
veramente Regina. Giustamente mi si invoca Regina Apostolorum!
Io fui profondamente rispettosa della Gerarchia, voluta ed
istituita da Gesù Redentore.
Capo visibile di questa Gerarchia per divina Volontà fu
Pietro. Io ero la Regina degli Apostoli, e come Madre della Chiesa e come loro
Madre e Regina mi riconobbero e onorarono gli stessi Apostoli.
Anche Pietro, negli anni che rimase a Gerusalemme, a Me
veniva per conforto e madre mi chiamava, a Me veniva per consiglio e per aiuto
e come Regina mi onorava.
Se mi stimassero veramente…
Se i miei Pastori e i miei Sacerdoti avessero piena
coscienza dei legami spirituali che ci uniscono, se mi stimassero veramente
Madre e Regina loro, Io li coprirei di grazie, come sono larga e generosa di
aiuto per tutti quei figli che mi amano e che diffondono la devozione al mio
Cuore Immacolato.
Presente nel Cenacolo, nel giorno della Pentecoste, con gli
Apostoli mi preparai e li preparai a ricevere lo Spirito Santo. Su di me scese
in misura superiore: Io, la Sposa dello Spirito Santo, ne fui ripiena.
Non ci si dimentica della propria madre terrena perché si sa
che la tenerezza del suo amore non viene mai meno. Ma, figlio mio, l’amore con
cui vi ama la vostra Mamma Celeste è immensamente superiore a qualsiasi amore
umano!
Io amo tutti, e tutti vi voglio salvi.
Non resistete alla voce di Dio che vi chiama ad una vera,
sincera conversione.
Temete il Signore che passa!
Leggete con umiltà i messaggi che la Bontà divina vi ha
inviato.
È misericordia, misericordia grande quella di avvertirvi
dell’ora della purificazione ormai vicina. Ti benedico, figliolo.
10 gennaio 1976
RIFLESSIONI SU ALCUNI MESSAGGI
La partecipazione nostra, quali ministri di Dio, al Mistero
dell’Incarnazione, della Croce e dell’Eucaristia, ha punti di grande
rassomiglianza con la partecipazione della Vergine Santissima a questi tre
grandi Misteri.
Come la Vergine Santa, il sacerdote per vocazione è
chiamato ad essere attivamente presente nel Sacrificio della Santa Messa,
perpetuazione del santo Sacrificio della Croce.
È presente in unione con Cristo nell’offerta di se stesso; è
pronto ad accettare, soffrire e offrire difficoltà e incomprensioni, insulti e
offese, la sofferenza in genere come Gesù ha fatto. Senza di questa offerta, la
partecipazione del Sacerdote diventa soltanto esteriore, materiale e quindi
infeconda.
Il sacerdote, con le parole della Consacrazione, rinnova il
prodigio dell’Incarnazione: provoca, come la Vergine con il suo Fiat, la reale
Incarnazione del Verbo nelle sue mani.
Amandolo, come Maria lo ha amato nel suo seno, ricevendolo
nella S. Comunione con la purezza di anima e di corpo con cui la Madonna lo
concepì, con l’offerta fatta in unione con Gesù al Padre, il Sacerdote come la
Vergine diventa veramente corredentore.
Se il sacerdote celebrante non è animato da questa fede e
da questi sentimenti e propositi, la sua Messa è sterile per lui; non è stato
che un materiale protagonista del più grande Mistero.
Non aspettate!
Se noi sacerdoti celebrassimo la S. Messa come la dovremmo
celebrare, il mondo non sarebbe quello che è; Satana non avrebbe la potenza che
ha, e molte più anime si salverebbero.
Il tormento del sacerdote che va dannato sarà ben diverso
dal tormento degli altri dannati; solo troverà riscontro nella disperazione di
Giuda che avrebbe potuto essere, unendo e fondendo i suoi doni naturali con
quelli soprannaturali, un grandissimo apostolo.
… Sacerdoti che celebrate la Santa Messa sacrilegamente,
mangiate e bevete la vostra condanna quotidianamente.
Non rimandate dall’oggi al domani la vostra conversione.
Non aspettate… Domani potrebbe essere troppo tardi.
Un grande atto di umiltà, ciò che Giuda sempre si rifiutò di
compiere, una fervida invocazione alla Vergine Santissima, rifugio dei
peccatori, trasformerà la vostra esistenza e cambierà il vostro eterno destino.
Fratelli nel sacerdozio, non avete mai meditato il sogno, la
visione di S. Giovanni Bosco, « le due colonne »? Leggetela e vi renderete
conto che noi stiamo vivendo in pieno la profezia; l’ultima parte della visione
predice i tempi che seguiranno agli attuali avvenimenti.
Questi tempi si avvicinano; dobbiamo prepararci nella
preghiera e nella penitenza.
Non siamo scettici e increduli; crediamo e ci sarà dato di
vedere e di capire! Non lasciate cadere nel vuoto gli impulsi della grazia che
bussano alla porta del vostro cuore!
Il cuore Misericordioso di Gesù, il Cuore Immacolato di
Maria ci salvino e ci benedicano.
12 gennaio 1976
I PECCATI SOCIALI
Figlio mio, scrivi.
Ecco i tre grandi peccati sociali dell’umanità
– L’umanità ha peccato in Adamo ed Eva.
– L’umanità ha peccato, col deicidio, nel popolo eletto, il
popolo di Dio.
– L’umanità pecca, oggi, con il rifiuto di Dio.
1) Il peccato dell’umanità in Adamo ed Eva sconvolge
interamente il piano stupendo di Dio; ne muta le sorti.
All’ordine subentra il più sconcertante disordine. Alla
felicità del Paradiso terrestre segue l’infelicità, alla luce seguono le
tenebre dell’ignoranza.
All’amore l’odio; al bene – per cui l’uomo fu creato il male
in tutta la gamma delle sue manifestazioni; alla pace seguono le guerre e le
violenze.
Alla vita eterna – scopo della creazione – si può preferire
la morte eterna, nella cupa disperazione dell’Inferno.
Questo è il peccato originale. Questa è stata la risposta
data all’amore di Dio dall’umanità intera, in Adamo ed Eva.
Una mostruosa ingratitudine consumata dal primo uomo e dalla
prima donna ai quali non mancò la grazia, non solo necessaria, ma
sovrabbondante in misura della loro immensa responsabilità.
Dio, per un suo atto di amore senza confini, ha raccolto un
insulto tremendo.
Giustizia genera misericordia
2) Peccato sociale è il deicidio consumato dal Popolo
eletto.
Alla ribellione dell’umanità in Adamo ed Eva, Dio risponde
non con la cattiveria ma con la giustizia e la misericordia.
Con la sua giustizia punisce il peccato nella umanità
interna. Dall’origine alla fine, l’uomo mangerà il pane con il sudore della sua
fronte. La Giustizia peserà sull’umanità sino alla fine dei tempi.
Subito però esplode anche l’infinita misericordia. Ottenuta
la confessione ed il pentimento da parte dei progenitori, Dio fa seguire il
perdono con la promessa della Redenzione.
A preparare il grande evento della liberazione dell’umanità
dalla schiavitù dell’Inferno, Dio si sceglie un popolo, il popolo prediletto,
che Dio vuole santo, ma che santo non diventa nostante la pioggia di grazie e
di miracoli.
Fatto oggetto del suo amore, questo popolo risponde con
l’ingratitudine alla predilezione.
Dio fa sorgere profeti che con voce forte richiamano il
popolo alla missione a cui è stato predestinato
I profeti, che sono gli altoparlanti di Dio, annunciano
favori, grazie e liberazioni. Dinnanzi alla cieca ostinazione minacciano anche,
e annunciano castighi che il popolo conoscerà nel dolore.
Si ricorderanno dei padri nella sofferenza, e allora
esploderà di nuovo la misericordia. La giustizia divina genera sempre la
misericordia anche se gli uomini non vogliono capire questa realtà, oscurati
dal loro egoismo.
Maturano i tempi e spunta l’alba radiosa della nascita del
Salvatore.
Le ostilità contro il Verbo fatto Carne sono promosse e
fomentate da Satana che si impegna in una tremenda lotta che non era mai
cessata, ma che venne allora rinnovata con furore. Ed ecco il Fanciullo divino
prendere la via dell’esilio per sfuggire al crudele e corrotto Erode.
Più tardi Satana sobillerà i sacerdoti del Tempio e i grandi
del popolo ebreo che trameranno e consumeranno il deicidio.
Dio ha amato il suo popolo all’inverosimile, ed il suo
popolo Lo mette in croce.
La distruzione della Chiesa
3) L’umanità pecca oggi col rifiuto di Dio.
Dal suo Cuore aperto, sospeso alla Croce, Gesù dona
all’umanità la sua Chiesa.
Da questo momento, nuovo piano di Satana e delle sue legioni
contro il Corpo Mistico di Gesù. Satana ne vuole la distruzione. Si è già
illuso di aver ucciso il Capo, ora trama la distruzione del Corpo. Ecco la
guerra logorante, che si combatte senza tregua da quasi duemila anni.
La Chiesa non sempre risponde a dovere a questa lotta. Ne ha
conosciute, in venti secoli, di ferite dolorose…
Oggi poi Satana segna molti punti a suo favore. La
battaglia, la grande battaglia è in atto.
La parziale e irresponsabile visione delle realtà da parte
di non pochi pastori e sacerdoti, ha incoraggiato il Nemico nei suoi tenaci
sforzi per distruggere la Chiesa e il suo divino Fondatore.
La battaglia in atto, che solamente gli incoscienti non
avvertono, divamperà sempre più furente e segnerà moltissime vittime fra il
clero e i fedeli. Il mondo, ma specialmente l’Europa, ne brucerà in una ora
senza precedenti.
Ora la giustizia e anche ora di misericordia sarà l’avvento
di una novella primavera di pace e di giustizia, per lumanità e per la Chiesa.
La Madre mia e vostra schiaccerà di nuovo, per la seconda
volta, la testa a Satana. Scomparirà l’ateismo dal mondo (…).
14 gennaio 1976
SCHIACCERA’ IL CAPO
Perché, figlio mio, chiedo con insistenza alle anime che
vivono di Fede: « Riparazione, riparazione, riparazione! »?
1° – Perché all’Amore infinito di Dio, Amore che opera la
creazione dell’uomo, l’uomo risponde con un atto di superbia e di
disobbedienza.
2° – Perché al Mistero della Redenzione, promesso subito
dopo la caduta dei progenitori e compiuto nella pienezza dei tempi, l’umanità
nel Popolo ebreo, reagisce compiendo il Deicidio.
3° – Il Verbo, fatto Carne, risponde al Deicidio con il dono
di Se stesso nel Mistero dell’Eucaristia e della Chiesa. E L’umanità, sotto la
spinta delle potenze del Male, va ora paganizzandosi con il quasi totale
rifiuto di Dio.
Un’alba radiosa
Verrà l’ora della purificazione e la Vergine Corredentrice,
schiaccerà per la seconda volta il capo del Serpente infernale.
La Chiesa e l’Umanità, fatte nuove, vedranno un’alba
radiosa, mai conosciuta prima d’ora. Un periodo di pace e di giustizia sarà la
risposta a tutte le provocazioni dell’Inferno contro una povera Umanità che si
era fatta collaboratrice delle forze del Male.
Poi si arriverà all’ultima fase di questa lotta tra Luce e
Tenebre, tra Amore e Odio, tra Bene e Male, tra Vita e Morte.
Solo alla fine dei tempi vi sarà il terzo e decisivo
intervento della Vergine Santa che schiaccerà di nuovo, per la terza volta la
testa a Satana.
Seguiterà il Giudizio – la separazione defintiva del
Paradiso e dell’Inferno, cioè dei Salvati e dei Dannati.
20 gennaio 976
NON SIETE SOLI
Scrivi, figlio mio
Il Movimento Mariano entra a far parte del disegno della
Provvidenza, come forza d’urto, al fianco mio e della Madre mia nella grande
battaglia in atto, contro Satana e contro gli alleati dell’Inferno che nel
mondo, e purtroppo anche nella Chiesa, sono tanti.
Il Cielo guarda a voi, Sacerdoti benedetti, che avete la
sorte di farne parte. Siete più che mai, in questi tempi di emergenza, militi
scelti, guidati e diretti dalla Regina delle Vittorie per la difesa del mio
Vicario e della mia Chiesa.
L’inferno vi odia e vi combatte, ma nulla avete da temere.
Le vostre sofferenze fisiche, morali e spirituali sono fermentate dallo Spirito
Santo e tramutate in Luce, Amore e Grazia per tante anime di vostri
confratelli che, senza la vostra compartecipazione alla Passione mia e della
Madre mia e vostra, andrebbero eternamente perdute.
Sacerdoti, cari al mio Cuore Misericordioso e al Cuore
Immacolato della Regina dell’Universo, vi guardano ammirati gli Angeli; i Santi
tutti del Paradiso per voi pregano e per voi intercedono. Voi siete balsamo al
mio Cuore così brutalmente oltraggiato e vilipeso, siete un sorriso d’amore al
Cuore trafitto della Madre mia.
Non temete!
Avanti, figli miei! Un posto d’onore e di gloria è preparato
per voi ab aeterno nella Casa del Padre. Non temete, non temete! Sempre lo
sguardo mio e della Madre è sopra di voi.
Vi benedico tutti, figli. Vi benedico Io, Gesù, con il Padre
e lo Spirito Santo. Con Me vi benedice la Madre.
Con voi benediciamo i buoni laici che sono al vostro fianco
con la fede, con l’amore e con l’efficace apporto delle loro sofferenze.
Non siete quindi soli. Siete nel mezzo della mischia, ma
con voi è il Paradiso, con voi sono le anime Purganti, con voi sono i santi
della Chiesa militante ».
20 gennaio 1976
STRUMENTI DOCILI
Quanti sono i così detti buoni che dicono: « Signore, Signore
», ma quanto pochi sono i disposti a fare davvero la volontà divina!
Numerosissimi sono quelli che ritengono di essere strumenti
di Dio; lo affermano quasi con convinzione. Ma la verità è un’altra: essi sono
strumenti di se stessi, cioè del proprio orgoglio, che poi vuol dire strumenti
di Satana. Figlio, non vi sono alternative: o siete di Dio o siete servi di
Satana.
Uno strumento non maneggia mai nulla. Uno strumento si
lascia maneggiare.
Se vescovi e sacerdoti si lasciassero maneggiare veramente
come strumenti disponibili nelle mani di Dio, la Chiesa sarebbe, al Cielo e
alla terra, spettacolo stupendo di santità e di amore. I miei angeli ne
sarebbero ammirati e gli uomini della terra ammaliati.
Invece quale triste visione! Visione da inorridire, di
disordini morali, visione di turpi passioni, visione di lotte, di odi, di mali
di ogni specie…
Non a parole
Figlio, le mie parole non mutano mai. Non quelli che a
parole mi appartengono, ma quelli che mi appartengono con la piena adesione
alla volontà del Padre Celeste andranno salvi.
Se molti dei miei vescovi non si vedono obbediti, se debbono
constatare che le loro chiese sono scosse dalle fondamenta, prima di cercarne
le cause all’esterno, cerchino le cause all’interno della loro vita. È facile parlare
di strumenti della Provvidenza, ma non è stato per molti altrettanto facile
rendersi strumenti della Provvidenza divina.
Sì, figlio, è la storia del primo peccato che si ripete
sempre nel tempo, ma la cui lezione non si impara mai.
Satana provoca la caduta dell’uomo. L’uomo, rompe lo
stupendo ordine prestabilito, la meravigliosa armonia della natura e della
grazia.
Il peccato è disordine gravissimo, provocatore e generatore
di altro disordine a catena, nel mondo dello spirito, della grazia e della
natura.
Peccano i progenitori, segue l’immediata ribellione dei
sensi, la ribellione della carne, la ribellione dello spirito, la ribellione
della natura: « dovrai strappare il pane alla terra col sudore della tua
fronte; tu, donna, partorirai nel dolore ».
Non potrete mai comprendere ciò che avete perduto:
l’ammirevole, gioiosa armonia della grazia e della natura. Paradiso terrestre
fu chiamata la prima dimora dell’uomo; terrestre ma paradiso!
Mali a catena
Vescovi e sacerdoti dovrebbero essere ben edotti sulle
terribili conseguenze del primo peccato. Come dovrebbero sapere che queste
conseguenze vengono rigenerate dalla consumazione di ogni peccato, e in modo
straordinario dal peccato di superbia.
Un peccato di superbia, di orgoglio e di presunzione, se
compiuto da un vescovo o da un sacerdote, provoca nella sua Chiesa locale
conseguenze di mali a catena. Molti disordini hanno qui la loro origine.
Ecco, figlio mio, il perché della insistenza, quasi
esasperata nei tuoi riguardi, con cui ti ripeto che ben poco si è capito di un
problema fondamentale per il mio Corpo Mistico.
E’ doloroso il doverlo constatare, ma parecchi vescovi e
sacerdoti sono come lo stolto che nell’erezione della sua casa si occupa di
cose di poca importanza, come certi motivi ornamentali, e trascura le
fondamenta e le strutture portanti, per cui il risultato sarà una bella casa
destinata ad un sicuro crollo. Non è stoltezza questa?
Ebbene, questa stoltezza impera nella Chiesa! Te lo dovrei
ripetere chissà quante volte, affinché qualcuno si decida finalmente a prendere
nella debita considerazione il grave problema.
Figlio, hai potuto rendertene conto anche stamane
nell’incontro con X. Non si vuole credere ad una realtà pur tanto evidente. Ma
questa cecità, queste bugiarde convinzioni che con astuzia maligna il Nemico è
riuscito a radicare negli animi, non potranno né evitare, né ritardare di un
solo attimo la purificazione richiesta dall’Amore, che non può tollerare oltre
lo sfacciato dominio di Satana nel mondo e sulle anime che, numerosissime,
vanno perdute.
Si ritiene inutile, perfino ridicolo un mio Mandato agli
apostoli di cacciare i demoni, ai quali invece si sono oggi spalancate tutte le
porte!…
Sono Persona viva!
Figlio, dillo a tutti, non ti preoccupare minimamente delle
reazioni, qualunque esse siano. Sono lo Gesù, che lo voglio, te lo comando.
Dillo forte che basta con quella pseudo-prudenza per cui si
è arrivati al timore di far sapere a tutti che Io Gesù, vero Dio e vero Uomo,
sono Persona viva, reale come voi, più di voi, con ogni diritto e dovere di far
sentire la mia voce a chi, come e quando voglio o, nel modo che voglio Io.
Dillo, figlio, che ho il diritto e il potere di chiamare
chi voglio, quando e come voglio, per ogni mansione da compiersi nella mia
Chiesa.
Siano essi persuasi che Io li ho prescelti per essere
sacerdoti, alcuni di loro per essere vescovi e, come ho chiamato essi, posso
ancora, e ne ho il potere, scegliere fra i miei sacerdoti coloro a cui affidare
speciali mansioni da compiersi nel modo e nel tempo da Me stabiliti.
Non ti stancare di pregare e di offrirti. Vedi, non si
stancano gli altri di offendermi. Le tue sofferenze sono aumentate, ma tu sai
che sono la misura del tuo amore per Me.
Ti benedico, figlio, e con te benedico tutti coloro che, con
spirito di vera umiltà, sapranno accogliere il pressante invito dell’Uomo-Dio
che tutti vuole salvi.
21 gennaio 1976
SANTAMENTE FIERI
– Scrivi
« Il mondo non è Dio, per questo non è nella Luce. Oscurità
profonda lo avvolge.
I figli della Luce (che non sono del mondo, ma del Regno
mio) non possono parlare, e non debbono giudicare come quelli del mondo.
Riconoscenza a Dio
Il papà e la mamma di R. Nota: ragazzo gravemente
andicappato nel fisico e dotato di doni soprannaturali.
sono giudicati dal mondo infelici e sfortunati, ma dai figli
della Luce, no!
I figli della Luce possono intuire che R. è un dono, un
grande dono.
Chi veramente vive di fede capisce quale inestimabile
missione è stata affidata a R., amico prediletto del mio Cuore Misericordioso,
figlio amato ed ammirato dalla Madre mia, oggetto delle compiacenze divine, R.
irradia potenza e grazia nella vita interiore del mio Corpo Mistico, e tanto
più oscura è la sua missione sulla terra, tanto più grande è sfolgorante di
gloria la sua vita in Cielo.
Stoltezza è nel cuore di chi non vede nella luce di Dio, e
sapienza è nel cuore di chi vede.
Figlio, debbono allora ritenersi fortunati i genitori di R.?
Sì, ne debbono essere santamente fieri!
Non deplorazione, non rimpianti, non lamenti, ma gratitudine
e riconoscenza si deve a Dio che su R., e di riflesso su i suoi genitori e
familiari, posa il suo sguardo.
La benedizione mia e della Madre è sopra di voi, e sopra di
voi rimanga.
21 gennaio 1976
SEGNO DI PREDILEZIONE
Figlio mio, scrivi
« Dirai a… che sono segno della predilezione divina le
sofferenze accettate in umile rassegnazione. Esse vengono trasformate dallo
Spirito Santo in fermento di luce, di fede, di grazia per le anime che così vengono
pascolate e nutrite dal buon pastore che le ama, le custodisce, le protegge
dai rapaci artigli del Nemico che non risparmia sforzi ed astuzie, pur di
insinuarsi fra il gregge onde sbandarlo e disperderlo.
Figlio, dirai a… che sia a Me, sia alla Madre mia sono note
le fatiche e le sofferenze offerte per tutelare e salvaguardare il suo gregge.
… ben conosce la visione di Don Bosco delle due colonne: La
Madre mia SS. e l’Eucaristia. Io Gesù, Verbo Eterno di Dio realmente presente e
vibrante di vita e di amore nel Mistero della fede, e l’Immacolata salveremo la
Chiesa nell’ora della purificazione che sarà ora di grande misericordia.
Molto c’è da fare, e molto può fare … portando il suo
gregge, sempre più unito, ai piedi del Tabernacolo e ai piedi dell’Immacolata.
Deputi per questa grande e feconda missione qualcuno dei
suoi sacerdoti migliori.
Satana non lo vorrà, per questo susciterà ostacoli.
Ma Io lo voglio, e sarò vicino al buon pastore, e a quanti
collaboreranno per l’attuazione della volontà del Padre mio e Padre vostro
celeste.
Con la Madre mia e vostra, benedico il pastore buono che ama
le sue pecorelle, e che lo e la Madre amiamo con tenero affetto.
22 gennaio 1976
IL SAPORE DEL DIVINO
Molte volte ho parlato dell’attuale crisi di fede, di cui è
infestata la mia Chiesa; è un male di cui è contagiata l’intera umanità.
La terra si sta sempre più trasformando in un arido deserto
nel quale non mancano, qua e là, oasi riposanti che mantengono circolante, nel
mio Corpo Mistico, la vita divina della Grazia.
Sì, figlio mio, se in un corpo tutte le varie membra fossero
morte, non avremmo più un corpo vivo, ma un cadavere in putrefazione. La Chiesa
non potrà mai totalmente morire o inaridire. Questo è garantito dalle mie
parole esplicite; nessuno può dubitarne.
È garantito ancora dalla presenza dello Spirito Santo; anche
oggi, fra il sudiciume dei cadaveri che la ricoprono, non mancano le anime
buone, veramente sante, a cui va il riconoscimento di contribuire alla
circolazione della vita divina. Alcuni giorni fa, ti ho parlato dei sacerdoti
del Movimento Mariano, milizia eletta, voluta dal mio Cuore Misericordioso e
dal Cuore Immacolato della Madre mia a sostegno e difesa della mia Chiesa, del
mio Vicario sulla terra, fatto bersaglio di tanti strali. E’$ milizia voluta,
benedetta e guidata dalla Madre mia per preparare, con la lotta alla sfacciata
e impudente tirannia di Satana, l’ora grande della liberazione, l’ora grande
della Regina delle Vittorie.
La nuova primavera
Fra questi sacerdoti, vi è X. Mi è caro per il suo desiderio
di perfezione, ed anche per il suo amore per quell’Opera meravigliosa che il
mondo ignora, che i superbi rifiutano e che gli umili amano: il “Poema
dell’Uomo-Dio”.
È opera voluta dalla Sapienza e Provvidenza divina per i
tempi nuovi, è sorgente d’acqua viva e pura. Sono Io, la Parola vivente ed
eterna, che mi sono nuovamente donato in cibo alle anime che amo. Io sono Luce,
e la luce non si confonde e tanto meno si fonde con le tenebre. Ove Io entro,
le tenebre si dissolvono per dare luogo alla luce.
Dove non è vita è morte, e la morte è putredine. Vi è una
putredine spirituale nauseante non meno della putredine organica dei corpi in
dissolvimento. Io, verità e vita, acqua viva e luce del mondo, come potrei
dimorare in anime infette dalle concupiscenze e della carne e dello spirito?
Anche questo, figlio, prova che chi non ha sentito nel «
Poema » il sapore del divino, il profumo del soprannaturale, ha l’anima
ingombra ed oscurata.
Vi sono vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose che ancora
una volta accampano quella prudenza, per loro causa di tante imprudenze. Vi si
rifugiano dentro, e non sanno che sono dentro la rocca del demonio. La prudenza
è virtù, e la virtù non ha nausea del Divino.
Figlio mio, quanto in basso siamo! Sappia Don X … che ogni
volta che ha riletto il « Poema dell’UomoDio » mi ha dato gioia per tutti
coloro che tale gioia mi hanno negato.
Non tema di nulla, se vi è chi rifiuta di comprenderlo.
Siate consapevoli che il bene nostro è ben diverso da quello
del mondo. L’amore che noi portiamo alle anime è sempre unito alla sofferenza è
legge.
La sofferenza è mezzo non solo utile ma necessario alla
trasformazione, alla purificazione e divinizzazione dell’anima.
Figlio, quanto bisogna pregare, mortificarsi e riparare per
sé e per i fratelli!
Se l’ora della purificazione è scoccata, anche i germogli
vigorosi annuncianti la nuova primavera già sono spuntati.
Coraggio, Io e la Madre mia siamo con voi!
5 febbraio 1976
SI PREGA MALE
Figlio mio, scrivi
« Io sono il Signore Dio Tuo; non avrai altro Dio fuori che
Me! ».
Scrivi ancora
« Ama il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta
l’anima, con tutta la mente ».
Questi Comandamenti vi siete abituati ad ascoltarli, come
si ascolta il suono delle campane che ogni giorno fanno sentire i loro
rintocchi. Tutti li sentono ma quasi nessuno più vi fa caso; così anche i
Comandamenti rimangono lettera morta, mentre dovrebbero essere vivi nei vostri cuori.
Ho voluto questa premessa per meglio farti intendere come
si preghi male anche dai pochi che pregano. Pochissimi sono quelli che pregano
bene, poiché non è possibile pregare se si ignora il primo Comandamento; peggio
ancora se, conosciutolo, lo si dimentica.
Mettersi alla presenza di Dio vuol dire compiere una serie
di azioni spirituali, essenziali per una buona ed efficace preghiera.
Occorre fare un atto di fede che elevi la nostra anima fino
a Lui, il che vuol dire prendere contatto spirituale con Dio. Uno e Trino.
A questo atto di fede fanno seguito, necessariamente, atti
di umiltà, di fiducia e di amore che servono ad intensificare il contatto con
Dio. Questi atti sono indispensabili per una buona preghiera, perché
impediscono un esercizio puramente meccanico che ripugna a Dio. Io allontano
da Me coloro che mi onorano solo con le labbra e con il cuore.
Purtroppo sono molti, fra i pochi che pregano, quelli che
pregano solo materialmente, illudendo se stessi di avere compiuto un dovere che
in realtà non è stato compiuto.
Sul piano giusto
Da ciò che vengo esponendo, vedi quali gravi deficienze sono
nella vita spirituale dei cristiani; mi limito per il momento a questa, ma
quante altre ve ne sono da registrare!
“Ama il Signore, Iddio tuo, con tutto il cuore…” Per chi ama
veramente Dio, mettendolo al vertice di tutta la sua vita, non vi è pericolo di
innalzare a Lui preghiere che siano l’espressione dell’orgoglio e dell’egoismo,
come il chiedere solo il successo delle cose materiali, la salute, ricchezza e
onori.
Se si chiedono soltanto queste cose, non si può stabilire
alcun contatto con Dio.
Dio non entra in anime gonfie di preoccupazioni materiali,
assetate di soli beni terreni; queste anime sono avvolte da oscurità.
Chi ama veramente Dio, si pone sul piano giusto dinnanzi a
Dio cercandone la gloria e l’amore. Chi ama veramente Dio, cerca nella sua
preghiera, come cosa prima, il Regno di Dio nelle anime per la sua maggior
Gloria. « Quaerite primum Regnum Dei et haec omnia adiicentur vobis ». Dio non
sarebbe Dio se non fosse fedele alle sue promesse. « Chiedete e vi sarà dato,
bussate e vi sarà aperto…».
Chi prega e rimane deluso, lo deve al fatto di mettersi
fuori dal primo Comandamento: « Io sono il Signore Iddio tuo, non avrai altro
Dio al di fuori di Me ». E’ perché non osserva il Comandamento fondamentale: «
Ama Dio con tutto il cuore! » che la sua preghiera non viene esaudita.
Si è dimenticato che Io ho insegnato agli Apostoli e a voi
come si deve pregare: « Padre nostro che sei nei Cieli… ».
Mettersi alla presenza di Dio è elemento di primo ordine
nella preghiera. L’orante dimentica se stesso per salire con la sua anima a Dio
Padre che solo è Grande, che solo è Santo, che solo è Buono.
Alcune riflessioni
Qui entra il Comandamento dell’amore come parte essenziale
della preghiera a Dio Padre. La Paternità divina equivale pure ad amor di
prossimo. Diciamo « Padre nostro » per ricordarci l’amore nostro verso i
fratelli come noi figli di Dio, dello stesso unico Padre, dal Quale è scaturita
per creazione la nostra vita e al Quale siamo diretti.
A Lui dobbiamo fissare il nostro sguardo con fiducia come il
naufrago guarda con fiducia e speranza la stella polare.
«Sia santificato il tuo Nome » : Dobbiamo santificare, cioè
glorificare il Nome santo di Dio, unendoci al coro di tutte le voci (nil sine
voce) e soddisfacendo così il fine della Creazione che è la glorificazione di
Dio.
« Venga il Tuo Regno »: Chi veramente ama dimentica se
stesso, perché il suo pensiero corre verso la persona amata di cui vuole la
felicità.
« Sia fatta la tua volontà »: il cercare l’attuazione dei
desideri e voleri nostri è anteporre noi agli altri e questo è egoismo.
L’anteporre alla nostra volontà la Volontà divina, questo è amore.
Se colui che prega, prega con questi sentimenti, e si
colloca alla presenza di Dio, preoccupato solo della sua gloria, dell’avvento
del suo Regno, dell’attuazione della sua Volontà vede la sua preghiera
produrre effetti impensati e meravigliosi. Tutto gli sarà
dato, e in misura sovrabbondante.
Può forse Iddio, Padre infinitamente buono, lasciarsi
sopraffare dai suoi figli? No, questo no! Perciò Egli lascerà cadere
sull’orante una pioggia di grazie e di doni celesti. Dio chiede a noi di
amarlo. Non tollera che noi lo posponiamo alle nostre grettezze umane, perché
sarebbe offesa e ingratitudine.
Maestri di preghiera
« I miei ministri non dovrebbero essere instancabili
maestri per insegnare ai fedeli a pregare? Una buona mamma non si stanca mai di
insegnare ai suoi bambini, man mano che crescono, le cose necessarie alla vita.
E i miei ministri non sono essi a generare, mediante il Battesimo, la vita
divina nelle anime? Non vivete voi un’autentica paternità spirituale sui fedeli
affidati alle vostre cure? Che cosa è che vi fa trascurare doveri tanto
importanti?
Gli effetti disastrosi di questa così male esercitata
paternità sui vostri figli spirituali li potete constatare, se avete il
coraggio di osservarli.
A Dio, giusto Giudice, nulla sfugge di ciò che dovevate
dare. È in gioco la salvezza di tante anime il cui prezzo è infinito.
Figli miei, è vero, che le cause della crisi di Fede, che
sta avviandosi al suo epilogo, sono diverse e alcune fra esse sono al di fuori
della vostra volontà; ma è ancora vero che alcune di queste cause sono da
imputarsi a voi. Che sarà di voi, se non vi pentirete e non farete penitenza?
Che sarà di voi, se continuate a servire voi stessi anziché
servire Dio?
Figli e sacerdoti miei, il tempo che vi rimane non è molto.
Non Io, ma voi state determinando la vostra eternità.
Figlio, non mi stanco di chiederti preghiere e riparazione!
13 febbraio 1976
LA COMUNIONE DEI SANTI
(…) « Il Paradiso è cosa così grande che voi viandanti sulla
terra non potete capire.
In Paradiso non vi è possibilità né di crescita, né, di
diminuzione della propria felicità che non consiste, come voi siete tentati di
pensare, in una pur felice ma immobile situazione di contemplazione di Dio e di
tutte le bellezze dell’Universo che in Lui si riflettono.
In Paradiso la vita non è immobilità stagnante, anche se
soprannaturalmente meravigliosa.
In Paradiso la felicità si rinnova in quell’istante, senza passato
e senza futuro, che si chiama eternità, e che è sempre infinitamente nuovo (…)
».
In umiltà di spirito lodate e glorificate Dio, Uno e Trino,
di essere stati prescelti, anche se in misura diversa, ma tutti per lo stesso
fine, come operai qualificati per lavorare nella vigna del Signore, per
arginare l’irrompere delle acque dell’Inferno per mezzo delle quali si cerca di
travolgere la Chiesa della quale Gesù è Capo tre volte Santo. Di Lui, Capo, si
vuole – distruggere l’identità divina ed umana; si vuole distruggere la Vergine
Santissima, la Madre che ha generato la Chiesa nel dolore e nell’amore senza
confini.
Siete figli prediletti chiamati per collaborare, con la
preghiera e la sofferenza, affinché la Chiesa non sia distrutta, come l’Inferno
e i suoi alleati vorrebbero.
Realmente uniti
Ricordatevi della Comunione dei Santi: siete a noi realmente
uniti.
È alquanto tiepida la vostra fede in questo grande Mistero.
Siamo figli dello stesso Padre celeste, abbiamo in comune la stessa Madre
santa, circola in noi la stessa linfa vitale. Abbiamo gli stessi interessi: la
gloria di Dio da propugnare ovunque, l’attuazione della volontà divina.
Non dimenticate mai che la morte corporale vi separa solo
fisicamente, ma non spiritualmente. Questo grande e misterioso dogma non basta
crederlo vagamente. Deve essere vissuto nella sua realtà umana e
soprannaturale. Il filo della vita non si spezza interamente ma solo
parzialmente. Vi ripeto: vivete questo Mistero giorno e notte !
19 febbraio 1976
NON AVRAI ALTRO DIO
Ti ho parlato, figlio, della necessità che chi prega si
ponga alla mia presenza, salendo fino a Me con un atto di Fede, di Speranza e
di Carità.
L’uomo deve mettersi davanti a Me, non per mettermi davanti
se stesso e il suo egoismo, preoccupato sempre di domandare cose materiali, ma
deve raccogliersi davanti a Me, adorando e pregando per la glorificazione del
Nome del Padre mio, per chiedere l’avvento del mio Regno e per l’attuazione
della mia Volontà.
All’uomo di fede, che farà questo, sarà dato tutto il resto.
Il primo comandamento « Io sono il Signore Dio tuo, non
avrai altro Dio al di fuori di Me » significa che l’uomo, creatura libera ed
intelligente, deve sulla terra collocarsi sul piano giusto dinnanzi a Me, se
vuole trovare nel suo pellegrinaggio terreno, (perché tale è la vita umana, un
cammino verso l’eternità) l’equilibrio fra le esigenze materiali e le esigenze
spirituali della sua persona.
Il bisogno del soprannaturale è così prepotente nell’uomo
che, se gli vengono a mancare queste realtà trascendenti, non ha felicità, non
ha pace; il tormento si fa così grande da portarlo non di rado alla
disperazione.
Ritornare a Dio
L’uomo è opera di Dio, e Dio conosce quello di cui ha
bisogno. Per questo gli ha dato il primo comandamento che lo mette sulla strada
onde collocare se stesso nel posto giusto dell’economia dell’Ordine
universale.
L’uomo, uscito dalle mani di Dio, percorrendo il suo logico
e naturale circuito, ritorna a Dio.
È questa la logica della fede e della ragione che così
vogliono, che così esigono.
Tu mi domandi come? È semplice, figlio mio facendo di Dio lo
scopo primo e supremo della propria esistenza.
« Conoscere, amare, servire Dio in questa vita per poi
andarlo a godere nell’altra in Paradiso ». Questo è autentico, genuino
catechismo che il pervertimento delle menti e dei cuori, naturali frutti di una
concezione naturalistica della vita, ha spento nei cristiani e perfino in non
pochi miei ministri. Ne vuoi un esempio pratico?
Non molto lontano dalla tua città, un religioso, che tu
conosci, anima consacrata che dovrebbe tendere alla perfezione e conoscere
questo catechismo sull’origine e sul fine della vita, in confessione sai che
assolve, senza esigere pentimento, tutte le impurità, l’adulterio compreso.
Ha cancellato dalla sua vita, e dalla vita di tanti fedeli
che affollano il suo confessionale, non solo il sesto e nono comandamento, ma
tutti i comandamenti.
E non è solo quello sventurato religioso a pensarla in
questo modo!
Ma i vescovi non si rendono conto di ciò che sta avvenendo
nella loro Diocesi? E, se lo sanno, perché non hanno il coraggio di togliere a
costoro la facoltà di confessare? Perché tollerano centri di vera corruzione?
I loro interessi
Come sono distanti dal perseguire il vero fine della vita,
oggi, cristiani e sacerdoti sempre indaffarati, come se fossero loro i
reggitori del mondo! Sono indaffarati nel perseguire se stessi, il loro io.
In apparenza tu li vedi zelanti ed attivi, tutti presi dalle
loro iniziative. Nota che ho detto delle « loro » iniziative, non delle mie che
sono molto più semplici, sicure e luminose: cercare Dio con tutti i mezzi a
disposizione, amare Dio sopra ogni cosa, prima dei nostri e altrui interessi.
Gli interessi di Dio sono
1° – La Gloria di Dio.
2° – Il Regno di Dio.
3° – La Volontà di Dio.
Servire Dio esclude il servire se stessi.
Figlio, quanti sono i sacerdoti che servono fedelmente Dio?
Li potresti conoscere anche tu!
Se le piante vanno giudicate dai loro frutti è facile capire
quelli che servono Dio, e quelli che al contrario servono se stessi, cioè il
Demonio.
Vedrai quante pere bacate cadranno ancora, tradendo,
apostatando e rinnegando. Le vedrete con i vostri occhi…
Figlio, debbo dirti che la stoltezza umana è davvero
sconfinata. Eppure sapete che nessuno può sfuggire alla morte: « Statutum est
hominibus semel mori » e tutti sapete che la morte non è la fine totale
dell’uomo, ma solo la momentanea separazione dell’anima dal corpo.
– Ma Gesù mio, e gli atei?
« A parole sono molti, un numero sterminato. In realtà sono
molto meno; comunque non vi è nessuno che di fronte alla morte non abbia dubbi
o perplessità. Ma io ti stavo parlando di quei sacerdoti che sono lungi dal
possedere quella sapienza che perfino i pagani ebbero. Cicerone diceva: « Mors,
quam bonum est judicium tuum ».
Il pensiero della morte, ritenuto saggio dagli stessi
pagani, è allontanato dall’animo di questa generazione incredula come qualcosa
di nefasto e di triste. Nessuno, fatte poche eccezioni, pensa alla morte e come
punto di arrivo e come punto di partenza.
Il numero degli stolti è veramente grande oltre ogni dire!
Prega e ripara. Non allarmarti; offrirai la tua sofferenza:
essa è a Me gradita. Come incenso profumato sale fino al mio trono per poi
ridiscendere in una pioggia di grazie.
Ti benedico, figlio, e con te benedico coloro che ti sono
vicini, che ti vogliono bene, che con te collaborano perché sia conosciuta la
mia parola che è parola di vita.
20 febbraio 1976
NON UCCIDERE
La mia Legge è soprannaturale ed eterna. Voi la chiamate
legge naturale perché è conforme a tutte le esigenze della vostra natura umana,
affinché possiate perseguire quel felice equilibrio di cui sentite il bisogno.
Chi infrange questa legge, sia cristiano o no, lede il germe
donde scaturisce il giusto equilibrio senza del quale non vi può essere
nell’uomo serenità e pace, quindi felicità, e va a rompere l’ordine stabilito
da Dio con incalcolabili conseguenze.
È evidente questo: ma la malvagità umana, impasto di
superbia, di ribellione e di divisione, infrange volutamente la legge e
distrugge questo germe divino portando l’uomo fuori del sentiero del bene,
facendolo perdere in un labirinto spesso senza via di uscita.
Ecco, figlio mio, che con satanica insistenza, contro ogni
elementare diritto alla vita, contro ogni diritto della natura, si vuole una
iniqua legge umana che legalizzi ciò che Dio ha condannato da sempre
l’omicidio.
Questa legge: “Non uccidere”, redatta e sanzionata dal
Padre, costituisce una colonna portante del diritto naturale. Chi l’infrange
non solo si mette in un superbo atteggiamento di sfida a Dio Creatore, ma
violenta la stessa natura, compiendo un crimine che grida vendetta al cospetto
del Cielo e della terra.
Strage selvaggia
Tu mi hai inteso, figlio: voglio parlarti dell’aborto,
abominevole parto di menti congelate da Satana nell’odio contro Dio e contro
l’uomo.
Ai propugnatori di questa legge, la cui crudeltà non è
inferiore a quella di Erode, non importa l’inumana strage di milioni di
creature innocenti ed indifese, non importa rompere l’armonia del Creato. Una
cosa importa loro: dare sfogo all’odio inestinguibile contro Dio e contro i
depositari della legge di Dio.
È impressionante che gli ideatori di questa congiura, fatta
contro Dio (perché questo è il movente precipuo di chi si batte per la
legalizzazione dell’aborto), abbiano trovato tanti alleati. Son diventati
moltitudine avulsa da Dio e istradata sulla via del delitto.
In mezzo a questi, tu vedi non senza raccapriccio alcuni
miei sacerdoti, perfino qualche pastore che, mimetizzato, si fa piccolo per non
essere scoperto. Invano, perché un giorno, quel giorno grande di amaro pianto,
Io li accuserò di fronte a tutta l’umanità per essersi prestati all’attuazione
di un iniquo piano dell’Inferno.
Gravissima colpa
L’aborto procurato è gravissima colpa, la cui origine è da
Satana, perché è trasgressione alla legge del Padre mio, che è legge d’amore
tendente a conservare, difendere e proteggere il dono impagabile della vita.
Quale uomo ha il diritto di sopprimere la vita di un altro
uomo?
Quale Stato può arrogarsi il diritto di rompere l’equilibrio
della natura umana?
Quale Stato può vantare il diritto di abrogare una Legge
divina? Il pretendere di farlo è crimine di una gravità che Dio non può
lasciare impunito.
L’aborto è abominio e pervertimento, frutto di una società
corrotta e anticristiana.
Guai a coloro sulle cui coscienze peserà così tremenda
responsabilità.
Non solo Io sarò inesorabile Giudice, ma saranno gli esseri
umani, vittime dell’aborto, a rivolgersi direttamente al Padre mio, Datore
della vita per chiedere giustizia sui loro carnefici materiali e morali.
Figlio, la legalizzazione dell’aborto è un prodotto della
inciviltà materialista; ma quanti altri ve ne sono: le violenze, i crimini, la
droga, la pornografia, l’organizzazione della corruzione, segretamente voluta
e finanziata, anche se pubblicamente deplorata. Se ti facessi vedere il vero
volto di questa società incredula, ti ripeto che ne moriresti.
Questa umanità ha rifiutato la salvezza offerta dalla mia
misericordia; la salverò con la mia giustizia.
Figlio, prega, prega; non ti stancare!
Oggi non vedi se non quello che ha potuto la perversità del
Maligno; domani vedrai quanto abbia potuto la preghiera e la sofferenza dei
buoni.
Ti benedico, figlio mio; voglimi bene.
25 febbraio 1976
HO SEMPRE PARLATO
« Ora non puoi desiderare di più per credere a ciò che ti
avevo detto in merito alla crisi di Fede che avvolge il mio Corpo Mistico.
Hai visto quanta fatica occorra anche nei così detti buoni
per credere a Me, Verbo di Dio fatto Carne, realmente presente nella mia
Chiesa, nel Mistero della Fede e dell’Amore? Quanta fatica debbono compiere i
così detti buoni per concedere il diritto di cittadinanza al Figlio di Dio!
Così si stenta ancora più ad ammettere che la parola di Dio
si possa manifestare a qualcuno, come e quando Dio crede.
Io vorrei parlare con tutte le anime! Questa è una esigenza
del mio Amore infinito. Parlare vuol dire comunicare con le anime, e comunicare
vuol dire dare qualcosa.
Nel caso mio comunicare vuol dire donare luce alle anime; ma
sono pochissime quelle disposte a ricevere e pronte ad accettare il dialogo con
Me. Per lo più mancano le predisposizioni di fede, di umiltà e di amore.
Le anime che difettano di queste virtù non ammettono che
altre le possano avere.
Se credessero veramente
La Cristianità vive nelle contraddizioni. Si dice di credere
in Me Verbo fatto Carne, quindi vero Dio e vero Uomo, ma di fatto mi si nega,
negandomi il diritto di parlare. Se veramente credessero in Me, allora
crederebbero a ciò che Io, Dio, ho sempre fatto dai primordi dell’Umanità.
Ho parlato sempre agli uomini.
Ho parlato ad Adamo e ad Eva, direttamente. Ho parlato a
Caino.
Ho parlato ai Patriarchi, ho parlato per mezzo dei profeti.
Ho parlato per mezzo dei miei Santi. Io, oggi, non posso e non debbo parlare R
? … e lo sai perché? Perché per i materialisti Io non esisto. Il parlare,
dicevo, è comunicare; comunicare vuol dire qualcosa: una idea, una verità o
anche una menzogna come fanno tante volte gli uomini con la loro anima
distorta, indirizzata al male.
Ciò che sempre e dovunque è stato un bisogno elementare
della natura umana, lo si vuole negare all’Autore della stessa natura.
Che sanno loro?
Alcuni ad esempio, non crederanno, che Io abbia parlato per
mezzo di te, mia piccola penna spuntata. Perché? Non mi sono Io servito di San
Paolo? E chi era Paolo prima della conversione? Non mi sono servito di
Sant’Agostino? e chi era Agostino prima della conversione? Per mezzo di quanti
Agostini non ho parlato agli uomini nei secoli… Che sanno di ciò che
intercorre tra Me e l’anima tua?
È paradossale dire: « Credo che Gesù è la Parola vivente, è
il Figlio di Dio » e poi negare che Gesù possa parlare ad un’anima. La prima
affermazione viene distrutta dalla seconda.
Quante cose oggi sono paradossali nella mia Chiesa! Come
l’atteggiamento di alcuni sacerdoti che dicono di credere alla mia reale
Presenza, quando la realtà della loro vita è una smentita a ciò che con le
labbra dicono. Se credessero alla mia Presenza nel Mistero dell’Amore,
dovrebbero anche credere alla ragione che mi ha indotto alla istituzione del
Prodigio Eucaristico.
Oh, figlio, se si volesse analizzare a fondo la vita e la
fede dei miei ministri, si arriverebbe a conclusioni amare…
Prega, figlio, non ti stancare. Ti benedico.
27 febbraio 1976
LE COSE CAMBIERANNO
Non pensare che il mondo sia molto cambiato da quello che
era duemila anni or sono. Per mutare radicalmente, dovrebbero cambiare le cause
dei mali che sono proprio alle radici della natura umana. L’uomo può progredire
o regredire ma non può sostanzialmente mutare; rimarrà sempre un essere
mortalmente ferito nella sua natura debilitata dal peccato originale, per cui
sarà sempre incline al male che potrà, volendolo, superare con l’aiuto che gli
viene dall’Alto.
Ecco perché, dopo duemila anni di Cristianesimo, l’uomo non
è molto mutato. Oggi, come duemila anni fa, e con la stessa cieca crudeltà, si
rinnova la mia Passione. Con la stessa assurda tenacia, l’uomo di questo secolo
materialista e miscredente preferisce Barabba, e grida: « Sia crocifisso il
Cristo! ».
Alla radice trovi sempre la stessa causa: l’odio di Satana
contro il Verbo di Dio, fatto Carne per la salvezza dell’umanità, l’odio di
Satana contro Me Salvatore e contro l’uomo che vuole travolgere nella sua
stessa perdizione.
Questa è la vera ragione per cui, dopo duemila anni, nelle
logge massoniche, nei parlamenti, nelle aule universitarie, sui rotocalchi,
alla radio e alla televisione, nelle sedi dei partiti, sui giornali si continua
a gridare il « Crucifigatur ». Sia crocifisso il Cristo e viva invece Barabba!
La vendetta del Diavolo
Satana, congelato nel suo odio contro Dio dal momento in cui
si ribellò e cadde, concepì la sua vendetta. Di questo odio vive, di questo
odio si nutre e di questo odio ha fatto il fine della sua esistenza.
Essendo superiore alla natura umana, molto può su di essa, e
di questa sua superiorità si avvale per aizzare l’uomo al male.
Ecco, perché oggi, come duemila anni or sono, tu vedi
nell’uomo gli stessi istinti bestiali della sua natura ferita, le stesse
manifestazioni di odio nei miei riguardi.
– Gesù mio, allora che colpa ha l’uomo se un essere più
forte di lui lo spinge inesorabilmente al male?
« Figlio, non dimenticare che Io sono venuto proprio per
questo: per ristabilire nella natura umana l’ordine così terribilmente turbato
dalla colpa d’origine.
Non dimenticare come Io abbia unito alla Natura divina la
natura umana per avere la dovuta soddisfazione e riparazione da parte
dell’umanità. Il ridare alla natura umana, avvilita con il peccato, la sua
primitiva dignità, ha terribilmente inasprito in Satana la sete di odio, di
invidia e di gelosia verso di voi.
Con tutto questo non si può giustificare il male che gli
uomini compiono, anche sotto la spinta di Satana, perché l’uomo è libero e la
Redenzione ha ristabilito l’ordine e l’equilibrio sconvolti. Proprio per mezzo
della Redenzione all’uomo vengono forniti i mezzi necessari per fronteggiare e
superare le tentazioni.
Se poi l’uomo, compiacente, tende l’orecchio alla voce del
male, lo fa non senza sua responsabilità. Se volontariamente rifiuta i frutti
della Redenzione, si pone su una china pericolosa per cui facilmente
scivolerà, di precipizio in precipizio, fino in fondo al baratro.
« Viva Barabba! »
Figlio, ecco perché oggi all’Amore, cioè al Figlio di Dio
fattosi Redentore degli uomini, si grida con rabbia il « Crucifigatur ». Ecco
perchè si ripete il « Viva Barabba, a morte il Nazzareno ! ».
– Viva Barabba!
Viva il crimine, viva la violenza fino all’esaltazione
dell’uno e dell’altra.
Viva l’odio, viva la prostituzione e la pornografia. Viva la
stampa perversa, viva l’immoralità esaltata attraverso la cinematografia e la
televisione. Viva Barabba: Viva il male e a morte Cristo, il Salvatore.
– A morte l’Amore! venuto a salvare l’umanità perduta,
avvilita e schiava; venuto per ridare all’umanità libertà e dignità; venuto
per schiudere d’innanzi all’umanità orizzonti di speranza, nuovi infiniti
orizzonti di salvezza.
Ebbene, di fronte a questo dramma quale è il comportamento
di molti miei sacerdoti?
Per non pochi di essi è di netta indifferenza, per altri è
di simpatia e collaborazione con i miei nemici. Sono i preti marxisti, vergognosamente
abbonati a giornali atei e materialisti Sono più numerosi di quelli attualmente
noti: lo vedrete nell’ora della prova.
Vi è poi l’atteggiamento dei preti mestieranti che nel
sacerdozio non hanno saputo vedere il Mistero della Chiesa, di cui sono parte
essenziale infatti come si potrebbe pensare alla Chiesa senza il sacerdozio,
che ne è la spina dorsale?
Proprio come sul Calvario! Molti erano gli indifferenti ed
i curiosi. Vi erano gli scribi e i farisei, alleati e sobillati dai sacerdoti;
pochi, pochissimi i buoni: la Madre, San Giovanni, le pie Donne, alcuni
discepoli e fra questi i pastori.
Il mondo, figlio, ben poco è cambiato perché la matrice del
male è sempre la stessa. È a questa matrice del male a cui bisogna puntare per
limitare la potenza offensiva, per prevenire le mosse e neutralizzare
l’azione. Questo non è stato fatto da tutti e non è stato fatto nella giusta
misura.
Fermento di vita
Nonostante tutto, le cose cambieranno: la mia Passione e
Morte ha portato nel mondo un tale fermento di vita per cui le forze del male
non prevarranno.
La mia Passione continua nel mio Corpo Mistico. Le
sofferenze dei buoni, dei santi, delle anime vittime hanno dato e daranno i
loro frutti.
La terra sarà bagnata dal sangue di nuovi martiri che
anticiperanno l’alba radiosa di una Chiesa rinata a nuova vita, di una Chiesa
che prenderà il posto di maestra e di guida dei popoli di tutto il mondo.
Le forze del Male saranno schiacciate sotto il tallone di
Colei che, come esercito schierato a battaglia, segnerà un’altra splendida
vittoria per la Croce e per la Chiesa. L’umanità sarà ridata al Padre che l’ha
voluta per l’eternità beata.
Figlio mio, prega. Offrimi, come sempre, tutto ciò che hai,
tutto ciò che sei.
Ti benedico, voglimi bene.
6 aprile 1976
TI SARO’ ACCANTO
Angelo mio caro, che sei stato posto da Gesù al mio fianco
per assistermi e difendermi, io povero Sacerdote mi riconosco colpevole
d’innanzi a Te di tantissimi torti.
Avrei dovuto amarti di più, cercarti di più, specialmente
nei momenti difficili della mia vita. Invece le molte mie miserie, le stolte
preoccupazioni umane e le infedeltà hanno tolto alla mia anima quella luce
indispensabile per operare il bene, hanno tolto alla mia volontà quella agilità
e fermezza per far fronte alle astuzie e alle insidie del Serpente, sempre in
agguato e pronto a colpire con il suo veleno, e mi hanno privato del tuo aiuto.
Angelo mio caro, perdona la mia negligenza, la mia colpevole
stoltezza.
Provvedi tu, vigile custode e sentinella, a difendermi a
proteggermi contro l’assalto dell’infernale nemico e delle sue legioni.
Angelo mio custode, fammi sentire la reale, benefica tua
presenza, fammela sentire in vita ed in particolare modo nell’ora della morte.
Ora, o amico dell’anima mia, se mi vuoi parlare, parlami.
Con la Grazia Divina, mi accingo a prestarti tutta la mia attenzione.
Amicizia intensificata
« Si, fratello mio! Non ti stupire se in questo modo ti
chiamo.
Siamo figli dello stesso Padre; siamo membra dello stesso
Corpo; viviamo della stessa linfa divina; siamo oggetti dell’Amore e siamo
vivificati dagli stessi fini: la Gloria di Dio Onnipotente, il suo Regno, la
sua sovrana, divina Volontà!
Fratello, in un precedente messaggio mi ti sono presentato,
ma il legame che ci unisce deve sempre aumentare, accrescendo così la nostra
conoscenza. La nostra amicizia può e deve essere intensificata con la nostra
reciproca volontà.
Vedi, se tu entri in una casa buia, istintivo è in te
cercare la sorgente della luce, accendendo un fiammifero, facendo scattare un
interruttore.
Quanto buio avete attorno a voi, fratello mio! e allora?
Tu cerca me. Io sono come l’interruttore che, scattando, ti
farò inondare di luce divina. Infatti, pur essendo tu Ministro di Dio, non
conosci tutti i mezzi di santificazione.
Fratello mio, sei ministro dell’Onnipotente! E Lui,
l’Onnipotente ti ha reso compartecipe della sua divina Sovranità.
Se tu e gli altri Sacerdoti foste consapevoli di questa
realtà, potreste veramente capovolgere la situazione.
La baldanza delle forze tenebrose del male diminuiscono
nella misura in cui crescete nel processo della vostra santificazione.
Quanto più salirete voi sacerdoti nella luce di Dio, tanto
più le forze del male discenderanno e sprofonderanno nell’oscurità
dell’Inferno.
Fratello, necessita intensificare i nostri rapporti,
necessita una comunione non fittizia, ma reale. Lo esige la Volontà divina che
dobbiamo umilmente riconoscere ed attuare. La prova per te, fratello, è in
atto.
L’Amore di Dio mi ha posto al tuo fianco per aiutarti a
superarla. Sarò vicino a te per difenderti; la lotta avrà momenti di dura
asprezza.
Avanti senza timore, Gesù ti porterà alla vittoria! Chiamami
ed io ti sarò accanto. Insieme riceviamo la benedizione di Lui, Uno con il
Padre e lo Spirito Santo.
7 aprile 1976
FIGLI MIEI, CORAGGIO!
Figlio mio, scrivi: Sono Io la Madre che completo la serie
dei messaggi di questi giorni.
Sono voci che vengono dal Cielo. Sono voci che attentamente
dovete accogliere e meditare con fede. Sono grazie che Lui ed io, la Madre sua
e vostra, abbiamo predisposto perché possiate procedere con serenità e
sollecitudine ad adeguarvi alla Volontà divina, seguendone gli impulsi e i
suggerimenti così chiaramente dati.
Figlioli miei, non dovete, non potete più dubitare. Il
dubbio in voi, diverrebbe colpevole ingratitudine. Non fermatevi ad una
semplice, superficiale lettura, ma attentamente riflettete, fervorosamente
pregate, generosamente offrite. Cercate di intensificare la vostra unione con
Lui e con Me, che vi sono realmente madre.
Figli miei, non è più tempo di leggerezze. Le mie lacrime
sono lacrime di dolore e di amore. I figli veramente buoni fondono le lacrime
della madre che li ama teneramente, con le loro. Voglio dire che i figli
veramente buoni non si appagano di sapere o deplorare che la Madre pianga, ma
con la Madre piangono, perché il dolore della Madre è il loro dolore.
Figli miei, coraggio! Siete nel mio Cuore Immacolato, siete
nel Cuore Misericordioso del mio e vostro Gesù. Le nubi foriere di tempesta si
addensano sempre più in cielo. Preghiamo e ripariamo, affinché il temporale
non esploda prima del tempo.
Le iniquità si moltiplicano, i sacrilegi sono in aumento, i
peccati e le provocazioni sono più numerosi delle arene del mare. Se non vi si
contrappone penitenza, preghiera e riparazione, l’ora delle tenebre può essere
anticipata.
Reagire al male
L’umanità, posta sulla stadera, è stata trovata paurosamente
in passivo con la divina Giustizia. Voi, figlioli miei, potete e dovete reagire
al male donando la vostra fattiva collaborazione alle forze del bene. Non
prevarranno, perché Io interverrò ancora una volta, come esercito schierato a
battaglia. Sotto la spinta e l’influsso di Satana e delle sue schiere,
l’umanità peccatrice si è organizzata. Anche le forze del bene, superando tutte
le difficoltà, si debbono unire per respingere l’attacco del Nemico. Siete
tutti figli di Dio! Questo deve bastare ed è più che sufficiente per unirci in
difesa della verità e della Chiesa, che è e sarà sempre a voi Madre amorosa.
Stiamo uniti con Gesù, nostro Capo, nostro Re divino!
Vi benedico, figlioli miei, vi benedico. Con voi benedico i
vostri cari.
ABBI PIETA’ DI ME
Signore, io credo in Te, Uno e Trino.
Credo e amo, adoro e ringrazio Te, Padre che mi ha creato.
Ti credo e amo, Ti adoro e ringrazio, o Verbo eterno di Dio
fatto Carne, Redentore dell’umanità. Ti credo e amo, Ti adoro e ringrazio, o
Spirito Santo, anima della Chiesa e anima dell’anima mia. Ti domando perdono, o
mio Dio, per quella moltitudine di colpe, più numerose dell’arena del mare, che
ho compiuto nel corso della mia vita. Peccando ho offeso Te che sei l’Alfa e
l’Omega, l’Amore eterno e infinito, che sei il solo, massimo Benefattore di
tutti e di tutto.
Signore, convertimi radicalmente a Te, nella donazione di
me stesso, nella attuazione della tua Volontà.
Voglio vivere in un amore crescente per Te, Uno con il Padre
e con lo Spirito Santo. Voglio vivere per la tua e mia Madre, per San Giuseppe,
per la Chiesa trionfante, purgante e militante.
Signore, abbi pietà di me! Sono uomo peccatore…